
L’appassionato di baseball sa che esistono i “complete game”, le “shutout”, le “no hit” e le "partite perfette". Queste partite sono il vanto di qualsiasi lanciatore, così come il fuoricampo lo è per l’uomo in battuta. Ma siccome non ci sono solo gli appassionati e magari proprio adesso un neofita del baseball sta leggendo queste parole, diamo in premessa, qualche utile informazione. La “complete game” è la partita in cui il lanciatore rimane sul monte di lancio per tutta la durata della stessa; la “shutout” è una “complete game” in cui il lanciatore non permette agli avversari di segnare punti; la “no hit” è una “complete game” in cui il lanciatore non permette alcuna battuta valida agli avversari; la “partita perfetta” è una “complete game” in cui il lanciatore riesce a non far arrivare in prima base alcun avversario. Roy Henshaw (1911 - 1993) nativo di Chicago è stato un solido lanciatore mancino dei Cubs, per tre stagioni, nel 1933 ed ancora dal 1935 al 1936 e passò otto anni complessivi, nella MLB.
Henshaw era stato spesso oggetto di scherzi da parte della stampa avversaria, specialmente a Pittsburgh a causa della sua bassa statura: due barattoli e poco più, ma l’ultimo a ridere fu proprio lui, nel 1935, quando fece un record di sette vittorie ad uno contro i Pirates di cui quattro “complete game”.
La sua migliore performance contro Pittsburgh, quell’anno fu il 28 giugno, quando fece fuori un intero line up che comprendeva i fratelli e futuri membri della Hall of Fame Lloyd (1906 – 1982) e Paul Waner (1903 – 1965). Dopo l’ultimo eliminato della gara, i compagni di Henshaw lo portarono in trionfo sul monte di lancio di Wrigley Field per festeggiare la vittoria per otto a zero e la no hit dello stesso Henshaw o perlomeno di quella che credevano fosse una no hit.
Nel sesto inning, infatti, Henshaw fece battere una volata al lanciatore dei Pirates Mace Brown (1909 – 2002), perché nella National League vanno in battuta anche i lanciatori.
L’esterno centro dei Cubs, Fred Lindstrom (1905 – 1981) fece una lunga corsa per prendere al volo la palla e ce l’aveva quasi fatta, ma la palla gli cadde dal guantone e invece dell’eliminazione ci fu un doppio. Il classificatore ufficiale registrò un doppio, ma sul tabellone di Wrigley field che era ed è ancora “a mano”, in quegli anni, non c’era un indicatore valide/errori, così tutti i giocatori dei Cubs pensavano che fosse salvo su errore.
Fu solo quando Henshaw e i suoi compagni raggiunsero gli spogliatoi, dopo la fine della gara, che appresero della decisione del classificatore. Henshaw fece ricorso e chiese che la decisione fosse revocata, ma non ottenne nulla: riso amaro.
Allegra Giuffredi
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