Un testimonial di grande prestigio

Nella foto Romina Power (Foto tratta da @rominapowerofficialfanclub)
Nella foto Romina Power (Foto tratta da @rominapowerofficialfanclub)

di Michele Dodde

Quando nel dicembre del 1972 il baseball sbarcò a Lecce e si visualizzò nell’anno successivo tra conferenze presso alcuni Club Service della città e plessi scolastici di scuole secondarie e si concretizzò con la nascita della franchigia del Cus Lecce, l’attiva e poliedrica “Associazione Culturale Italo Americana” del capoluogo salentino valutò opportuno partecipare ad una maggior divulgazione del batti e corri con l’organizzazione di una mostra fotografica che meglio poteva esplicitare gli aspetti visivi dei gesti atletici dei giocatori. Tra le foto, tutte di autori italiani, piace ricordare ancora oggi “La Grande Rubata”, carpita egregiamente dal torinese Silvano Marchino e che, primeggiando tra le altre, richiamò sempre grande attenzione e stupore da parte del pubblico.  

La Grande Rubata (Foto di Silvano Marchino)
La Grande Rubata (Foto di Silvano Marchino)

La mostra, inaugurata nei locali della stessa Associazione dall’allora Comandante della Base NATO di San Vito dei Normanni, il cosiddetto Grande Orecchio poiché tale era e non base armata come si credeva in giro, fece da trampolino ad un forte dialogo di amicizia tra i giovani bomber cussini e quelli della base appartenenti al baseball roster “Crusaders”.

 

Molte furono le partite amichevoli, a Lecce si svolgevano sul mitico campo di calcio “Carlo Pranzo”, ora abbattuto per dar luogo ad un’ampia visione della mura cittadine realizzate da Carlo V, a San Vito su un vero diamante che colpiva non poco l’immaginazione dei giovani leccesi. 

La posizione della foto in alto di Romina non è per niente male! (Foto tratta da @rominapowerofficialfanclub )
La posizione della foto in alto di Romina non è per niente male! (Foto tratta da @rominapowerofficialfanclub )

Ma su quel diamante a San Vito si giocava anche il Softball ed alla nascente squadra di Softball del Cus Lecce fu segnalata una notizia che galvanizzò l’intero ambiente facendo confermare loro la giusta scelta di aver incominciato a praticare una disciplina unica: ovvero, su quel diamante, più di qualche volta si era cimentata la giovane e sempre incantevole star Romina Power che, da Cellino San Marco, si recava spesso presso la Base NATO.

 

Romina dunque, che contribuì non poco a far sì che il suo nome fosse imposto con affetto a molte neonate salentine, divenne a sua insaputa anche un inaspettato quanto gradito testimonial di grande prestigio e questo bastò per dimostrare a quei primi pionieri  quanto sia il baseball sia il softball potessero divenire fidati e costruttivi compagni di viaggio della propria vita. 

 

E non ci dispiacerebbe quindi ora se, su quell’onda dei ricordi, l’affascinante Romina Power divenisse di fatto Testimonial del Softball italiano.

 

Michele Dodde

 

Sotto due belle immagini della mostra di Lecce

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Commenti: 2
  • #1

    Alex (giovedì, 23 marzo 2017 13:08)

    Grazie!!!
    Articolo molto interessante.
    alex

  • #2

    Fabio Mogini (venerdì, 24 marzo 2017 15:42)

    Ho letto tutto con piacere grande Michele. Bell'articolo e notizia simpatica, non conoscevo proprio questa storia di Romina giocatrice di softball.
    E' sempre un piacere leggerti, buon proseguimento e alla prossima.

    Fabio Mogini- FIBS