
Tratto da riversharks.com di Adam Smith tradotto e elaborato da Frankie Russo
vedi il # 1 - Premessa
1 - BABE RUTH
Il suo nome ovviamente non rappresenta una sorpresa essendo stato già nominato diverse volte e non può essere che così quando si parla dei migliori. C'è una ragione per cui la legenda di “The Bambino” è arrivata integra ai nostri giorni. The Babe è uno dei più grandi sportivi della cultura americana, per questo è conosciuto a livello internazionale e spiega perché è il primo nome che viene in mente ogni volta che si parla di baseball.
Non per niente alla notizia della sua morte avvenuta nel 1948, il Parlamento americano osservò un minuto di silenzio. Fu tra i primi cinque ad essere introdotto nella Hall Of Fame insieme ad altri nomi quali Ty Cobb e Walter Johnson. Si racconta molto della sua vita sociale esuberante, alcool, donne e gioco, ma ciononostante The Babe aveva un carattere umile per un uomo che aveva raggiunto una fama così elevata. Aveva avuto un alterco con Lou Gehrig principalmente a causa di un malinteso che coinvolse alcuni membri femminili della famiglia, ma si riconciliarono allo Yankee Stadium nel 1939 dopo il ritiro di Gehrig.
Come accennato, era anche un fan di Ted Williams e aveva sperato che se qualcuno avesse battuto il suo record, quel qualcuno doveva essere Ted. Ruth iniziò la carriera nel 1914 con i Boston Red Sox come lanciatore mancino, ben lontano dall’immaginare che sarebbe diventato quel grande battitore che è poi diventato. Con il rientro di molti giocatori reduci dalla l Guerra Mondiale, a Ruth si presentò l’opportunità di ricoprire un altro ruolo e si trovò così a giocare da esterno anche per sfruttare le sue doti di battitore.

Nel 1919 realizzò 29 HR stabilendo un nuovo record stagionale e fu venduto agli Yankees di New York per una somma record all’epoca di 100.000$.
Da qui nacque anche la leggenda “The Curse of the Bambino”. L’investimento pagò subito dividendi quando nel 1920 realizzò 54 HR mentre nessuno nella lega ne aveva superato 20.
Nel decennio successivo Ruth raggiunse quota 602 HR mentre per tutti gli altri era impossibile arrivare a 300.
Ciò ci fa intendere come nel primo periodo del baseball moderno, Babe Ruth sia diventato un mito facendo tutto meglio rispetto al giocatore medio, relegando il suo nome al baseball per sempre.
Nel 1935 tornò con i Boston Braves e terminò la carriera con 714 HR. Rapportato alle moderne sabermetriche, i numeri ci indicano che ha avuto una linea finale di 342/690/474 ed è primo in WAR e OPS+. Come lanciatore ha lanciato 1.221,1 inning con un ERA di 2,28 ed è l’unico nel ruolo ad aver lanciato 14 inning in una gara delle World Series.
Una domanda sorge spontanea: Sarebbe diventato il campione che è diventato se il suo manager non l’avesse tolto dal monte e trasformato in un forte battitore?
Di fatto, questa mossa segnò anche il cambiamento di strategia trasformando il baseball da gioco tipicamente difensivo in un gioco prettamente di attacco. Ruth non era chiaramente un giocatore completo come Willie Mays, ma seppe trarre vantaggio trovandosi come l’uomo giusto al momento giusto e le sue prestazioni rivoluzionarie ispirarono molti dei giocatori che trovarono il loro posto in questa lista.

Questa è, almeno per il momento, una lista dei migliori che nasce un po dai numeri e un po dall’attenzione prestata a ciò che questi realizzarono in carriera, ma all’orizzonte si possono intravedere altri superstar che potrebbero trovare posto nella lista, uno tra tutti Mike Trout che sta già mettendo su numeri di tutto rispetto.
Abbiamo potuto verificare che basandoci principalmente sulle statistiche, è possibile ritrovare una varietà di giocatori a cominciare dai grandi battitori come Babe Ruth, Hank Aaron e il controverso Barry Bonds, fino ad arrivare ai giocatori più versatili come Mickey Mantle, Walter Johnson e Willie Mays.
A proposito dei migliori battitori, è curioso come in un articolo pubblicato da BOTR il 22/7/19, si trovano molti dei giocatori qui elencati tranne proprio Babe Ruth!
Indipendentemente dal fatto di essere d’accordo o meno, è interessante notare come i record siano stati messi in correlazione con ogni giocatore. E abbiamo anche potuto notare come le carriere di alcuni siano state influenzate da elementi estranei al gioco come Mays e Aaron che dovettero iniziare nella Negro League prima e successivamente affrontare le discriminazioni razziali, o come Williams e Musial che dovettero subire interruzioni a causa della guerra, elementi che, se non si fossero verificati, avrebbero probabilmente permesso un loro più alto posizionamento nella lista.
Mancano nella lista altri grandi nomi quali Joe DiMaggio e Jackie Robinson che hanno visto le loro stagioni abbreviate per i medesimi motivi. Altri come Lou Gehrig, se non avesse visto la sua carriera interrotta da prematura scomparsa, avrebbe potuto con ogni probabilità lottare alla pari con Babe Ruth per molti dei record stabiliti.
Con più di 30.000 giocatori che hanno raggiunto le majors sin dal 1876, molti sono ricordati per i record stabiliti ma non possono essere considerati tra i migliori poiché il record è rimasto fine a se stesso.
Dan Larsen sarà ricordato per essere l’unico lanciatore a lanciare una perfect game nelle World Series. Johnny Vander è l’unico ad aver lanciato due no-hitter consecutive, e Johnny Burnett, non Pete Rose o Ty Cobb, detiene il record per il maggior numero di valide in una gara con nove!
Ma come già accennato, le sabermetriche non possono essere associate al gioco dei se e dei ma, e così dovremo rispettare le statistiche così come sono, e ricordare il contributo di ogni uomo dello sport per quello che era, nel bene e nel male.
Frankie Russo
Fine
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