L'invenzione del Baseball

Prefazione di Paolo Castagnini

Vi ricorderete del Concorso letterario  "Scuole Maestre Pie" di Bologna. Noi di Baseball On The Road avevamo scelto alcuni racconti attraverso una votazione tra la nostra redazione. Il 25 maggio scorso avevamo pubblicato la vincitrice ( Francesca Capuzzo con il racconto:  "Willie e il baseball") Oggi vi presentiamo quello che noi abbiamo definito come "Premio fantasia". Avrete sentito varie ipotesi sull'invenzione del gioco del baseball: la tesi inglese, quella italiana, addirittura dell'antica Grecia e sicuramente quella americana. Ebbene credo che questa che vi stiamo per raccontare non l'abbiate mai sentita. A scriverla un ragazzo di 3^ media, Francesco Beuri che potrete leggere qui sotto presentata come sempre dal nostro Michele Dodde. Buona lettura!

 

 

PREMIO SPECIALE FANTASIA

 

L'invenzione del Baseball

 

Francesco Beuri - Classe 3^ media

 

MOTIVAZIONE di Michele Dodde - L’avvincente cavalcata di fantasia sorvola in modo garbato i principi di una realtà che verrà smussata nel prosieguo del tempo, ma è l’origine nobile e cavalleresca che incornicia il racconto non dissimile ad un Italo Calvino in sedicesimo.

 

    Ai giorni nostri molti conoscono lo sport del Baseball e le sue regole ed è molto praticato e seguito in molti paesi tra cui gli Stati Uniti. Ma pochi in realtà sanno come è stato inventato questo sport. Ha origini molto antiche infatti risale alla seconda metà del XV secolo. È stato inventato da un nobile in Inghilterra che si chiamava Sir Base. Da lui infatti il nome Baseball.

 

    All’età di venticinque anni Sir Base abitava nel castello della sua famiglia. Lui era nato infatti in una famiglia aristocratica. Aveva la passione per il movimento e per lo sport. Però a quell’epoca lo sport non era inteso come adesso con la palla e il resto. L’unica attività sportiva che si poteva praticare era andare a cavallo e a caccia e al massimo tirare di scherma. Sir Base amava queste attività però voleva qualcosa di diverso: di più divertente e dinamico. Però non sapeva cosa.

 

    Un giorno la sua famiglia organizzò un torneo, che consisteva nel duellare con gli avversari a cavallo. Sir Base decise di partecipare come rappresentante della sua famiglia. Le regole erano molto semplici: si affrontavano due concorrenti. Il campo era un enorme rettangolo diviso in due da una sbarra. I due avversari dovevano partire dalle parti opposte e dovevano cercare di buttare giù da cavallo l’avversario con l’aiuto di una lancia. Era insomma il classico duello medievale a cavallo. Sir Base arrivò facilmente in finale dove avrebbe dovuto sfidare un esponente della famiglia storicamente rivale alla sua.

 

    Per l’evento fu costruito un gigantesco edificio simile ad uno stadio dei giorni nostri. Aveva solo una particolarità: era di forma rettangolare e ad ogni angolo erano poste delle torri come in un castello. Erano le torri da dove le due famiglie dovevano assistere allo scontro. Erano state assegnate due torri a famiglia ed erano state chiamate basi. Appena l’incontrò iniziò il pubblico emise un boato e lo stadio ribolliva di agitazione ed entusiasmo. Tanta era la tensione che Sir Base sbagliò il colpo e colpì il suo avversario sull’elmo invece che nel busto e invece che con la punta dell’arma con la parte laterale. L’impatto fu così forte e potente che l’elmo volò letteralmente via ed uscì dallo stadio.

 

    L’avversario ne uscì quasì illeso perchè Sir Base l’aveva colpito nel punto dell’elmo in cui il ferro è più spesso e quindi le conseguenze furono minime. Il combattimento sarebbe dovuto andare avanti se non fosse che Sir Base era sparito nel nulla e nessuno aveva capito dove fosse andato. Lo trovarono un po’ dopo chiuso nei suoi alloggi al castello e quando i famigliari bussarono alla sua porta e chiesero spiegazioni lui rispose dicendo che stava lavorando a qualcosa di molto importante.

 

    E così scrisse e lavorò per due giorni e due notti finchè all’alba del terzo giorno uscì esausto dalla camera e dichiarò di avere inventato un nuovo gioco. Tutti furono presi da una grande curiosità e il giorno successivo una volta selezionati gli atleti più valorosi si giocò la prima partita di Baseball.

 

    Il successo fu tale che diventò uno sport popolarissimo e si diffuse la leggenda riguardante gli avvenimenti casuali che portarono all’invenzione del gioco. Come campo di gioco si usò lo stadio della finale del torneo che non fu mai finita. Negli anni Sir Base e i suoi discendenti mandarono avanti la tradizione del gioco e ne migliorarono le regole e le tecniche fino ad arrivare al gioco che conosciamo ora. Questo dimostra che spesso le cose più belle sono state inventate per caso. 

 

 

Qui sotto il momento della premiazione dedicato ai racconti sul baseball

 

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