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Reclutamento quando e con quali motivazioni

Foto tratta dal sito della Scuola Materna SS. Redentore Milano
Foto tratta dal sito della Scuola Materna SS. Redentore Milano

di Paolo Castagnini

Come sottolineato più volte il nostro gioco è molto gradito da bambini, bambine e insegnanti di ogni ordine e grado. Ma tutto il lavoro di diffusione che le nostre società producono non danno il risultato sperato. Come in ogni progetto è necessario prima di tutto capire quali sono gli obiettivi, quali difficoltà si potranno incontrare e quali sono le soluzioni da adottare. Come sappiamo la concorrenza è spietata e pertanto dovremo agire con più consapevolezza cercando di utilizzare il nostro tempo in modo più efficace. Per farlo ho pensato di utilizzare nuovamente la Tesi di Laurea di Roberto Pasero, come già negli articoli del 30 luglio e del 4 agosto.

Perché si fa sport? Ce lo siamo mai chiesto veramente? Come vediamo dal grafico sopra le motivazioni sono differenti tra le nazioni europee. Così se praticamente per tutti la motivazione principe è "Per migliorare la salute" vediamo che all'interno di questa stessa motivazione se per gli Svedesi concorre all'85 %,  per gli italiani è una motivazione che vale per poco più del 50%. Di certo sorprende - ma forse non più di tanto - che gli Italiani siano primi nel gradimento: "Per migliorare l'aspetto fisico". Più del 30 % infatti fa sport ritenendo importante questa motivazione. Se dobbiamo fare un progetto cercando di comunicare a chi ci rivolgiamo che cosa siamo in grado di ottenere, dovremmo capire anche tutte le altre motivazioni che portano i ragazzi a fare sport.

 

Altrettanto importante è però capire perché non si fa sport

Se la parte del leone per tutti la fa la mancanza di tempo come è ovvio prevedere, risulta interessante vedere che per gli Italiani il costo è un problema, ma ancora più sorprendente a mio avviso è "La mancanza di interesse verso le competizioni"

 

Ma alla fine di tutto quante persone in Italia e in Europa praticano attività fisica regolarmente?

Qui decisamente siamo fanalino di coda, ma ci consoliamo perché la Bulgaria fa di peggio. Se in Italia solo il 3% pratica una vera attività sportiva regolare, il 27% lo fa 3/4 volte a settimana e il 60% non fa nulla. 

 

Sono numeri che ci fanno riflettere, ma il dato che a noi interessa di più e per il quale è iniziato questo articolo è: "Il Reclutamento quando e con quali motivazioni".

Come si può vedere tra gli 11 e i 14 anni la gran parte dei ragazzi che vuole fare sport già lo sta facendo, 60-70% e poco meno tra i 6 e 10 anni 55-65 %, mentre sotto i 6 anni la percentuale risulta essere molto più bassa.

 

Me nello specifico qui di seguito possiamo vedere il documento CONI del 2015 in base ai tesserati per Federazioni.

Come risulta chiaramente mentre tra 8 e 13 anni il 31,2 % è tesserato per una federazione, sotto i 7 anni solamente 7,8% pratica un'attività federale. Per completare l'analisi di questa ultima statistica possiamo vedere che dopo i 13 anni i ragazzi e ragazze abbandonano lo sport organizzato secondo il fenomeno del Drop-out che abbiamo analizzato nell'articolo del 4 agosto

 

In conclusione quando a settembre all'apertura della "stagione scolastica" così si può chiamare, se vogliamo che il nostro lavoro sia efficace e produttivo dovremmo tenere conto di quanto documentato in questo articolo. L'ultima raccomandazione, anche se forse non sta a me questo compito ma al CNT, ora con il neo eletto Presidente Fabio Borselli persona molto attenta in questo campo, quando si parla di bambini ricordiamoci che il nostro dovere è avere per loro il massimo rispetto.

 

Qui sotto potete scaricare un interessante documento in cui le federazioni definiscono l'età minima della pratica agonistica che per noi sono i 9 anni.

 

Buona prosecuzione delle vacanze o buon baseball e buon softball a chi sta giocando.

 

Paolo Castagnini

 

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Tabella con la specifica dell'età minima di accesso alla pratica agonistica
tabella_uff_eta_accesso_attivita_agonist
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