
Negli anni Sessanta è capitato ad alcuni tra i nostri giocatori più rappresentativi di andare negli USA per giocare nell’organizzazione di grandi squadre, ma senza riuscire a restarvi, perché all’epoca o in Italia o negli Stati Uniti, c’era comunque la leva militare da attendere e quindi da una parte o dall’altra bisognava servire la Patria.
A parte ogni considerazione su un periodo della vita di molti ragazzi che, comunque fosse, avevano l’occasione per fare una bella visita medica completa, fare alcune vaccinazioni e di imparare qualcosa di utile, anche come obiettore di coscienza, negli USA, gli anni Sessanta erano anni in cui se si partiva, si andava al fronte e il fronte, spesso era il Vietnam.
Quegli anni furono assai importanti, perché furono la base culturale e sociale di come siamo oggi, nel bene e nel male: peace and love, la musica e la protesta da una parte e chi combatteva in guerra, dall’altra.
Per molti giovani americani questa decade fu passata anche in caserma e tra loro vi erano anche dei giocatori di baseball, come Ken Holtzman(1945).
Holtzman ha giocato come pitcher tra il 1965 e il 1979, ha vinto ben tre WS con Oakland ed ha collezionato due “no – hit”.
All’inizio della sua carriera, Holtzman giocò inizialmente con i Cubs di Chicago e nella stagione 1967, aveva già un’ERA di 2.33 quando, nel maggio di quell’anno, dovette aggregarsi per sei mesi alla Illinois National Guard di stanza a Fort Polk in Louisiana.

Non appena fu trasferito a Fort Sam a Houston in Texas, Holtzman ebbe l’opportunità di avere periodi di licenza che passò allenandosi con Elvin “El” Walter Tappe (1927 – 1998) il quale gli era stato opportunamente mandato proprio dai Cubs.
Tanto fu fatto che Holtzman, dopo un’assenza dal campo di gioco di ben tre mesi, volò a Chicago, dove il 13 agosto 1967, vinse 6 a 2 contro i Phillies di Philadelphia.
Ad Holtzman furono poi concesse altre tre licenze durante le ultime sette settimane della stagione, riuscendo così a finire la sua stagione 9 -0 con un’ERA di 2.53.
Holtzman è la prova di come la dedizione e la volontà possano prevalere sulle avversità, ma anche Tappe merita di essere ricordato, perché non è un caso che sia stato proprio lui ad essere inviato dai Cubs in un polveroso forte texano.
Tappe, infatti, riteneva che, affinché ogni parte dell’organizzazione dei Cubs portasse avanti la stessa filosofia, i tecnici dovessero ruotare dalla Squadra principale alla franchigia più piccola.
Questa filosofia, ancora oggi viene utilizzata, sempre come se fosse una gran novità, in tante compagini sportive sia di club che nazionali e come sappiamo bene, siamo sempre in guerra con qualcuno …
Allegra Giuffredi
Scrivi commento