
da ESPN
Il baseball continua la sua evoluzione e questa volta non è l’ufficio a decidere bensì il campo. In una gara di spring training del 27 febbraio scorso, i Phillies schierarono il loro prima base Tommy Joseph all’esterno sinistro. Al pubblico sembrò subito strano, ma le stranezze dovevano ancora venire. Nel corso della seconda ripresa, durante una sostituzione sul monte, per affrontare lo switch hitter Victor Reyes dei Tigers, i Phillies fecero un’altra strana mossa. Mentre Reyes si posizionava nel box da mancino, Joseph da sinistra si spostò a destra scambiando la posizione con Collin Cowill. Dopo che Reyes finì il turno con uno strike out, i due esterni di nuovo si scambiarono posizione. Sembra strano ma per gli analisti dei Phillies in effetti non lo era. Lo shift era stato già deciso prima della gara poiché i chart dimostravano come Reyes tendeva a battere le volate in campo opposto e quindi i Phillies pensarono bene di spostare il migliore difensore a sinistra.
Uno dei più avvincenti aspetti del baseball moderno è come continua ad evolversi. Alcuni cambiamenti sono comprensibili anche all’occhio del tifoso meno attento, come l’incremento dei fuoricampo nelle ultime stagioni o gli shift degli interni iniziati già da un decennio.
Alcune evoluzioni invece sono meno notabili come i pitchout che sono in forte diminuzione se non totalmente assenti. Basti pensare che nella National League la scorsa stagione ne son stati effettuati solo 59, di cui 3 da parte dei Nationals di Dusty Baker. Quando Backer era manager dei Giants nel 1996 di pitchout ne ordinò 96. Ma non si usa più, nessuna squadra vuole sprecare un lancio.
Possiamo quindi presumere che l’outfield shift di Gabe Kapler è l’inizio di un’altra rivoluzione? Nel caso specifico di Joseph, sarà difficile vederlo giocare costantemente all’esterno e pertanto è probabile che sarà il loro slugger Rhys Hoskins a ricoprire il ruolo di esterno anche se con poca esperienza.
L’outfield switch è stato applicato abbastanza spesso durante questo spring training dai Phillies e si prevede che l’esperimento continui anche nella Regular Season. Questo spiega perché Hoskins si sta allenando in entrambi gli angoli all’esterno. Per il momento egli rimane il loro esterno più debole e di conseguenza è facile intuire che lo vedremo correre da una parte all’altro del campo tra un battitore e l’altro. I giocatori interessati sembrano entusiasti, ma c’è anche da chiedersi fino a che punto e se ne varrà la pena.
La complessità dello shift consiste nel fatto che la maggior parte delle battute a terra sono "tirate" e quindi lo shift ha più senso, mentre le volate e linee sono più equamente sparse come mostrano i numeri che seguono:
Right-handed hitters | Left-handed hitters |
Left field: 29.7 % | Left field: 37.1 % |
Center field: 34.8 % | Center field: 34.5 % |
Right field: 35.5 % | Right field: 28.4 % |
Far left: 17.9 % | Far left: 22.5 % |
Far right: 21.4 % | Far right: 16.4 % |
Per i battitori di contatto magari lo shift presenta meno necessità mentre per i più potenti vale la pena prestare maggiore attenzione. Un esempio esemplare che giustifica tale strategia, è Eric Hosmer come dimostra la tabella che segue:
Studiando tale spread, Russell Carleton di Baseball Prospectus sostiene che con questo tipo di battitore si potrebbe anche schierare un lanciatore all’esterno destro. Altri analisti hanno determinato che la media di punti salvati tra un ottimo esterno e uno medio è di 0,2 per inning, quindi quasi ininfluente. Ma i Phillies certamente dispongono dei loro analisti che hanno tirato fuori dal cilindro numeri diversi.
Ma le domande restano: vale la pena vedere il migliore battitore correre da una parte all’altro del campo? Potrà influenzare negativamente sul ritmo del lanciatore? E che dirà Manfred se questo determinerà una perdita tempo? Attendiamo di vedere come si comporterà Kapler una volta iniziato il campionato.
Stay tuned!
Frankie Russo
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