
Il mondo è piccolo, non c’è che dire e sapete, perché? Pochi anni fa, mentre mi stavo presentando al mio nuovo Capo Servizio, nel parlargli di me, menzionai anche il baseball; nel lavoro che faccio, infatti, bisogna saper scrivere e scrivere dei corsivi su una determinata materia, aiuta. Ma la cosa più bella fu che il mio Capo, siciliano di Trapani e che di nome fa Giovanni, detto informalmente Gio’, mi si presentò come discendente dalla famiglia che aveva dato i natali a Joe DiMaggio (1914 -1999) per parte materna. Joe DiMaggio, infatti derivava da una famiglia di uomini e donne di mare proveniente da Isola delle Femmine (Palermo) e che una volta arrivati in California, terra natia del nostro Joe, si fecero particolarmente apprezzare come pescatori indomiti e particolarmente abili nella pesca in fondali profondi e perigliosi, tanto che dalla California, che già di suo è difficile e dalle acque freddissime, si trasferirono sino in Alaska, un posto che è tutto un programma.
Il legame di Joe DiMaggio con l’Italia ed in particolare con la Sicilia è sempre stato assai stretto, tanto che di visite italiane, del grande campione se ne contano ben tre.

La prima, avvenne nel 1955 e proprio ad Isola delle Femmine, dove DiMaggio arrivò, subito dopo il veloce fallimento del clamoroso idillio matrimoniale con Marilyn Monroe (1926 – 1962), la famosa diva americana a cui il romantico Joe rimase comunque sempre legatissimo.
In proposito il mio Capo, che di nome, come detto informalmente, fa Gio’, mi raccontò di come la sua bimba, qualche anno fa, pavoneggiandosi della “Zia Marylin” con i compagni di scuola, fu presa universalmente in giro, con la crudeltà tipica dei bimbi e quindi, una volta tornata a casa, affermò singhiozzante, che nessuno le aveva creduto. Ma torniamo al primo soggiorno siciliano del Dimaggio Joe.
Durante questa prima visita nei luoghi d’origine della sua famiglia, s’intrattenne con l’allora Sindaco, Francesco Di Maggio e con la di lui sorella, la Signora Elisabetta che sapendo l’inglese fece da perfetta guida nel paese, dove, anche se, non c’era la banda, tutti i residenti, riconobbero e salutarono con grande trasporto quel figlio tanto famoso e rispettato.
DiMaggio, però, desiderava le fanfare e, dopo un altro viaggio romano nel 1962, decise di tornare in Sicilia e ad Isola delle Femmine solo nel 1993, dove il 25 aprile di quell’anno avrebbe dovuto ritirare in pompa magna, la cittadinanza onoraria del paese d’origine della sua famiglia. Ma, tra la delusione popolare di tutto il paese, DiMaggio non si presentò, perché a Roma, dove aveva fatto scalo e dove aveva lanciato la prima palla di un incontro di baseball all’Acquacetosa, gli venne un “coccolone” per una crisi respiratoria, in quanto forte fumatore.
La cittadinanza onoraria la ricevette comunque in un albergo romano, mentre a godere della festa siciliana furono i rappresentanti della Federazione Italia - America di cui DiMaggio era presidente.
Giovanni, il mio Capo mi ha raccontato di quanto male ci rimasero un po’ tutti nel paese, che ovviamente si era speso in festeggiamenti generosi, come solo in Sicilia sanno fare. Ma tant’è. Isola delle Femmine conta comunque di valorizzare questo suo figlio sportivo un po’ vanitoso, con un museo che gli dia il giusto lustro, come già si fa in California, dove non c’è pietra che non sia stata calcata dal DiMaggio, che non sia celebrata con targhe, cippi o altro in memoria del grande Campione.
Allegra Giuffredi
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