
Di recente, all’improvviso durante lo zapping televisivo delle sere d’estate, quando in TV non c’è niente, ma proprio niente da vedere, trovo una partita di baseball.
Si giocava infatti una partita tra i Texas Rangers e i Tampa Bay Rays che ormai alla nona ripresa si stavano giocando la vittoria e sul monte di lancio chi compare? Un giocatore maturo che da buon closer doveva chiudere l’incontro per Tampa Bay, in trasferta a Dallas e con tutto il mega Stadio texano … in piedi ad incitarlo.
E chi era questo giocatore? Jim Morris. E che cosa fa questo giocatore? Tre strike consecutivi con un’eliminazione al piatto, senza alcun ball. A questo punto vi verrà il sospetto che quanto vi ho descritto fino ad ora sia un film ed in effetti lo è, perché è assai difficile che un lanciatore tiri tre palle veloci consecutive e faccia tre strike uno dopo l’altro, ma il fatto ancor più strabiliante è che quanto vi ho raccontato è tratto da una storia vera, ossia dalla folgorante carriera di Jim Samuel Morris Jr. (1964).
Questo giocatore, infatti è stato protagonista tra il 1999 ed il 2000 di una breve, ma intensa carriera nelle Majors, ove arrivò e debuttò alla non più verde età di 35 anni, perché dopo aver lasciato una prima volta il baseball professionistico a 24 anni, a causa di alcuni infortuni occorsigli al braccio sinistro, un giorno nell’incitare da allenatore la propria squadra di baseball giovanile, fece una promessa di quelle a cui non puoi sfuggire, perché se i suoi Ragazzi avessero vinto il Campionato locale, lui avrebbe fatto un provino per rientrare nelle Majors League, come rookie. E infatti, così andò e il resto è storia.

Jim Morris, che nel film “The Rookies" (Un sogno, una vittoria) viene interpretato da Dennis Quaid, fu scelto dalla squadra dei Tampa Bay Rays con i quali giocò dal 1999 al 2000.
Nel 2001 poi Jim Morris firmò un contratto con i Los Angeles Dodgers per i quali avrebbe giocato nelle Minors e quindi si ritirò felice e definitivamente dal baseball nello stesso anno.
La cosa bella di questa storia e di questo film è che fino a quando non ho visto i titoli di coda, mai e poi mai avrei potuto immaginare che quanto stavo vedendo era realmente accaduto, perché mi pareva veramente strambo, ma in fondo a pensarci è una storia molto americana.
Eh sì, perché gli Stati Uniti sono la Nazione delle occasioni, dove tutto è possibile: dove si è educati allo sport e soprattutto a vincere, perché gli Statunitensi amano, in realtà solo e soltanto vincere e le sconfitte per loro non sono altro che un prologo ed uno stimolo a future vittorie.
E’ una questione di mentalità e la storia di Morris è davvero un paradigma di questo modo di vivere la vita e il fatto che il baseball abbia fatto da sfondo a tutto questo è particolarmente indicativo, del resto la stessa storia di Robel Garcia (1993), vale a dire dell’interno che dopo aver giocato e vinto in Italia con la Fortitudo Baseball nel 2018, ora sta giocando e soprattutto convincendo negli USA, con i Chicago Cubs, ne è un ulteriore esempio, di cui magari prossimamente riparleremo.
Allegra Giuffredi
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