The grand tour

Nella raffigurazione le squadre presso Villa Borghese Roma (1889)
Nella raffigurazione le squadre presso Villa Borghese Roma (1889)

di Allegra Giuffredi

Oggi, come allora, le squadre statunitensi di baseball viaggiano qua e là per il mondo e giocano delle partite promozionali, al fine di reclamizzare il baseball dovunque si possa arrivare.

Anni fa, questo gran viaggiare era, per la verità, più valorizzato, perché oggi è alquanto raro vedere squadre americane venire a svernare in Europa e tanto meno nel Bel Paese, ma volendo auspicare un ritorno del Grand Tour europeo, vediamo un po’ cosa facevano i Cubs, insieme all’All-American All Star durante la offseason, tra il 1888 e il 1889.

Per sette mesi, le due squadre si esibirono in ogni dove, tanto che vennero pure in Italia, a giocare un incontro, di cui vidi una foto con tutti i giocatori in giacca, cravatta, bombetta e panciotto, anche se concretamente l’italico stivale dovrà attendere i postumi della seconda guerra mondiale per apprezzare davvero e diffondere veramente il baseball...

Nel disegno viene rappresentata la partita al Crystal Palace Grounds, Londra: Cubs Vs All-American (1989)
Nel disegno viene rappresentata la partita al Crystal Palace Grounds, Londra: Cubs Vs All-American (1989)

Ma non divaghiamo e torniamo alla tournée mondiale dei Cubs and co., che fu voluta e pagata da uno dei più grandi presidenti di club dell’intera storia del baseball, vale a dire Albert Spalding (1849 – 1915).

 

Questi organizzò un mega viaggio per i giocatori dei due team, Cubs e All-American All Star, portandoli in Australia, Nuova Zelanda, Inghilterra, Irlanda e Scozia, oltre che, come detto, anche in Italia, dove visitarono il Colosseo ed in Francia dove, ovviamente videro Parigi.

 

I giocatori cenarono con regnanti e frequentarono il bel mondo, ma non solo, perché a queste mete per lo più anglo - europee, si unì la trasferta a Ceylon, meta alquanto esotica e in Egitto, dove Spalding diede il meglio di sé.

In Egitto
In Egitto

Durante la sosta egiziana i Giocatori poterono visitare la Sfinge di Giza, arrivandoci a cavallo di cammelli e asini e scalarono le piramidi per farsi la foto di rito e già che c’erano giocarono pure una partita … in uno scenario da favola.

 

Spalding infatti, fece approntare un campo da gioco, un diamante, sulla sabbia e niente di meno che con la Piramide di Cheope, proprio dietro casa base, la Sfinge dietro la terza base e le tombe dell’intera Quinta Dinastia di Faraoni proprio sotto le scarpe, insomma un vero spettacolo!

 

Ma Spalding non si limitò all’ambientazione, perché riuscì anche a convincere l’All Americans ad utilizzare come pitcher John Healy  (1866 – 1899), che essendo originario della cittadina di Cairo in Illinois, era soprannominato l’Egiziano.

 

Healy l’Egiziano era un lanciatore che giocò dal 1885 al 1892 per squadre che oggi non ci sono più o si sono trasformate come i Baltimore Orioles, i St. Louis Maroons, gli Indianapolis Hoosiers, i Washington Nationals, i Chicago White Stockings, i Toledo Maumees e i Louisville Colonels, ma questa è un’altra storia, perché chissà quante altre squadre di baseball, nel tempo si sono perse … già chissà …

 

Allegra Giuffredi

 

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