Baseball swimming

di Franco Ludovisi

Dopo tantissimo, anzi dopo troppo tempo riallaccio per caso i rapporti con un vecchio e carissimo amico siciliano. E parliamo ovviamente del nostro passato e dei troppo rari contatti che ci hanno unito anche se sono stati contatti vivi, fattivi ed anche produttivi per il nostro baseball. Allora il nostro “tempo libero” non era proprio “tempo libero”: era tempo dedicato al baseball in tutte le sue forme possibili. E ce lo ricorda anche Andrea Farabegoli da Cesena quando ci tiene a precisare che il torneo di slow (o fast?) pitch locale è il più “antico” se non il primo giocato in Italia: non bastava mai la sola attività ufficiale svolta in seno alla propria Società, ma bisognava estenderla anche a tutti quelli che avrebbero voluto praticarla pur non avendo la possibilità di farlo. 

Così parlando del passato salta fuori un ricordo sepolto nell’infinita mia memoria baseballistica   annotata nel mio diario personale di fatti sia notevoli che di minor rilevanza, che vi riporto qui di seguito.

 

“Ci sono tre boe all’interno dello specchio di mare del porto di Ustica e fungono da prima, seconda e terza base: uno scoglio a pelo d’acqua piatto e abbastanza grande per poter ospitare un battitore, funge da casa base.

Foto di Anton Kusters - da Impero Yakuza - L'Espresso
Foto di Anton Kusters - da Impero Yakuza - L'Espresso

Il lanciatore è a mare e così pure interni ed esterni che si tengono a galla allo stesso modo dei giocatori di pallanuoto.

 

Sto andando alla battuta attrezzato con una mazza che può galleggiare pronto a battere la palla, anch’essa galleggiante e leggera, che mi verrà lanciata dal lanciatore a mare.

 

Sono l’unico giocatore che può tenere ai piedi le pinne da sub perché sono un over 55 e, dopo aver battuto il lancio, dovrò tuffarmi in acqua e raggiungere a nuoto almeno la boa di prima base: e nessuno vuole che mi venga un infarto!

Sto giocando la versione acquatica del baseball che ad Ustica viene praticata “per sport””.

 

Ad una recente partita di serie A racconto ad un altro amico l’episodio del baseball in acqua (che precede di molto il basket acquatico preso come esempio di diffusione della pallacanestro) e, con mia grande sorpresa il mio amico si entusiasma tanto all’iniziativa che dice di volerla fare sua sulla riviera adriatica dove, con molti amici tutti innamorati della pallabase, stanno in un campeggio per gran parte dell’estate.

 

Allora mi chiedo:  a Nettuno, a Grosseto, a Livorno, in Liguria, a Trieste e dintorni a Rimini, in Puglia si è mai messo in pratica la mia esperienza di Ustica ?    Se la risposta è positiva mi piacerebbe conoscere più particolari, mentre se è negativa a nessuno viene la voglia come al mio amico di Bologna di provare un’ emozione nuova?

 

Franco Ludovisi

 

N.d.r. Nella pagina qui sotto Franco Ludovisi premia al Torneo di Slow pitch di Cesena 2000 (fonte Anteprima.net)

 

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Commenti: 2
  • #1

    Michele (martedì, 25 aprile 2017 15:40)

    Interessante messaggio...ma poi l'hai raggiunta la prima base?
    A pensarci, potrebbe essere una iniziativa da non poco: aspettiamo notizie dalla riviera adriatica.

  • #2

    Franco ludovisi (mercoledì, 26 aprile 2017 12:32)

    Si, raggiunsi salvo la prima base ed in acqua si stava così bene che chiesi al primabase di scambiarci i ruoli!