
Le attuali mascottes in carica, per dir così sono circa una quarantina, mentre quelle andate in pensione, dopo pochi o tanti anni di servizio, più o meno onorato sono una ventina, ma dietro a parecchie di loro, specie se recenti c’è un vero e proprio business e tanta ricerca sul personaggio a cui affidare e con cui giustificare buona parte del costo del biglietto con l’intrattenimento che precede e condisce lo sviluppo della partita e un uomo in particolare, ossia Dave Raymond, papà di Phanatic Phillie, di cui abbiamo già parlato la volta scorsa e di tante altre mascottes e che ha fiutato l’affare, fondando una vera e propria impresa su questi pupazzi.
Le mascottes fanno pertanto parte del contorno di ogni partita di baseball e talvolta ci sono anche dei personaggi pittoreschi che si collegano alla squadra, come accade per Marlins Man, che è una sorta di guastatore in carne ed ossa.

In pratica ha il solo talento di esistere ed in realtà è un tifoso degli Atlanta Braves che per una coincidenza, un giorno si ritrovò vestito di arancione, sponda Marlins e non Giants … e che da allora, spesso e volentieri si posiziona dietro il piatto di casa base per farsi riprendere dalle TV e pare proprio che con questo suo atteggiamento sia riuscito a diventare famoso, al punto che i fans delle diverse squadre che visita si fanno immortalare con questo qui ...
Ci sono poi tante mascottes che in un certo senso, come dicevo inizialmente, sono andate “in quiescenza” e non esistono più, se non nella memoria storica.

Tra queste Astrojack e Astrodillo, rispettivamente un coniglio ed un armadillo, ossia le ex mascottes degli Houston Astros, che adesso invece hanno a rappresentarli un marziano di nome Orbit, del resto devono celebrare la loro vocazione spaziale, dato il Centro aerospaziale, il Kennedy Space Center della NASA, che si trova proprio a Houston e che viene citato in una delle frasi più famose della storia del cinema:”Houston abbiamo un problema …”.

Crazy Crab è invece una bruttissima mascotte che rappresentò i Giants nel solo 1984 e poi ci sono le mascottes al femminile come Bonnie Brewer, compagna di Bernie Brewer: una vera meteora tra le mascottes, anche se non va sempre così. Mr.s Jan Met dei NY Mets, infatti si accompagna e con successo a Mr. Met e che dire di Rosie Red e di DJ Kitty, rispettivamente mascotte dei Cincinnati Reds e dei Tampa Bay Rays?
Sono due mascottes molto femminili, anche se una delle due è una gattina ed anche se particolarmente curvy, il che non fa male, così non si veicolano strani modelli anoressici, perché baseball vuol dire casa, vuol dire famiglia, come si può vedere proprio in questo periodo ad Halloween, dove in fondo di personaggi mascherati ve ne sono parecchi ed è bello vedere come i giocatori postino se stessi da soli o con i loro bimbi, vestiti da fantasmi, zucche e con altri equipaggiamenti riferiti al mondo dei morti viventi.

Ed a proposito di mascottes che ormai non ci sono più, la carrellata di prima può continuare e almeno per ora concludersi con altre maschere, come quella di Chief Noc-A-Homa che nel nome doveva richiamare l’home run e che resse il ruolo di mascotte dei Milwaukee ed Atlanta Braves dal 1950 al 1986, accompagnandosi pure ad una principessa Indiana, anche se va detto che ogni riferimento ai nativi americani - e nelle squadre statunitensi di baseball ce ne sono diversi - non sono mai piaciuti agli indiani d’America, perché strumentalizzano ed enfatizzano troppo I loro simboli o le loro caratteristiche facciali, come per esempio il naso pronunciato, ma questa è un’altra storia …
Allegra Giuffredi
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