
C’è un giocatore assai particolare nel panorama statunitense che si è distinto per aver applicato al baseball quella tecnica drammaturgica, tale per cui per interpretare un ruolo, bisogna calarsi completamente nella parte e quindi se si interpreta un minatore, si deve andare in miniera, così come se si interpreta un musicista si deve andare al Conservatorio e via discorrendo. Credo che questa tecnica prenda il nome da una famosa scuola di recitazione, vale a dire la Stanislavskij e che anzi sia un vero e proprio metodo, ma vediamo come ciò si attaglia al baseball. Interprete di questa metodologia applicata al batti e corri statunitense è stato il lanciatore Hank Grampp (1903 - 1986) che infatti rimase particolarmente sorpreso quando, nel 1927 fu scelto nel roster dei Chicago Cubs durante lo spring - training di quell'anno. Grampp era consapevole di non essere un granché, ma fu felicissimo di rientrare nel roster dei Chicago Cubs.
Ma dietro a questa scelta, all'apparenza così stramba e bislacca c’era un piano ben preciso e il pianificatore era il Manager della squadra di Chicago, ossia Joe Mc Carthy (1887 - 1978), il quale sapeva benissimo di aver scelto un lanciatore assai modesto, ma sapeva altrettanto bene come l’avrebbe impiegato.
Eh sì! Perché a Mc Carthy, il buon Grampp serviva solo e soltanto per allenare il line up, come lanciatore nel batting practice e basta.
In pratica Grampp doveva interpretare il ruolo del lanciatore o dei lanciatori che i Cubs avrebbero successivamente incontrato, lanciando appunto come il partente e i rilievi avversari che i Cubs avrebbero trovato nel turno successivo e così fece.
Grampp fu davvero impeccabile nel rappresentare ogni tipologia di lancio e lanciatore, dal mancino, al destrorso, indossando le casacche avversarie ed arrivando anche a riprodurre assai fedelmente pure i tic nervosi degli avversari.
Insomma, un vero e proprio lavoro di fino, che Grampp fece per tre anni, durante i quali non fu quasi mai schierato tra i rilievi e tanto meno tra i partenti della squadra, ma che alla fine si guadagnò la riconoscenza di Mc Carthy.
Il Manager infatti, quando ormai i giochi erano praticamente conclusi per i Cubs e certo non per caso, decise di schierare Grampp durante tre incontri, che il nostro grande interprete giocò felicemente … male.
Mc Carthy decise perciò di ricompensare Grampp utilizzandolo in tre partite delle Major Leagues: due volte, come rilievo, nella Stagione 1927 e una volta come partente nella Finale della Stagione del 1929, quando i Cubs avevano già conquistato il Pennant della National League.
Sfortunatamente il nostro giocò come sapeva, ossia come un lanciatore di batting practice, concedendo ben nove punti, otto valide e quattro basi per ball, nella sua breve carriera della durata di cinque inning. Una performance davvero indimenticabile, anche questa, non c’è che dire.
Allegra Giuffredi
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Michele (giovedì, 03 maggio 2018 09:06)
Cara Allegra, una gran bella storia. Però vediamo il bicchiere mezzo pieno: il buon Hank non ha concesso alcun fuoricampo !!!!