Monte di lancio, quale futuro?

di Frankie Russo

Libera traduzione da un articolo su ESPN

In Gara 1 dell’ALDS gli Indians erano in vantaggio sui Red Sox per 5-3 nella parte alta del quinto inning, due eliminati, nessun corridore in base, Brock Holt nel box di battuta con Mookie Betts e David Ortiz prossimi battitori. Invece di lasciare Trevor Bauer a terminare la ripresa, Terry Francona ha fatto una mossa, che  molti ritengono possa cambiare il modo con cui i manager utilizzeranno il bullpen, mandando sul monte il suo migliore rilievo Andrew Miller che ha poi effettuato 40 lanci in due riprese ottenendo la vittoria con il risultato di 5-4. 

Gli Indians si sono aggiudicati la serie e sono arrivati fino a disputare Gara 7 delle World Series, con Francona che è rimasto fedele alla sua formula utilizzando Miller in ogni situazione critica invece di tenere conto dell’inning in cui era la partita. Miller ha fatto 10 apparizioni nella postseason ed è stato utilizzato tre volte nel quinto inning e due volte nel sesto. In ogni apparizione ha registrato almeno 4 eliminazioni e ha lanciato almeno due inning in sei occasioni. E’ stata una strategia dell’utilizzo del bullpen che da anni viene invocata dagli analisti e dai cosiddetti esperti. E Francona non è stato il solo.

 

In Gara 5 delle NLDS, Dave Roberts dei Dodgers ha utilizzato il closer Kenley Jansen nel settimo/ottavo e nono inning (51 lanci), anche se poi Klayton Kershaw è dovuto subentrare per portare a termine la gara. Jansen  poi lanciò altre tre riprese in Gara 6 persa per 5-0.

Per solo sei volte Aroldis Chapman dei Cubs è subentrato prima del nono inning durante la regular season, di cui tre volte in situazioni di non salvezza, ma sette delle 13 apparizioni durante la postseason sono avvenute prima del nono inning di cui due volte nel settimo. 

Nella foto Kyle Hendricks ( AP Photo/Kathy Willens)
Nella foto Kyle Hendricks ( AP Photo/Kathy Willens)

Ritornando indietro di 20 anni sino al 1996, si è potuto costatare che nel 2016 si è verificato il maggior numero di riprese lanciate dai rilievi e che la media di inning lanciati dai partenti (5,1), è stata la più bassa di sempre.

 

In Gara 3 delle World Series Kyle Hendricks, che ha registrato il migliore PGL delle majors, è stato rimosso nel quinto inning dal manager dei Cubs Joe Maddon anche se non aveva concesso nemmeno un punto, ed è successo ancora nel corso del quinto inning di Gara 7 con due eliminati, un corridore in base ed in vantaggio per 5-1.

 

Quindi, sarà questa la strategia del futuro, meno inning per i partenti, più inning per i rilievi?  Saranno chiamati in causa sempre più i rilievi dominanti, specie nei playoff quando potranno usufruire di maggiore riposo? Ci sarà un ritorno al passato quando rilievi oggi nella Hall Of Fame, quali Rollie Fingers, Goose Gossage e Bruce Sutter, lanciavano sistematicamente due o tre inning? Questo è quanto è stato riportato sulle nostre pagine la scorsa settimana, ma come sempre ci sono pareri contrastanti.

 

Il baseball è in continua evoluzione, e qualsiasi evoluzione, si sa, avviene in modo lento. Esistono esperti ed analisti che ritengono che quanto visto nella postseason del 2016 non potrà ripetersi, o se si ripeterà, non sarà nel breve periodo. Questo perché essi ritengono che la strategia di Francona sia stata dettata dalla particolare situazione di dover rinunciare ai due partenti Carlos Carrasco e Danny Salazar, oltre poi a dover gestire l’infortunio al dito di Trevor Bauer verificatosi nel corso dei playoff. Queste defezioni lo hanno forzato all’utilizzo di una rotazione a tre ad eccezione di una sporadica apparizione del rookie Ryan Merritt, e conseguentemente, gli eventi hanno suggerito a Francona di limitare l’utilizzo dei partenti con maggiore impiego del trio Miller, Shaw, Allen.

 

Questo è stato possibile anche perché Francona ha potuto contare su Andrew Miller, uno dei migliori rilievi in circolazione. Un presupposto che rende le cose particolarmente più facili tenuto conto che Miller ha lasciato al piatto 326 battitori in 198,1 riprese lanciate nelle ultime tre stagioni. Sono pochi i rilievi con questi numeri lanciando per un solo inning, figuriamoci per due o più. Altro elemento a favore di Francona è stato che in solo due occasioni Miller ha dovuto lanciare due giorni di seguito e ha potuto usufruire di almeno tre giorni di riposo durante le sue 10 prestazioni. Vale la pena ricordare che in questo ristretto gruppo di rilievi dominanti vanno inclusi anche Jansen, Chapman e Britton.

Nella foto Aroldis Chapman (Jonathan Daniel/Getty)
Nella foto Aroldis Chapman (Jonathan Daniel/Getty)

Va tenuto anche presente che, forse per un eccessivo utilizzo, in Gara 7 Miller ha concesso 4 valide e due punti compreso un fuoricampo a David Ross nelle 2,1 riprese lanciate. Lo stesso dicasi per Chapman che ha bruciato una salvezza concedendo un fuoricampo da due punti a Rajai Davis nell’ottavo inning di Gara 7. Per Chapman si è trattata della terza salvezza bruciata nella postseason permettendo a 5 degli 11 corridori in base di segnare, nelle occasioni in cui è entrato a metà ripresa.

 

Questi risultati e l’inconsistenza di Chapman, ci portano ad allargare la nostra visione e farci riflettere su un altro aspetto: Uno dei motivi per cui i rilievi sono così dominanti al giorno d'oggi (ci sono stati 51 rilievi che hanno lanciato almeno 50 riprese con un PGL inferiore a 3,00 nel 2016 e 61 nel 2015), è dovuto al fatto che probabilmente lanciano meno riprese.

 

Riuscirebbe Britton ad ottenere 47 salvezze su 47 opportunità se lanciasse 110 riprese invece di 67? Potrebbe Chapman registrare una media di 14 strike out per 9 inning se dovesse lanciare due riprese ogni due giorni? Sembrerà pure più vantaggioso per i manager utilizzare i migliori rilievi in situazioni critiche nel sesto e settimo inning, ma lo farebbero con il rischio che i migliori non saranno allo stesso modo sempre efficienti.

 

Un altro fattore importante da considerare è che i rilievi sono inconsistenti. Per esempio, solo due stagioni orsono, i migliori closer erano Fernando Rodney, Craig Kimbrel, Greg Holland e Trevor Rosenthal. Anche Huston Street e Jonathan Papelbon erano tra i migliori 10. Nel 2016 questo ristretto gruppo ha ottenuto solo 6 salvezze, tre hanno registrato un PGL oltre 4,00 e Holland ha saltato la stagione causa infortunio.

 

Nel 2013 i migliori closer sono stati Jim Johnson, Rafel Soriano, Grant Balfour e Sergio Romo, nel 2012 i migliori sono stati Jason Motte, Chris Perez e Joel Hanrahan. I closer hanno alti e bassi: Solo 5 squadre hanno avuto lo stesso rilievo primeggiare in salvezze nel 2014 e 2016. Forzare questi rilievi a lanciare più riprese potrebbe renderli più vulnerabili e accorciare la loro carriera. 

 

Quindi, resta in dubbio se nella prossima regular season ci sarà una ripetizione di quanto visto nella postseason del 2016. Forse vedremo più salvezze da 4/5 eliminazioni, forse i migliori rilievi verranno impiegati di più contro i diretti rivali, forse vedremo un diverso rilievo invece del closer entrare nel nono per proteggere un vantaggio di tre punti. Ma sarà difficile vedere già dalla prossima stagione l’impiego del closer nel settimo inning e un rilievo lanciare 100 riprese. E’ possibile che nel lungo termine, per massimizzare il loro valore, vedremo i migliori rilievi lanciare in 50 gare per 80 riprese invece che in 65 gare per 65 riprese, ma nel breve è più probabile che l’allargamento del roster a 26 giocatori significhi spalmare le riprese tra più rilievi.

 

E’ probabile anche che nella postseason verrà confermata la formula di prestazioni più corte da parte dei partenti, anche se va considerato che 8 delle 29 gare in cui il partente non ha superato il quinto inning appartengono agli Indians per le circostanze sopra descritte. Ciò che invece Terry Francona veramente ci ha insegnato, è come gestire una squadra in una situazione di emergenza; di come sia estremamente importante il risultato di Gara 1 delle Division Series; di preoccuparsi della gara successiva solo il giorno dopo, e se un partente sta lanciando bene in quel momento, come è successo per Merritt, non bisogna assumere con certezza che continuerà. Se poi si ha la fortuna di avere un Andrew Miller a disposizione, allora ogni soluzione diventa più facile. 

 

Frankie Russo

 

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