Lo sviluppo del baseball italiano secondo MLB

Nella foto, lo staff della Nazionale U15 al lavoro presso MLB Camp (foto dal profilo FB di Roberto Cabalisti)
Nella foto, lo staff della Nazionale U15 al lavoro presso MLB Camp (foto dal profilo FB di Roberto Cabalisti)

di Paolo Castagnini

Sono giorni questi di grande fermento dell'attività giovanile (finalmente un grande risalto sul sito FIBS). Non saranno sfuggiti agli appassionati i grandi eventi che stanno caratterizzando il baseball e il softball giovanile 2017. Dal Torneo delle Regioni in poi è stato un susseguirsi di notizie che sono rimbalzate dall'Italia a tutta Europa culminate con il recente 3° posto delle U16 softball e il 1° posto degli U12 baseball e conseguente titolo Europeo. Ma la nostra attività giovanile è in buona salute? Sono rimasto colpito dall'ultima bella intervista che Andrea Andrian ha fatto al Direttore dello Scouting Bureau della MLB Bill Bavasi pubblicata sul sito FIBS.

La prima domanda riguarda il tasso tecnico del baseball giovanile in Italia (al Camp sono presenti 13/14/15enni). Bill risponde che è rimasto impressionato concludendo che il baseball italiano ha molto potenziale.

 

Alla seconda domanda la risposta è più interessante. Il rapporto del livello tecnico tra Italia e Olanda. Qui Bavasi risponde che l'Italia è sotto l'Olanda anche se di poco e si riferisce soprattutto ad una buona organizzazione delle leghe in Olanda (Campionati)

 

Altra domanda, come si approccia la MLB in Europa. Qui c'è un cambio fondamentale di strategia. Si abbandona la fascia 16-18 anni a favore di quella più bassa e cioè 13-15 anni. Il motivo è molto semplice e comprensibile. A 16 massimo 17 anni le organizzazioni della MLB devono poter già firmare gli atleti più interessanti ecco perché li vogliono seguire nei tre anni precedenti.

 

Ecco ora una domanda fondamentale: quali sono le caratteristiche fisiche che la MLB ricerca. La risposta è chiara e netta. Per i lanciatori l'altezza. 1 metro e 90 centimetri è l'altezza ideale e qui in realtà noi Italiani rispetto agli altri Europei siamo in deficit. Mentre nei position player quello che conta è la potenza. Ecco due risposte che dovrebbero spostare l'asse delle nostre convinzioni che propendono per le capacità tecniche. Quindi impiegare grandi risorse in termini di tempo e fatica nell'insegnamento dei fondamentali tralasciando l'aspetto atletico non è detto che porti un grande vantaggio ai nostri giovani atleti. Questo perché da tempo ormai le organizzazioni MLB cercano battitori di potenza e tra questi scelgono i position player e non viceversa.

 

La domanda successiva riprende quella precedente sull'età in cui c'è l'interesse delle organizzazioni MLB e quindi la necessità che a 16 anni siano pronti alla firma. La successiva l'intervistatore pone la domanda cosa manca all'Italia e ai suoi giocatori per sfondare. La risposta di Bill è molto politica e si affida al tempo quale risolutore del problema, ma io aggiungo la qualità del tempo. Sapremo sviluppare nel tempo il baseball italiano?

 

Ultima e conclusiva domanda è forse la più interessante. Quanto può incidere la presenza del baseball alle Olimpiadi? La risposta di Bill Bavasi a mio avviso è spiazzante: Non spendere tutti i soldi per accedere e vincere le Olimpiadi, ma investire sui bambini di 5/6 anni. Quindi il suo consiglio finale è proprio questo. Investire sui piccoli, creare futuro e questa risposta si allaccia alla precedente. Il "tempo" Ma il tempo investendo sul futuro.

 

Qualcuno potrà confutare le risposte di Bill Bavasi sostenendo che l'obiettivo primario del baseball italiano non è quello di fornire giocatori alla MLB, ma il ragionamento sarebbe fuorviante. Ciò che ricerca la MLB è la strada che indica il miglioramento del livello del baseball mondiale. Sulla stessa strada si pongono le società italiane che vogliono competere. Se non andiamo in quella direzione il flusso da oltre oceano continuerà nei nostri campionati.

 

Paolo Castagnini

 

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Commenti: 3
  • #1

    Enrico Camporese (lunedì, 17 luglio 2017 14:02)

    Ottimo articolo ma c'è il rischio che rimanga tale. Puntare a nuove strategie per far avvicinare bimbi di 5/6 anni al baseball serve un grande sforzo sulla Comunicazione, aspetto pressoché assente nella strategia FIBS sia di "ieri" che di oggi.
    Per Comunicazione si intende comunicare a soggetti esterni al mondo del baseball i nostri successsi, la nostra disciplina sportiva, le nostre strategie di sviluppo affinché possano avvicinarsi con più che con curiosita.

  • #2

    Enrico Camporese (lunedì, 17 luglio 2017 14:15)

    Errata corrige
    ....oggi.
    Per Comunicazione si intende comunicare a soggetti esterni al mondo del baseball i nostri successsi, la nostra disciplina sportiva, le nostre strategie di sviluppo affinché possano avvicinarsi con interesse, più che con curiosita.

  • #3

    maurizio (lunedì, 17 luglio 2017 16:42)

    ho letto con attenzione l'articolo ed intervengo solo per specificare che nella sua intervista Bavasi conclude tracciando un percorso per i più piccoli, un percorso che meriterebbe molta attenzione per avere atleti "pronti" dopo i 15 anni, un percorso che il Cnt ha avviato nei corsi di formazione di 1° livello già da qualche anno:
    " ... il focus dovrebbe essere quello di concentrare le risorse ottenute sui bambini attorno ai 6 anni, farli giocare e crescere, per poi spostare l'attenzione verso i ragazzi sui 16 anni. Concentrarsi sulla scuola, magari iniziando con la Wiffle Ball, a partire da 5-6 anni. Giocare qualcosa di "simile" al baseball, per far si che i ragazzi si appassionino. Qualsiasi cosa permetta loro di girare una mazza e lanciare una palla".