
L’inizio del nuovo secolo con gli stati del Far West ancora in fermento tra la irrefrenabile corsa alla ricerca dell’oro e la lotta per accaparrarsi i grandi pascoli e con quelli dell’Est in continuo sviluppo industriale e di benessere con accattivanti pubblicità inerenti il sogno dell’acquisto di un’automobile da scegliere tra “The Cadillac: the Automobile that Solves the Problems”, la “Hynes-Apperson Co: Gold Medal Pan-American Exposition”, la “Ford Motor Car: The Eyes of the Chauffeur”, la“ Olds Motor Works : The Best Thing on Wheels” in vendita a soli 650.00 dollari e l’invito imperativo recitante : “Every People who drive Cars drink Coca Cola” a 5 centesimi mette in evidenza ancora ulteriori particolari innovazioni verso il baseball.
Infatti nel 1900 viene finalmente disegnato e sancito in modo definitivo un più appropriato piatto di casa base a forma di un pentagono facendo porre in soffitta il vecchio a forma di diamante mentre la Rule Committee va ad incidere ancora sulla regola dell’infield fly, già ideata ed approvata nel 1895, approvando acché la stessa doveva essere applicata anche nelle situazioni di zero eliminati ed anche di un eliminato.
Ancora finalmente anche i vertici della National League decidono di uniformare il linguaggio del gioco adottando in tutto il proprio ambito la terminologia inerente le chiamate di Foul, Balls e Strike. Infine il circuito della Western League, ampliando il numero delle franchigie aderenti, va a cambiare il proprio logo in American League debuttando nella sua prima stagione come Major League il 24 aprile del 1901

Purtroppo fu un esordio sfortunato poiché ben tre gare in programma non furono giocate a causa di copiosi rovesci di pioggia e dunque l’onore di apertura rimase ad una gara che evidenziò molte attrattive.
A Chicago, presso il Cricket Club, dinnanzi ad oltre 14mila spettatori paganti si affrontarono i locali White Sox contro i Blu Birds di Cleveland.
A frombolare dal monte di lancio i Sox fecero partire l’esordiente lanciatore destro Roy Lewis Patterson, soprannominato dopo questa gara come “The Boy Wonder”, che riuscì sapientemente a disarticolare il line up dei Blu Birds vincendo la gara per 8-2.
Di contro c’era il blasonato William Leopold Bill Hoffer, già famoso per aver vinto ben 31 gare nel 1895 quando esordì sul monte di lancio con i Baltimore Orioles, che conquistò suo malgrado il negativo onore di essere stato il primo lanciatore perdente nella gara di inizio dei campionati sotto l’egida dell’American League.
Ancora da ricordare sono Ollie Pickering, esterno centro dei Blu Birds, che al suo primo turno in battuta riuscì a battere la prima valida, ed Erv Beck, seconda base sempre dei Birds, che siglò sia il primo doppio durante quella gara sia, nella gara del giorno dopo, a battere il primo fuoricampo della storia dell’American League.
Nel 1902 con i campionati di Major League ormai formalizzati dalla National League e dall’American League, l’attenzione si sposta con interesse su due personaggi a latere: l’ingegnere George A. Baird di Chicago, che va ad inventare il tabellone segnapunti ad impulsi elettrici per segnalare istantaneamente i balls, gli strike e gli out, e sul giornalista sportivo Tom Rice del “Brooklyn Eagle” che incomincia un’attenta campagna promozionale affinché tutti i campi di gioco si completassero non solo con il tabellone segnapunti ma anche con l’attivazione di altre comodità a favore degli spettatori oltre ad annunciare con i megafoni i line up partenti, gli umpire ed in seguito le eventuali successive sostituzioni.
Con il baseball divenuto ormai un culto sociale, nel 1903 vengono riprese per la prima volta le fasi più coinvolgenti di una partita della serie “post season” tra le franchigie di Cleveland e quella di Cincinnati con una particolare attenzione su Nap Lajoie e Harry Bay.
Questi due atleti stavano esprimendo le migliori prestazioni che affascinavano un pubblico sempre più numeroso. Harry quale spettacolare ladro di basi, ben 45 in quell’anno, e Napoleon quale carismatico protagonista del diamante.
Giocatore e poi manager, Lajoie aveva debuttato in Major League con i Phillies di Philadelphia della National League. Successivamente, a seguito della nascita dell’American League, si era trasferito nel 1901, nonostante incresciosi contrasti, agli Athletics sempre di Philadelphia sotto l’ala protettrice di Connie Mack.
L’anno dopo, per la sua crescente popolarità, fu ingaggiato dai Cleveland Bronchos che, in omaggio al loro eclettico giocatore, da allora vennero chiamati Cleveland Napoleons, abbreviato in “Naps”, sino al 1916, ultimo anno della sua permanenza in squadra. Detentore in diversi anni di svariati record inerenti sia la media battuta sia il numero di battute valide, alternandosi con Ty Cobb, sarà definito in seguito “il miglior seconda base nella storia del baseball” e “ il miglior giocatore ad aver indossato la casacca di Cleveland”.
Lo stesso funambolico lanciatore Cy Young dirà in chiusura di carriera che il Lajoie era stato uno dei giocatore più impegnativi che avesse mai incontrato. Nel 1999 il periodico “The Sporting News” lo inserirà nella particolare classifica dei migliori cento giocatori di tutti i tempi al 29° posto.
Queste riprese di fatto ebbero a sancire il delicato matrimonio tra diritti di immagine e libertà di cronaca a tutto vantaggio dei vertici della Major League che, dai 500 dollari che percepiranno nel 1910 per le riprese delle fasi della World Series, ne andranno poi a riscuotere nel 1911 ben 3500.
Tra pubblicità, riprese filmate, scommesse legali o meno, articoli, quadri d’autore, un po’ di letteratura ed altro il baseball maggiorenne era diventato un irresistibile e munifico businees.
E la storia infinita continua…
Michele Dodde
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