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Le prime regine

A Collegiate Game of Base-Ball. By W. P. Snyder. (Frank Leslie’s Illustrated Newspaper)
A Collegiate Game of Base-Ball. By W. P. Snyder. (Frank Leslie’s Illustrated Newspaper)

di Michele Dodde

Alla fine del 19esimo secolo, con il baseball divenuto ormai uno spettacolare passatempo là nei baseball park dove era piacevole sia per gli appassionati e sia per le intere famiglie passare il pomeriggio, come ben hanno riportato le cronache del “Frank Leslie’s Illustrated Newspaper”, alcune squadre per qualità carismatiche, signorilità di intenti ed altro assunsero il ruolo di regine mettendosi imperiosamente in evidenza riscuotendo curiosità ed unanimi consensi per le loro prestazioni. Tra queste è doveroso ricordare i Cincinnati Reds che nel 1882 siglarono la loro stagione con 55 vittorie a fronte di 25 sconfitte. Poi i Grays di Providence che chiusero la loro stagione del 1884 con ben 84 vittorie subendo solo 28 sconfitte. Ancora i Phillies di Philadelphia che in modo rocambolesco si imposero nel 1894 con 71 vittorie a fronte di 57 sconfitte ed infine, come impietosamente vuole la storia adusa non solo a sugellare le icone delle prime, tra le righe prontamente inserisce anche la regina caduta in disgrazia, o la più sfortunata, quale è stata la franchigia degli Spiders di Cleveland che nel 1899 delineò in rosso una stagione incorniciata da sole 20 vittorie e ben 134 sconfitte.

Ma andiamo con ordine. I Reds nel 1880 erano stati espulsi dai puritani dall’allora National League poiché, contravvenendo alle imposizioni sancite ed invece da parte loro ben motivati nel ricercare spiragli ad un maggior profitto economico, non disdegnavano giocare di domenica autorizzando ancor più  anche la vendita di birra unitamente ai panini.

 

Espulsione dalla National League e nascita dell’American Association fu un tutt’uno sapientemente ispirato da un sempre crescente business e fu così che nel 1882 i proprietari dei Reds dopo aver messo sotto contratto Will White, Joe Sommer, Hick Carpenter e Harry Wheeler andarono a giocare con raffinata diplomazia nel convincere Pop Snyder a lasciare i Red Stockings di Boston facendogli balenare il doppio ingaggio quale manager e giocatore.

A questi cinque giocatori, insieme a Pop, divenuti lo zoccolo duro della franchigia, i Reds di Cincinnati dettero una ben ripagata fiducia al 22enne seconda base Bid McPhee, che potè coronare così il suo sogno di giocare giovanissimo in Major League, ed all’interbase Chick Fulmer, giocatore irrequieto già inserito dal 1880 nella peccaminosa e segreta Black List redatta dalla National League. Con questo manovriero telaio i Reds nell’anno inaugurale di vita dell’American Association divennero facilmente i leader andando a vincere il campionato con 13 gare davanti agli Eclipse di Louisville.

 

Il successivo entrerà in bacheca solo nel 1919 quando vinsero le World Series contro i White Sox di Chicago per 5 – 3, pur se questo successo è stato adombrato dalla combine dei vari scommettitori d’azzardo che coinvolsero gli acclarati otto giocatori di Chicago passati alla storia come i Black Sox. Che i Reds in quell’anno fossero stati migliori dei White Stockings di Chicago, o viceversa, durante una ventilata post season, non fu mai provato per via delle molte polemiche suscitate dopo che ogni squadra aveva vinto un confronto a testa. Di certo qual line up è passato negli almanacchi come il miglior “nove” delle future leggendarie Calze Rosse di Cincinnati e rimase competitivo per molti anni pur non riuscendo più a vincere, come detto, alcun titolo.

 

Il “Regular Lineup”: 1B. Dan Stearns, 2B. Bed McPhee, SS. Chick Fulmer, 3B. Hick Carpenter, RF. Harry Wheeler, CF. Jimmy Macullar, LF. Joe Sommer, C. Pop Snyder, P. Will White.

Manager: Pop Snyder. 

Nel 1884 la cronaca incorona i Grays di Providence con una andamento di stagione agonistica tutta da sceneggiare. Nonostante sia passata nello Score finale dell’anno al quarto posto per numero di battute valide e quinta per i punti segnati, la squadra vinse il campionato con 11 partite di lunghezza sui Beaneaters di Boston. La loro formazione appariva alquanto modesta avendo nel solo Paul Hines un battitore da .300 in media battuta e la scia della precedente stagione l’aveva vista non poco arrancare al terzo posto.

 

In quel fatidico 1884 poi con il salto della quaglia che stava attuando a metà campionato il suo miglior lanciatore, e anche buon battitore, Charlie Sweeney per accasarsi con i Maroonis di St. Louis affiliata alla Union Association le sorti  dei Grays sembrarono avviarsi verso una ineluttabile debacle.

 

Quella defezione di Sweeney infatti causò non pochi grattacapi al manager Frank Bancroft per la difficoltà di trovare un sostituto che fosse almeno di pari qualità ma ormai tutte le franchigie delle tre Major League: Union, American e National si erano già accaparrati i migliori.

Charles “Old Hoss” Radbourn
Charles “Old Hoss” Radbourn

Tuttavia Bancroft credeva nelle favole e dopo aver riletto “Il Brutto Anatroccolo” andò a rispolverare Charles “Old Hoss” Radbourn, un enigmatico lanciatore che era stato sospeso per continua ubriachezza. Radbourn fu ammaliato dalle parole di Bancroft ed anzi si rese disponibile a lanciare in ogni partita per il resto della stagione purchè poi fosse liberato dal contratto al suo termine.

 

Da qui in poi i Grays cambiarono mentalità e l’anatroccolo divenne un cigno capace di portare a termine ben 60 vittorie portando la squadra a vincere il campionato e le World Series 1884 contro i Metropoli di New York.

 

Il suo record in Major League ha resistito per ben 120 anni ma l’eccessiva tenuta su quel monte di lancio gli fece pagare il penoso pedaggio di un ritorno alla mediocrità e dopo ulteriori otto anni lasciò il baseball. Anche i Grays però non ebbero migliore fortuna poiché pur dopo aver vinto le World Series, essendo la città di Providence molto piccola, non avevano sufficienti spettatori che potessero compensare le spese e l’ammontare degli ingaggi per cui si ritirarono nel 1885 dalla Major League per non tornarci mai più.

 

Il “Regular Lineup”: 1B. Joe Start, 2B. Jack Farrell, SS. Arthur Irwin, 3B. Jerry Denny, RF. Paul Radford, CF. Paul Hines, LF. Cliff Carroll, C. Barney Gilligan, P. Charles Radbourn.

Manager: Frank Bancroft.

I Providence Grays del 1884
I Providence Grays del 1884

Nel 1894 la curiosità maggiore fu rivolta verso i Phillies di Philadelphia. Nonostante avessero realizzato con l’intera squadra il record della media battuta di .349 con tre battitori a segnare la media di .400 ed aver vinto le partite sempre con nove punti di scarto, al termine della stagione finirono al quarto posto dietro i Beaneaters di Boston.

 

Si discusse molto su questa irrazionalità ma si convenne che la problematica risaliva all’inadeguata lista dei lanciatori non opportunamente preparati alla nuova distanza di 60 piedi e 6 pollici (18,44 metri) dalla pedana di lancio al piatto di casa base sancita quell’anno. Tuttavia tutte le squadre, tranne i Giants di New York, avevano avuto lo stesso problema tanto che la media battuta della Lega fu di .309 con cinque squadre a segnare oltre mille punti.

I Phillies del 1894
I Phillies del 1894

La spiegazione migliore per il mancato titolo però probabilmente giace nella conduzione del manager Arthur Irwin. 

 

Purtroppo le tre squadre che sono finite davanti, gli Orioles di Baltimora, i Giants di New York ed i Beaneaters di Boston erano pilotate da Ned Hanlon, Monte Ward e Frank Selee, ovvero tre tra i migliori interpreti del gioco e pertanto il buon Irwin, “Doc” per antonomasia, si era letteralmente trovato dalla parte sbagliata quando si è imbattuto in loro. Una regina a metà dunque.

 

Il “Regular Lineup”: 1B. Jack Boyle, 2B. Bill Hallman, SS. Joe Sullivan, 3B. Lave Cross, RF. Sam Thompson, CF. Billy Hamilton, LF. Ed Delahanty, C. Jack Clements, P. Jack Taylor, P. Kid Carsey, P. Gus Weyhing.

Manager Arthur Irwin

 

L’epopea dei Phillies così però ci conduce alla non invidiabile sorte degli Spiders di Cleveland. Nonostante l’apporto di due capaci manager, Lave Cross e Joe Quinn, gli Spiders nel 1899 riuscirono ad inanellare solo 20 vittorie e ben 134 sconfitte incoronandosi il titolo di peggiore squadra nella storia del baseball.

Ma questa poi è un’altra storia.

 

Michele Dodde

 

Nella foto sotto gli Spiders di Cleveland del 1899

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Commenti: 2
  • #1

    Roberto Costanzo (giovedì, 30 luglio 2020)

    Grazie, Michele, interessante mondo. Da studiare anche per cultura storica
    Rob

  • #2

    Judith Testa (venerdì, 31 luglio 2020 20:01)

    Non ho saputo molto della storia di baseball nell' Ottocento. Molto interessante!

    I poveri Spiders!