
“Tu vinci se sai chi sei!” è una frase profonda e molto vera, che in sé racchiude lo spirito sportivo di una psicologa dell’Associazione Laureus Italia Onlus.
Questa giovane ragazza fa parte del team che insegna a giocare a softball, insieme ad altre volontarie come lei, in quel di Quarto Oggiaro, ossia in una realtà milanese, molto lontana dal glamour che Milano solitamente ispira, ma che in fondo, anche con questo sforzo esemplare, ci consegna quell’incrollabile volontà imprenditoriale, sognatrice e costruttiva, che solo Milano, in Italia, ha.
In un quartiere difficile, con tante criticità socio economiche, tante problematiche serie e reali, le ragazze fanno ancora più fatica ad esprimersi, perché per loro è come se il tempo si fosse fermato agli anni Cinquanta, con un coprifuoco fisico e mentale, morale ed anacronistico che le chiude in un limbo dove possono aspirare solo alla terza media e quindi a sposarsi e a fare figli.
In una realtà così complicata e chiusa, esiste una squadra di softball, con un allenatore e, come dicevo all’inizio delle coach che insegnano lo spirito sportivo e un modo diverso di approcciare la vita ed il futuro, attraverso il softball.
E cosa c’è di più bello che correre, arrivare in base, andare alla battuta e fare una valida? La risposta è scontata, perché per queste ragazze e ragazzine, il softball è la porta d’uscita da un quartiere e da una condizione a dir poco disagiata per entrare nel mondo, per costruirsi un futuro e mettersi alla prova.
Ed è bellissimo vedere ed ascoltare bimbe che valutano l’opportunità di giocare a softball da 1 a 10, come se fosse un 13 e ritenersi fiere per una battuta valida.
Queste ragazze fanno gruppo con le loro divise e si costruiscono una loro identità che se vorranno, le porterà fuori da un contesto faticoso, ma che non vorrei neanche demonizzare eccessivamente e che un domani comunque le porterà magari anche a sposarsi ed avere dei figli, ma in maniera sicuramente più consapevole.
“Agganciare” queste ragazze, facendo capire loro che non esiste solo la fantomatica “piazzetta” o lo smartphone, ma anche un campo dove allenarsi e dove imparare l’autodisciplina sportiva e il gioco di squadra, il sincronismo che ci vuole per praticare sia il baseball che il softball, è un’esperienza importante anche per chi insegna ed allena queste bimbe e ragazze.
“Tu vinci se sai chi sei” è un manifesto esemplare di ciò che vuol dire giocare a baseball e a softball, perché il nostro è uno sport che nasce come passatempo, tanto che in inglese la partita di baseball è un “baseball game” e non un “baseball match”, ma la concentrazione, la determinazione e la lucidità che ci vogliono per praticarli sono tipici solo di persone mature, anche se ancora in costruzione proprio come queste ragazze.
E allora che dire di più? Continuate così, perché lo sport in generale e il softball in particolare rappresentano la libertà di potersi esprimere, senza conformismo, senza percorsi obbligati ed essere se stesse, non in maniera disordinata ed anarchica, ma uscendo comunque da schemi preordinati e secondo le regole, le mille regole e la disciplina del “batti e corri”.
Allegra Giuffredi
Sotto il video del progetto
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Michele (sabato, 29 giugno 2019 18:47)
Uno splendido messaggio in un filmato da divulgare senza alcuna retorica. È vitale e trasmette emozioni.