Perché Gara 7 è stata vinta dai Cubs

di Frankie Russo

Ormai siamo nel 2017, tra poco il mondo del baseball si sveglierà dal suo letargo invernale. Tra poco più di un mese le squadre si riuniranno per lo Spring Training per poi dare vita a un altro entusiasmante campionato. Prima di dare l’addio alla stagione 2016 però, analizziamo assieme alcuni aspetti di quella che può essere definita una delle più belle partite dell’ultimo decennio. La Gara 7 delle World Series tra i Chicago Cubs e Cleveland Indians.

Si sono verificati episodi che hanno fatto pendere l’ago della bilancia da una parte o dall’altra durante tutta la serie. Dopo le due vittorie in trasferta al Wrigley Field che aveva portato gli Indians sul 3-1, erano in pochi e prevedere una vittoria dei Cubs, specialmente considerando che nella peggiore delle ipotesi vi erano ancora due gare da disputare al Progressive Field. Con la vittoria in Gara 5, che ha portato la serie sul 3-2, improvvisamente la sorte sembrava ritornare in favore dei Cubs. La squadra di Maddon poteva contare su uno staff di lanciatori più profondo e che i due superstiti di Cleveland, Tomlin e Kluber, avrebbero dovuto lanciare per la terza volta consecutiva su riposo corto. 

Nella foto Aroldis Chapman viene chiamato sul monte  (Getty Images)
Nella foto Aroldis Chapman viene chiamato sul monte (Getty Images)

Gara 6 prende una brutta piega per gli Indians quando nella prima ripresa, con due eliminati e due corridori in base, gli esterni Chisenhall e Naquin pasticciano su una facile volata di Baez che si trasforma in un triplo facendo segnare due punti. Baez segna poi il punto del 3-0 e nel settimo i Cubs sono in vantaggio 7-2.

 

Nonostante il largo vantaggio, Joe Maddon non vuole rischiare, e con due corridori in base e due eliminati, manda sul monte il closer Chapman che aveva già lanciato 62 lanci nelle due gare precedenti.

 

Chapman chiude il settimo, lancia l’ottavo, e nonostante altri due punti segnati su fuoricampo di Anthony Rizzo, torna sul monte nel nono sul punteggio di 9-2. Dopo aver concesso una base su ball per iniziare la ripresa, Chapman viene sostituito e quei 20 lanci rischiano di compromettere Gara 7. L’utilizzo di Chapman è stato parecchio criticato ed è stato lo stesso Chapman in seguito a manifestare la sua contrarietà per l’eccessivo utilizzo. 

Nella foto Dexter Flower (Sports Illustrated)
Nella foto Dexter Flower (Sports Illustrated)

Con i pronostici ormai a favore dei Cubbies, Gara 7 sembra segnata sin dai primi lanci quando Kluber, si presenta sul monte ancora su corto riposo e accusa problemi di controllo e concede al leadoff Dexter Flower un fuoricampo per l’1-0. Le percentuali a favore di Chicago aumentano.

 

 

Tra la parte bassa del 3° e la parte alta del 4° gli eventi si susseguono a ritmo di samba. Dopo il pareggio degli Indians, con corridore in prima e un eliminato, una battuta di Kipnis sembra destinata a un facile doppio gioco, ma la palla rimbalza sull’orlo dell’erba rendendo problematica la presa e conseguente tiro di Russell a Baez in seconda, il quale tenta la presa a mano nuda, ma sbaglia.

 

Con situazione di corridori in prima e seconda e con due eliminati, Mike Napoli batte una linea misurata a 103mph, pochi passi sulla destra di Bryant che effettua la presa per il terzo eliminato. I numeri ci indicano che il 64% delle linee battute oltre le 100mph generalmente sono valide, e nello specifico avrebbe portato a casa due punti cambiando completamente scenario della gara. Invece…..

Bryant scivola dopo il pesta-corri su tiro alto a casa di Davis
Bryant scivola dopo il pesta-corri su tiro alto a casa di Davis

I Cubs iniziano il quarto mettendo i primi due corridori in base con una valida e un colpito (conteggio di 0-2).

 

Zobrist batte su Napoli una palla che sembra essere un doppio gioco, ma il prima base Indian tira alto e Lindor a stento riesce a fare l’eliminazione.

 

Con corridori agli angoli la battuta successiva di Russell è una volata poco profonda al centro dove Davis effettua la presa in posizione non tecnicamente perfetta ed esita qualche frazione di secondo prima di tirare a casa.

 

Sul tempo il tiro avrebbe potuto eliminare Bryant, ma è troppo alto e permette a Bryant di scivolare salvo sotto le gambe del ricevitore Perez. Se Bryant avesse visto Davis in una corretta posizione di presa, probabilmente non avrebbe nemmeno tentato di fare il pesta e corri.

 

Sulla successiva battuta di Contreas, questa volta profonda sul muro al centro, è ancora Davis che non legge bene la traiettoria e inizia con un passo in avanti prima di riprendere la corsa verso il muro.

 

E’ vero che con i se i ma non si va da nessuna parte, ma vi sono state sei azioni che se giocate nel modo corretto avrebbero potuto cambiare direzione alla gara. Alla fine, la squadra che ha sbagliato di meno ha saputo trarre vantaggio dalla squadra che ha giocato peggio e i Cubs sono in vantaggio 3-1 dopo quattro riprese.

Nella foto Corey Kluber (Photo: Reuters/Jerry Lai-USA TODAY Sports)
Nella foto Corey Kluber (Photo: Reuters/Jerry Lai-USA TODAY Sports)

Il quinto inning decreta la fine della gara di Kluber che in apertura concede un fuoricampo a Baez.

 

Kluber è stato quasi una vittima designata in questa gara che potrebbe segnare la sua carriera per sempre. Non è da tutti lanciare tre gare da partente in nove giorni, condizione alla quale Kluber è stato forzato a seguito degli infortuni di Carrasco e Salazar.

 

La fatica di per sé, più che influenzare sulla velocità, ha avuto risultati negativi sul movimento e sulla locazione dei suoi lanci, le vere conseguenze dell’affaticamento.   E’ stata la prima volta in 140 presenze che Kluber ha lanciato senza realizzare uno strike out. Lo sostituisce Andrew Miller che concede un altro punto su un’intelligente corsa di Bryant dalla prima conseguenza di una valida di Rizzo nell’angolo a destra.

 

Gli Indians rispondono nella parte bassa della ripresa anche grazie a Joe Maddon che sembra soffrire di protagonismo come ha fatto la sera prima con Chapman. Con 63 lanci a carico, e dopo aver concesso una base su ball con due eliminati, il partente dei Cubs Hendricks viene sostituito con Jon Lester dopo che Maddon aveva dichiarato che non lo avrebbe mai utilizzato a metà ripresa considerata la sua incapacità di tenere i corridori sulle basi.

 

L’ingresso di Lester comporta automaticamente la sostituzione del ricevitore Contreas con Ross. Kipnis batte debolmente all’altezza del monte ma si sa, Lester è un pessimo difensore e costringe Ross ad aggredire la palla sbagliando il tiro in prima e permettendo ai corridori di avanzare in seconda e terza.

Gli Indians segnano due punti su lancio pazzo e si portano sul  5-3. 

Nella foto il fuoricampo di David Ross (Ap photo)
Nella foto il fuoricampo di David Ross (Ap photo)

Un evento storico accade nel sesto. Il 39enne David Ross, alla sua ultima gara prima del ritiro, realizza un fuoricampo e diventa il giocatore più anziano ad aver mai battuto un fuoricampo in Gara 7 delle World Series.

 

 

Entrando nella parte bassa dell’ottavo inning, i Cubs hanno tre punti di vantaggio e sul monte c’è ancora Lester che elimina i primi due avversari.

 

Dopo una valida, Maddon provvede alla sostituzione con Chapman il quale, come Kluber e Miller per gli Indians, ha lanciato molto nella serie, spesso senza giorno di riposo e con 102 lanci a carico dalla settimana precedente. Anche i 20 del giorno precedente adesso si fanno sentire.

 

Il lanciafiamme cubano accusa lo sforzo e anche se nessuno dei suoi primi sette lanci è inferiore alle 98mph, questi mancano di precisione e non sono alternati con lo slider. Guyer prende il tempo e batte un doppio tra gli esterni portando a casa il punto del 6-4.

 

Con Rajai Davis nel box, Chapman non cambia strategia e continua a lanciare fastball dopo fastball fino a che, anche questa volta, il settimo lancio è battuto oltre la recinzione e il punteggio è sei pari. Davis accorcia la mazza prevedendo la strategia di Chapman, e dopo aver battuto in foul 3 lanci, finalmente prende il tempo su quello giusto. I primi 14 lanci di Chapman sono fastball, degli otto successivi , sei sono slider.

Nella foto Jayson Heyward (Foxsport.com)
Nella foto Jayson Heyward (Foxsport.com)

Ed eccoci forse al vero celato eroe di Gara 7. Un giocatore che nella passata offseason ha scelto di andare a Chicago per meno soldi (184 milioni per 8 anni!), che nella regular season ha battuto 230 e nella post season 175, che spesso non è stato inserito nel lineup iniziale ed è stato tanto contestato.

 

Chissà quante volte un deluso Jayson Heyward si sarà chiesto se mai fosse tornato a giocare ai precedenti livelli, se avesse dovuto subire queste umiliazioni per i restanti sette anni del suo contratto, o pensato che i compagni di squadra non gradivano la sua presenza poiché non era utile alla squadra.

 

Questi pensieri devono essere stati terribili per un giovane di 25 anni e creato non poco imbarazzo e vergogna. Nelle World Series Heyward ha rispecchiato quanto fatto vedere in campionato, in Gara 7 ha finito con un deludente 0x5, ma complessivamente in Gara 7 il suo apporto è stato caratterizzato da altri punti di vista. Cerchiamo di sintetizzare questi aspetti.

 

Oltre a schierare Schwaber secondo nel lineup, quella di schierare Heyward è stata tra le più azzeccate mosse operate da Maddon. Grazie alla ritrovata forma dei primi cinque del lineup nelle ultime gare, l’inserimento Heyward ha permesso di rafforzare la difesa oltre che tenere in panchina per eventuali future strategie il versatile Coaglan e il veloce Almora che poi parteciparono ad azioni decisive.

 

Con punteggio in parità per iniziare il nono, Ross si guadagna la base su ball e viene sostituito come pinch-runner da Couglan. Segue Heyward che batte sul seconda base da dove inizia un tentativo di doppio gioco, ma la scivolata aggressiva di Coglhan prima, e la velocità di Heyward dopo, limitano la difesa al solo forzato out in seconda.

 

Sul monte Allen è sostituito da Shaw e Heyward approfitta per rubare la seconda e raggiunge la terza su errato tiro del ricevitore Gomes. Con un eliminato e corridore in terza e possibile opportunità di pesta e corri, Francona corre ai ripari sostituendo Guyer all’esterno destro con Michael Martinez che è migliore come difensore e possiede un ottimo braccio.

 

Un’altra decisione da palcoscenico di Maddon poi avviene con Baez che è eliminato per strike out mandando in foul un tentativo di saftey squeeze sul conteggio di 3-2. Fowler registra il terzo out e Heyward rimane in terza. Da rilevare che la corsa del sostituto corridore Coglhan ha evitato un doppio gioco inducendo il cambio sul monte forzando il lanciatore a un maggior numero di lanci; Heyward raggiunge la terza e forza l’avversario a un cambio in difesa. 

Tra il nono e il decimo inning, la gara subisce un ritardo causa la pioggia. E’ lo stesso Heyward che raggruppa la squadra negli spogliatoi e fa un discorso che suona la carica. Durante le interviste di fine partita, sono molti i suoi compagni che gli riconoscono il merito di aver tenuto la squadra viva.

 

Anche l’inizio del decimo è elettrizzante. I Cubs mettono in base con una valida il leadoff Schwaber che viene sostituito dal più veloce Almora. Bryant colpisce duro una palla che Davis riesce a catturare al muro al centro. Almora legge bene la battuta ed esegue un pesta e corri e conquista la seconda.

 

Per creare una situazione di doppio gioco viene concessa l’intenzionale a Rizzo. Ben Zobrist, che poi sarà nominato MVP della serie, batte un doppio su cui Almora segna per il 7-6. Ancora con un eliminato gli Indians concedono l’intenzionale anche a Russell riempiono le basi creando l’opportunità per un doppio gioco. In sostituzione del pinch-runner Coghlan intanto, entra nel box di battuta Montero che batte valida aumentando il vantaggio di due punti. Altro cambio sul monte dove subentra Bauer che lascia al piatto Heyward (0x5) e induce Baez a un’eliminazione al volo.

 

Con due punti di vantaggio e un Chapman ormai esausto, Maddon decide di mandare sul monte Edwards Jr. Il nuovo entrato elimina i primi due avversari prima di concedere una base su ball a Guyer il quale arriva in seconda per indifferenza della difesa e segna su valida di Davis.

 

Montgomery sostituisce Edwards sul monte per affrontare proprio quel Martinez che era entrato nell’inning precedente per rafforzare la difesa, ma che in carriera ha una MB di 197. Martinez batte debolmente su Bryant che lo elimina in prima, il resto è storia.

 

Senza voler essere ripetitivo, basta che il lettore torni qualche riga dietro e potrà verificare come sono state decisive tutte le azioni cui hanno partecipato i compagni di squadra che hanno roteato intorno alla scelta di Maddon di schierare Heyward sin dall’inizio (Coghlan, Almora, Montero) oltre ai cambi di strategia cui è stato costretto Francona a seguito dell’apporto di Heyward sulle basi.  

 

Se ce ne fosse ancora bisogno, Heyward è un altro esempio che dimostra come considerare solo la MB per valutare un giocatore è una statistica ormai obsoleta come ampiamente già riportato in un nostro articolo dello scorso 28 dicembre

 

Frankie Russo

 

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