
Una partita di cinque ore, una partita di quattro ore, tredici ore per tre partite. Una gara da 13 inning, fuoricampo importanti, ancora prestazioni deludenti dei partenti e il ritiro di un campione. Gli Indians avanzano, e così anche i Cubs.

Gara 3 Cubs @ Giants: Una delle gare più incredibili mai giocate
Una squadra che non vince le World Series da 108 anni contro una che ne ha vinte tre negli ultimi sette. Una vittoria di misura per 6 a 5 in 13 riprese.
Madison Bumgarner non è durato molto, ha concesso un fuoricampo da tre punti al lanciatore avversario ponendo fine alla sua striscia di 24 inning nella postseason senza punti, ha tirato 101 lanci in soli 5 riprese. E’ divenuto umano grazie alla tattica dei Cubs che hanno preferito logorarlo anziché attaccarlo.
Dopo aver superato il quinto con difficoltà, Arrieta è riuscito a superare anche il sesto grazie a una chiamata molto stretta in prima, fosse arrivato salvo Gillaspie chissà se avesse continuato.
In questo postseason va di moda buttare nella mischia il closer prima del nono e non poteva mancare all’appello Joe Maddon. Nell’ottavo, dopo che i primi due battitori sono arrivati in base contro due diversi rilievi, Maddon chiede al lanciafiamme mancino Aroldis Chapman una salvezza da sei eliminazioni e deve cominciare con l’affrontare tre battitori mancini i quali hanno una MB contro Chapman in carriera di 122. La strategia non funziona. Per la prima volta in carriera Gillispie vede lanci oltre le 100mph e batte un triplo, portando i Giants in vantaggio, Crawford batte valida e Panik si guadagna la base. Tre mancini arrivano in base e i Giants sono in vantaggio di due punti.
Dopo essere stati in vantaggio tutta la gara i Cubs sono all’ultima spiaggia per salvare il risultato. Ci pensa Kris Bryant con un fuoricampo contro il closer Sergio Romo. Fino al 13° è un duello tra i rilievi superstiti ancora a disposizione dei due manager fino a quando due doppi consecutivi di Crawford e Panik pongono fine alla gara.
I Cubs non battono, degli 11 punti segnati, 6 sono stati portati a casa dai lanciatori, i due fuoricampo di Baez e Bryant hanno superato di pochi centimetri la recinzione. E’ impossibile prevedere l’esito di gara 4, il baseball della postseason non è lo stesso della regular season.

Gli Indians proseguono il loro cammino lasciando l’amaro in bocca a Big Papi.
Com’era successo in Gara 1, ancora emozioni e tensioni con Cody Allen che mostra problemi di controllo. Gli sono serviti 40 lanci per ottenere 5 eliminazioni in Gara 1, e 40 ce ne sono voluti per ottenere le finali 4 eliminazioni nella vittoria per 4-3 contro i Red Sox.
Con un eliminato, in vantaggio di un punto nel nono, gli ultimi quattro battitori si sono portati sul conteggio di 3-2, strike out, valida, base su ball, e finalmente l’eliminazione al volo che ha decretato il passaggio degli Indians all’ALCS.
Ancora una volta Terry Francona ha tentato il tutto per tutto mandando sul monte il duo Miller/Allen che hanno completato l’opera iniziata da Josh Tomlin suffragato dal fuoricampo da due punti di Coco Crisp nel sesto.
Il migliore attacco delle majors poco ha potuto contro il monte di lancio di Cleveland pur orfano di Salazar e Carrasco. I Red Sox hanno segnato 7 punti in tre gare e hanno battuto 3x21 con corridori in posizione punto. Assieme all’uscita di scena dei favoriti Red Sox, si assiste anche all’addio di David Ortiz che esce dal Fenway Park tra il tripudio del pubblico.

Jason Werth trascina i Nationals in Gara 3
Non è la prima volta che Werth brilla, anche nella postseason del 2008 quando vinse le World Series con i Phillies, realizzò delle medie impressionanti: 444/583/778. Lunedì ,dopo essere andato 2x3 e una base su ball, nel nono ha assicurato la vittoria ai Nationals con un fuoricampo che lo pone al fianco di Babe Ruth per il maggior numero di fuoricampo realizzati nella postseason.

Gara 4 Cubs@Giants non poteva mancare lo spettacolo e per la prima volta nella storia una squadra rimonta tre punti di svantaggio e vince senza andare agli extra inning.
I Cubs hanno vinto per 6-5 segnando 4 punti nel nono mentre Bruce Bochy utilizzava 5 rilievi alla disperata ricerca di salvare il salvabile. Oggi è facile dire che Bochy ha sbagliato perché la strategia non ha funzionato, ma qualsiasi manager deve supporre che i suoi rilievi siano in grado di proteggere un vantaggio di tre punti.
Il partente Matt Moore aveva concesso due valide in otto riprese eliminando gli ultimi 9 battitori affrontati. Sarebbe stato il caso di tenerlo anche per il nono? Forse a causa dei 120 lanci a carico, Bochy ha deciso fosse il momento di cambiare e manda Derek Law per iniziare l’inning, ma dopo la valida di apertura di Kris Bryant, comincia il torneo di scacchi tra forse i due migliori manager del momento.
Il mancino Lopez entra per affrontare il mancino Rizzo che si guadagna la base su ball. Bochy adesso di affida al closer Sergio Romo che concede un doppio per il 5-3. Maddon annuncia un pinch-hitter, Bochy risponde con la sostituzione di Romo e Maddon risponde con un’altra sostituzione in battuta. Al secondo lancio di Will Smith, Contreas batte valida portando il punteggio sul 5 pari. Una smorzata di Heyward, una errata esecuzione di doppio gioco da parte dei Giants permette a Heyward di arrivare in seconda. Ancora sostituzione sul monte con Strickland, ma il giovane talento Javier Baez batte valida per il 6-5. Questa volta l’attacco di San Francisco non ha scampo contro Chapman che ottiene tre strike out.
Fosse stato un altro manager certamente ci sarebbe stata una sicura condanna, ma per il futuro eletto nella Hall Of Fame si cercherà sempre una scusante. Si è fatto forse influenzare dal numero dei lanci di Moore? Doveva forse iniziare il nono con il closer Romo? Doveva forse insistere di più con i suoi rilievi? Ha voluto forse strafare? Forse, forse forse, non lo sapremo mai. Quello che sappiamo è che gli sforzi dei Giants di rafforzare il bullpen a luglio sono stati infruttuosi e ora restano a casa mentre che i Cubs avanzano alla NLCS. Nella postseason nulla è possibile prevedere.
Ma bisogna ammettere pure che Bochy ha trovato sulla sua strada un ottimo stratega in Joe Maddon che ha risposto con successo ad ogni sua mossa, grazie principalmente alla versatilità dei suoi giocatori in panchina. A Maddon è stato possibile sostituire il suo Gold Glove interbase sapendo di poterlo sostituire con Baez. Il ricevitore Contreas può giocare all’esterno che gli ha permesso di battere al posto di Coghlan e poi spostare Zobrist in seconda. Quindi, non solo gli ha permesso di muovere tranquillamente le sue pedine in difesa, ma gli ha offerto varie possibilità di sostituzioni in attacco.

Nationals @ Dodgers si va a Gara 5 Nonostante la vittoria dei Dodgers, questa volta sotto la lente d’ingrandimento c’è il manager Dave Roberts. Oggetto Clayton Kershaw.
E’ vero che ha ottenuto 11 strike out nonostante fosse ritornato sul monte dopo solo tre giorni in una stagione che lo ha visto saltare due mesi per dolori alla schiena e che il bullpen non è stato in grado di proteggere il vantaggio di tre punti con due eliminati nel settimo. Ma è pur vero che c’erano anche più che validi motivi per non fargli iniziare la frazione: Già nel sesto era stato colpito forte, due linee di cui una catturata grazie ad una prodezza di Pederson; aveva un giorno in meno di riposo; era reduce da un lungo infortunio; anche se il conteggio dei lanci era a 89, era reduce da Gara 1 in cui ne aveva lanciati 101; i Dodgers erano in vantaggio per 5-2.
Qui si potrebbe aprire un dibattito sulla supremazia di Kershaw. Nella regular season tutto lascia intendere che lo è, nella postseason le sabermetriche dimostrano il contrario. Agli amanti dei numeri non resta che verificare. Sostanzialmente è stata una bella gara dove Dusty Baker, a differenza di Roberts, ha potuto usufruire di un bullpen all’altezza della situazione, specialmente dopo essere stato costretto a sostituire il partente Ross dopo solo 2,2 riprese.
Andare comunque a Gara 5 ha creato qualche problema per chiunque delle due dovesse superare il turno. I Nationals sono costretti a mandare sul monte il loro asso Max Scherzer che significa non sarà eventualmente disponibile prima di gara 3 della NLCS.
I Dodgers si affideranno a Rich Hill che salirà sul monte con un giorno in meno di riposo e Roberts dovrà pianificare al meglio l’uso del suo bullpen. Se Hill non dovesse durare, potremmo vedere il debutto nella postseason del giovane talento Julio Urias. A loro favore, però, depone il fatto che non sempre Scherzer ha avuto successo contro mancini, e i Dodgers ne potranno inserire ben sette nel loro lineup.
Signore e Signori, allacciate le cinture di sicurezza per assistere ad una gara che prevede scintille. Questa notte ore 02.00 (ora italiana) su MLB.com
Frankie Russo
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