
Interessante quesito posto da CURVEBALL relativo all'opportunità di investire sulla base o al vertice.
La sua tesi porta a preferire il vertice e la stessa viene ben argomentata durante la lettura dell'articolo. Come si poteva prevedere ci sono state condivisioni e critiche. Chi vuole può intervenire non solo commentando questo o il precedente articolo, ma anche inviando un suo lavoro a info@baseballontheroad.com. Se riterrò quel lavoro utile alla comunità del B&S sarà immediatamente pubblicato. Argomento ostico, complesso e di difficile soluzione. Direi il cuore dei problemi. Cosa si può e si deve fare per rilanciare il baseball e il softball in Italia?
Credo che tutti noi siamo d'accordo che un vertice non può esistere senza una base. Lo sarà di certo anche CURVEBALL, ma qui la domanda che ci si deve porre è: Investire sull'aumento dei praticanti o investire su quelli già bravi che possono portare risultati a breve termine?
La tesi precedente parte dal concetto che i soldi che ci sono (pochi) non dovrebbero essere distribuiti a pioggia, ma orientati a creare quelle esperienze che possano portare il baseball e il softball italiano a competere il più possibile almeno ad un livello accettabile.
Sull'argomento io stesso in questi ultimi anni ho scritto moltissimo, l'ultimo in ordine di tempo è stato: "Rilanciare l'attività giovanile Under 21" dove ponevo il problema che contrariamente alle nazioni evolute, in Italia si gioca di più con ragazzi giovani che con ragazzi più vecchi, in parole semplici i 12-15enni giocano molto di più che i 18-21enni. Il motivo è molto semplice: Le società organizzano moltissimi tornei nelle basse fasce d'età e praticamente nulla in quelle alte e pertanto rimane l'attività federale che per mille motivi (e si potrebbe scrivere un libro) non si riesce ad aumentare.
Questo sport per i motivi che tutti sappiamo non può essere relegato a 10-15 partite all'anno, ma ne servono almeno 50/80 per passare poi in età adulta a 120-140. Il motivo? Per competere con le nazioni evolute. Quindi ce la possiamo già mettere via. Giocando quel che giochiamo in Italia a livello delle nazioni evolute non arriveremo mai, sia che la base sia piccola, così come grande. Pertanto un atleta con prospettive non potrà rimanere in Italia se vuole tentare la strada del professionismo. Questa cari amici è una formula matematica.

Lo sanno bene Alex Liddi e Alex Maestri così come Chris Colabello, i nostri attualmente migliori atleti, riusciti ad arrivare ai massimi livelli mondiali. Ma hanno dovuto emigrare in giovane età. Altri ci stanno provando: Marten Gasparini, Alberto Mineo ad esempio; molti altri ancora ci hanno provato: Anselmi, Celli, De Santis, Castagnini, Imperiali, Panerati, Pizziconi e la lista è molto lunga.
Quindi se vogliamo parlare di massimi livelli dobbiamo mettere in conto il partire dall'Italia. Ma forse quello che noi dobbiamo valutare è come avvicinarci un po' di più a quel mondo. Ecco allora che la tesi di CURVEBALL è perfetta: Investire sulla crescita dei migliori prospetti. Di questi prospetti qualcuno se ne andrà e forse sarà a disposizione della nostra Nazionale, altri rimarranno e cresceranno almeno di un po' il nostro livello. Ma qui c'è la domanda delle domande: Come fare?
Secondo argomento: Aumentare la base. Trovo impensabile che non si possa investire sulla base. Perché questa è la vera motivazione per cui centinaia e forse migliaia di persone stanno lavorando e spesso nel più completo volontariato. Allenatori, Dirigenti e spesso genitori. Certamente elargire risorse economiche a pioggia non serve a nessuno. Se pensiamo alle 350 squadre giovanili, un finanziamento a pioggia di 1.000 euro non farebbe un granché e avrebbe un costo spropositato per le attuali finanze federali.
Allora mettiamo a disposizione le nostre capacità organizzative, le nostre idee, costruiamo progetti, cerchiamo alleanze, perché senza la base si muore. Sappiamo tutti che oltre i 50 chilometri diventa impegnativo disputare trasferte con i ragazzini, 100 difficile e 150 impossibile. Un calo di attività in alcune aree fa morire quelle vicine. Le macchie di leopardo sono pericolosissime. Tra un anno ed un altro possono diventare così rade da far rischiare il tracollo.
Soluzione? Analisi della situazione, vedere le zone critiche, adottare interventi non tanto a pioggia, ma mirati. Questo si che può fare la federazione. Il tutto accompagnato da un valido progetto comunicativo. Ce la faremo? Questa è la scommessa del prossimo triennio 2018-2020
Quindi base o vertice? Tutti e due, sempre con progetti mirati, mai con elargizioni a pioggia.
Paolo Castagnini
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LUDOVISI FRANCO (domenica, 19 marzo 2017 21:21)
Lasciamo le cose come stanno.
Dalla nostra base non uscirà mai, se non per caso, una Nazionale competitiva.
Se vogliamo giocarci anche un semplice Campionato Europeo occorrono Italiani
di scuola non italiana.
Dalla nostra base non usciranno mai, se non per caso, giovani promesse per il baseball Professionistico.
Coltiviamo quindi, come si fa adesso, i migliori prospetti nelle Accademie
o meglio ancora mandiamoli a studiare in America
sperando in qualche successo.
LASCIAMO LE COSE COME STANNO.
Se premettiamo questo quadro di insieme
che non necessita di cambiare nulla di quanto si sta facendo,
non per mancanza di iniziativa,
ma per impossibilità lampante,
allora i denari della Federazione si possono spendere come si vuole.
Io preferirei in qualche seria iniziativa per allargare la BASE.