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C'è tanto da osservare

Nella foto James Paxton, gara di lunedì, sostituito dopo 2, 1/3  di inning lanciati ( by Entercom Radio, LLC)
Nella foto James Paxton, gara di lunedì, sostituito dopo 2, 1/3 di inning lanciati ( by Entercom Radio, LLC)

di Frankie Russo

Stiamo assistendo a qualcosa di diverso in questi playoff tanto che qualche aspetto spesso oggetto di discussione sembra passare in secondo ordine. La durata delle gare? Veramente non credo che questo sia un problema.  Le gare nei playoff durano di più e così deve essere. Nei playoff entrano in gioco tanti altri fattori e tutti i protagonisti devono concentrarsi al massimo a cominciare dal manager e dal lanciatore per finire al ricevitore. Anche se i tanti cambi sul monte possono sembrare noiosi, è una strategia che diventa fondamentale in questo periodo dell’anno. E proprio a causa dei tanti fattori che ne conseguono, stiamo assistendo a qualcosa di nuovo dove le nuove strategie regnano come mai era successo prima. 

Prendiamo come esempio l’utilizzo del bullpen  sin dalle prime riprese anche quando sul monte si trova l’asso della rotazione. In Gara 2 dell’ALCS abbiamo visto gli Yankees utilizzare un rilievo già nella terza ripresa nonostante sul monte ci fosse James Paxton. In passato non avremmo mai assistito a qualcosa del genere a meno che non si fosse trattato di una gara con in ballo l’eliminazione. Adesso è diventata una strategia necessaria anche  in Gara 2 delle LCS in una serie da 7. 

 

E poi abbiamo assistito i Tampa Bay Rays perfezionare “l’arte del bullpen” affidando una gara quasi esclusivamente ai rilievi.  (A proposito, qualcuno si è forse annoiato durante queste gare per i tanti cambi sul monte? )

 

Coloro che hanno la possibilità di ascoltare le gare in madre lingua, avranno  certamente notato quanti piccoli particolari vengono portati alla nostra attenzione di come i giocatori controllano i chart, di come i ricevitori consultano le strategie riportate sui polsi, di come gli esterni tirano fuori dalla tasca i chart relativi ad ogni battitore e di come i lanciatori controllino la sequenza dei segnali sul foglio nascosto nel cappello.

 

I giocatori studiano in continuazione anche quando sono in campo e al loro rientro  nel dugout i coach sono lì ad attenderli con tablets per informarli sulle caratteristiche del lanciatore che dovranno affrontare. 

 

Ovviamente gli appassionati più attenti se ne sono accorti, ma non deve essere sottovalutato l’impatto che può avere sul tifoso che segue il baseball solo a ottobre. Telecronisti e analisti enfatizzano sulle strategie in atto evidenziando  come ogni squadra cerchi di avvantaggiarsi nei confronti dell’avversario approfittando di ogni sottilissimo aspetto.

Il pick off di Andy Petitte
Il pick off di Andy Petitte

Per esempio, oggi come non mai ci si sofferma ad analizzare la meccanica di lancio per catturare qualsiasi segno che possa indicare il lancio che sta per arrivare.

 

Vi è il sospetto che Paxon lo facesse nella su menzionata gara e vi è un precedente nelle WS del 2001 NY Yankees vs. Arizona Diamondbacks. Questi ultimi notarono un diverso posizionamento del guanto di Andy Petitte quando tentava un pickoff e quando lanciava a casa. I DBacks riuscirono a rubare molte basi nonostante Petitte avesse uno dei migliori movimenti di pickoff nelle majors. Allora fu un’eccezione, oggi è di routine. I giocatori discutono con i loro compagni per trasmettere maggiori informazioni relative all’avversario.

 

Senza la collaborazione di validi telecronisti, ai meno esperti non si presenterebbero queste opportunità  se non alla fine quando la gara viene analizzata dai media. 

 

Avete notato come, con corridore in seconda, i ricevitori  non solo cambiano la sequenza, ma anche il set dei segnali da comunicare al lanciatore? (il che spiega da parte di quest’ultimo il continuo controllo del foglio nel cappello). 

 

Non pensate che sia importante che anche il meno esperto dei tifosi possa conoscere cosa sta succedendo in campo nei minimi particolari? Si, credo che sia giusto che tutti sappiano cosa si sta svolgendo sul palcoscenico.  

 

Esistono tanti piccoli ed importanti elementi che l’occhio non riesce a catturare ed è importante che la MLB tiri fuori questi aspetti nascosti.

 

Concludiamo con il dire che vi è tanto altro da vedere e studiare pure per il vero appassionato se veramente egli abbia voglia di imparare gli aspetti più nascosti del gioco. 

 

Frankie Russo

 

 

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