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E' ora del DH universale!

Nella foto Max Scherzer tenta di eseguire un bunt (Photo by Brad Mills-USA TODAY Sports)
Nella foto Max Scherzer tenta di eseguire un bunt (Photo by Brad Mills-USA TODAY Sports)

di Frankie Russo tratto da totallytigers

Allora, siamo pronti ad accettare la buona notizia del battitore designato in entrambi le leghe una volta per tutte? Credo che se mai ci fosse stata una buona opportunità, questo è l'anno. Non ci sono molti rischi nel tentare qualcosa di nuovo in questa stagione, e sembra che la MLB sia riuscita a trovare un accordo tra le parti.  E’ anche molto probabile che siano in tanti ad indignarsi poiché appartenenti alla categoria dei tradizionalisti di questo sport, quegli appassionati nostalgici del periodo antecedente l’introduzione del battitore designato. Ma è passato molto tempo da quando l'American League ha introdotto il DH nel 1973. È passato così tanto tempo che non ricordiamo nemmeno che cosa pensarono al momento dell’innovazione. Tuttavia, nel frattempo è stato anche divertente vedere le cose da entrambi le parti. Assistere alle partite della NL ci porta indietro nel tempo quando la strategia faceva molto più parte del gioco. Ma ciò non significa che non sia arrivato il momento per il cambiamento.

Sin dall’introduzione delle gare dell’inter-league le squadre dell’AL hanno dovuto apportare modifiche giocando negli stadi della NL. Adeguarsi alle regole della NL facendo battere i lanciatori rappresentava per loro un grosso problema, creava disparità, adattamento che le squadre della NL non dovevano fare quando ospiti negli stadi dell’AL. L’unico adeguamento per la NL? Inserire il DH nel line-up e tutto finisce qui. Quindi non è giusto e non è stato giusto per troppo tempo ormai.

 

L’introduzione dell’inter-league ha peggiorato le cose specialmente quando si arriva a settembre e le squadre dell’AL, impegnate nella corsa per il pennant, sono costrette a cambiare le loro strategie dovendo adeguarsi alle regole della NL. E’ stato ed è pazzesco, ma è arrivato il momento che anche la NL introduca la regola del DH anche se i tradizionalisti si oppongono con tutte le loro forze. 

Bartolo Colon esegue il bunt (Jeff Roberson/AP)
Bartolo Colon esegue il bunt (Jeff Roberson/AP)

Può piacere o non piacere, essere d’accordo o no, ma per come si gioca oggi è diventato una necessità. Ripeto, per come si gioca oggi.

 

E’ vero, c’è stato un tempo in cui il gioco non lo richiedeva, ma ora non si può indugiare oltre. Provate a spiegare a qualcuno che si avvicina per la prima volta al baseball che metà delle squadre utilizzano il battitore designato e l’altra metà no. E’ molto probabile che rimanga alquanto stupito e riterrà la cosa piuttosto ridicola. Perché? Perché in effetti lo è ed è difficile credere che questa differenziazione sia in essere da così tanto tempo. In uno sport professionistico, avere due regole diverse per due differenti leghe non solo non ha precedenti, ma è semplicemente grottesco. 

 

Senza dubbio è da apprezzare il valore strategico della National League, ma è altrettanto giusto apprezzare la necessità di apportare modifiche e questo è il momento giusto per farlo. Il gioco è cambiato, è diventato prettamente offensivo. La strategia è basata principalmente nel battere fuoricampo, costruire fasi di attacco, utilizzare il lanciatore per avanzare corridori sulle basi non fa più parte del gioco moderno, sono strategie diventate sempre più rare. 

 

I nuovi tifosi trovano difficoltà a comprendere la complessità del baseball e bisogna far in modo che per loro l’apprendimento sia più semplice. Sarà anche un boccone amaro da digerire per i tradizionalisti vincolati alle radici delle vecchie strategiche, ma devono fare un passo indietro, si devono sacrificare, e lo devono fare il bene del baseball.

 

E’ ormai deciso che se ci sarà una stagione 2020 ci sarà anche il DH universale. Nel 2021 la NL riconquisterà la sua identità ma con l’inizio della stagione 2022 è più probabile che i lanciatori non batteranno mai più. Sarà anche triste e su questo possiamo essere d’accordo, ma è arrivata l’ora, e forse era già ora da molto tempo ormai.

 

Frankie Russo

 

 

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