
di Frankie Russo tratto da usatoday.com
Il technology cheating pare non aver fine. Dopo il licenziamento di un GM (Jeff Juhnow) e tre managers (A.J. Hinch, Alex Cora e Carlos Beltran - interessante quello di quest’ultimo che non ha fatto nemmeno in tempo a vestire la casacca!), ora è la volta di giocatori, coach e manager di esprimere la loro opinione. In effetti il modo in cui si sono svolte le cose nelle ultime World Series non fa piacere a nessuno, e adesso molti puntano il dito verso colui che ha reso pubblico lo scandalo, il lanciatore degli Oakland Athletics Mike Fiers. Era dai tempi di Jose Canseco che un giocatore non denunciava il sistema. Imbrogliare ha sempre fatto parte del gioco e in molti, ivi compreso la MLB, hanno preferito far finta di niente. L’opinione di LaTroy Hawkins, ex lanciatore dei Minnesota Twins, ora dirigente di detta organizzazione, è che anche ai suoi tempi esisteva l’uso degli steroidi e tutti lo sapevano. Oggi la storia si ripete. Tutti cercano di trarre un minimo vantaggio in qualsiasi modo possibile.
Gli Astros hanno avuto la possibilità di sfruttare la tecnologia, lo hanno fatto, ma sono stati scoperti. Forse hanno esagerato? Probabilmente si. Vi sono coloro che hanno perso il lavoro, magari compromesso anche la carriera. La MLB ha fatto bene a intervenire e far capire che non avrebbe tollerato oltre.

Chi sa per quanto tempo ancora sarebbe andata avanti la storia se non fosse stato per l’intervista rilasciata da Mike Fiers.
Ed ora, invece di essere considerato un eroe, per alcuni è responsabile di aver violato l’etica dello spogliatoio (ciò che succede nello spogliatoio, rimane nello spogliatoio, ndt).
E così Hawkins tira una frecciata a Fiers accusandolo per aver reso nota la storia solo dopo aver lasciato l’organizzazione.
Per Hawkins sarebbe stato più onesto farlo presente quando faceva parte del roster e quando ha conquistato l’anello. Poteva avvertire i compagni che non era giusto, che si stava facendo qualcosa di irregolare.
Altri hanno espresso lo stesso parere di Hawkins e si chiedono come sarà trattato Fiers dagli avversari e dagli stessi compagni di squadra.

Tra le più autorevoli si alza la voce del coach di 3B degli Atlanta Braves Ron Washington che cita il vecchio aneddoto: “Se hai nulla di buono da dire, allora taci!”.
Ovviamente per il momento non vi è molta simpatia per gli Astros, ma gli imbrogli sono sempre esistiti, è solo che Houston ha superato il limite con l’utilizzo della tecnologia.
Gli Astros sono una delle squadre più talentuose e non avevano bisogno di imbrogliare. Invece hanno macchiato la loro reputazione, hanno macchiato l’organizzazione quando invece erano in grado di vincere onestamente.
Diverso è il discorso se il lanciatore ingenuamente si fa leggere il tipo di lancio o il ricevitore si fa rubare il segnale, questo è ammesso ma non con l’uso della tecnologia. Magari lo hanno fatto anche altre squadre, ma non si sono fatti scoprire.
Al riguardo l’ex vincitore del Cy Young Jack McDowell, che ha giocato per i White Sox negli anni 80, ha rilasciato una intervista dove ha ammesso che a quei tempi l’allora manager Tony La Russa aveva usato attrezzature video per rubare i segnali all’avversario.
Sono in molti che sostengono che gli Astros hanno vinto solo perché conoscevano in anticipo i lanci, ma ci si dimentica che gli Astros hanno vinto anche quando giocavano fuori casa.

Le attenzioni adesso sono tutte puntate verso Jose Altuve, 2B degli Astros, per il fuoricampo realizzato contro Aroldis Chapman che ha proiettato la sua squadra nelle World Sereis.
Altuve è accusato di aver avuto un cicalino elettronico nascosto sotto la casacca che lo ha avvertito del lancio che sarebbe arrivato, ma fino ad ora la MLB non ha trovato sufficienti prove nel merito.
Ora, è vero che lo slider interno di Chapman non era dei suoi migliori, ma era sempre un lancio basso interno a poco meno di 100mph molto difficile da colpire. Rimarrà probabilmente per sempre una domanda senza risposta.
Le indagini non riguarderanno solo gli Astros e i Red Sox, altri giocatori parleranno e si scopriranno altri scandali. La domanda che ci si pone è come si può porre fine.
Un’altra autorevole voce quale quella di Mike Scioscia, ex manager dei Los Angeles Angels, suggerisce che la stanza dei video deve essere allontanata dal dugout. Tutte le attrezzature relative al replay devono essere poste lontane dal dugout ed eliminare qualsiasi comunicazione con essa. Avere tutta questa tecnologia troppo vicino rappresenta una grossa tentazione.
Basterà questo per eliminare del tutto ogni e qualsiasi imbroglio? Forse no, ma mai s’inizia e mai si finisce. Poi magari si inventerà in qualche altro metodo per trarre vantaggio, ma questa è un’altra storia.
Frankie Russo
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