
Si narra che la storia scritta da Michael Dault e poi da lui sceneggiata e portata sul grande schermo a quattro mani con David Boyd sia del tutto vera in quanto basata su eventi che hanno interessato la famiglia Dalton. Ma la famiglia Dalton non è altro che una comunissima famiglia americana che per acquisire una soddisfacente possibilità economica si trasferisce, pur con qualche velato disincanto, nella città mineraria di Rupland dove ad unire in modo coeso e finalità oltremodo sociali i suoi abitanti c’è solo il baseball.
Ed è nelle tristi giornate d’inverno, ed è al di sopra dei momenti di duro lavoro, ed è nella ricercata bellezza dei gesti a stemperare la insignificante monotonia, ed è nell’attesa dell’estate che il baseball a Rupland diventa una religione di scelta di vita, di sentimento d’amore, di filosofia creativa. Ed è nel nome del padre, dei figli e del grande gioco antico che la storia diventa avvincente e significativa di un piccolo mondo a parte ed in verità nucleo formativo di futuri uomini.
E quando arriva l’estate, ecco che i sogni di Jack, Johnny e Joe Dalton si realizzano poiché potranno finalmente giocare nella virgolettata Little League della “Lega Estiva” dove si gioca il miglior baseball del paese.
A Rupland tutti i ragazzi sognano di indossare la divisa nero arancio degli Hawks, franchigia della cittadina ma soprattutto mitica idea di cui i giocatori sono idoli irraggiungibili. Ed è a questa idea che mirano, sotto la guida del loro genitore, i giovani Dalton: Jack, 12 anni, Johnny, 10 anni e Joe, 7 anni quando, nell’ambito della squadra, si rivelano potenziali promesse. Tuttavia si trovano altresì ad intrecciare gioco e sentimenti con gli altri coetanei dodicenni tra cui Eli Masterson, atleticamente perfetto ma che non riesce mai ad effettuare un buon tiro, Lou Webb, giovane di colore che si rivelerà un fedele e sincero amico di Jack, Nick Kosko, buon giocatore in perfetta sintonia con Jack ma emotivamente depresso per via delle vicende in cui è coinvolto il proprio padre notoriamente alcolizzato unitamente alle altre problematiche giovanili che la cittadina ingigantisce come ombre lunghe..
Dalla Little League alla Lega Estiva i ragazzi Dalton, un vero ballplayer il più grande, un astioso ribelle il secondo ed un pacato narratore il terzo, cresceranno dibattendosi sui principi e le scelte coinvolgenti della storia stessa della cittadina e seguiranno percorsi diversi destinati a cambiare definitivamente il futuro sia della loro famiglia e sia della città. Ed il baseball resterà l’unico imperturbabile sigillo e duraturo collante.
The Sons of Summer, girato interamente in Michigan e finanziato dalla Tip Toe Productions e che si posizionerà al 314° posto nel fantasioso elenco dei film che hanno interessato il baseball, avrebbe dovuto entrare nei circuiti nel 2016, ma che i soliti problemi di montaggio hanno fatto slittare ad altra data, racconta in sintesi la storia di una comune famiglia, del coinvolgimento che il baseball in essa produce e della gloria del sogno americano in Rupland quale ultimo anelito di una piccola e dimenticata città sempre nel nome del padre, dei figli e del grande gioco antico..
Michele Dodde
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