
La knuckleball è un particolare tipo di lancio assai malefico: può fare un gran male alla squadra in attacco o risolversi in un clamoroso flop per la squadra che difende.
Ogni volta che si lancia una knuckleball è un prenderci, per così dire, perché per effettuare una knuckleball “a modo”, bisogna che collimino diversi fattori, sia tecnici che ambientali. Innanzitutto la presa della palla comporta la necessità di artigliarla con i polpastrelli di due, massimo tre dita, sulla parte liscia e al momento del lancio, nel momento cioè in cui la palla si stacca dalla presa, quest’ultima deve ruotare il meno possibile, andando dritta, dritta a casa base ed alla giusta velocità, smorzata, ossia non particolarmente veloce, ma nemmeno il contrario e perché ciò accada è meglio che il vento si opponga al lanciatore, in modo da smorzare il lancio quel tanto che basta …
Attualmente il giocatore americano che è diventato un vero esperto nel lancio della knuckleball è R.A. Dickey (1974).
Robert Allen Dickey attuale pitcher dei Toronto Blue Jays e con un passato da lanciatore anche nei Mets di New York, oltre ad essere un cultore della materia, per così dire, ha una caratteristica anatomica, perché gli manca un legamento del braccio destro e proprio per questo inizialmente sembrava che la sua carriera non potesse decollare, ma poi proprio grazie a questo è decollata alla grande … con la knuckleball. La knuckleball, infatti è un lancio che, come vedremo tra poco, solitamente è stato un “ripiego” per quei giocatori che si sono dovuti reinventare, dopo un infortunio, mentre per Dickey è stato ed è, da sempre, il lancio.
Ed è proprio Dickey a dirci come ogni volta che lancia, cerca di far sì che la palla raggiunga la giusta velocità, a non più di 80 miglia orarie e soprattutto la giusta rotazione di non più di 1/4 , perché la palla deve andare dritta, dritta nel guantone del catcher, il suo catcher.

Ma questo lancio, dall’origine incerta ha avuto storicamente due interpreti assoluti in Hoyt Wilhelm e Jim Bouton, autore, quest’ultimo del libro “Ball four”, dove si racconta anche, ma non solo, di questo mitico lancio.
Ma andiamo per ordine. James Hoyt Wilhelm (1922 – 2002) è rimasto famoso per aver utilizzato la knuckleball ed essere stato in questo modo uno dei rilievi più longevi di sempre.
Nato in una modesta famiglia del Nord Carolina, non approdò subito nelle Major, ma una volta arrivato, vi giocò dal 1952 al 1972, per vent’anni e proprio grazie alla knuckleball, riuscì a vincere, da rilievo, 124 partite, un vero record e a conquistare almeno 200 salvezze.

James Alan “Jim” Bouton (1939) è passato alla storia non solo per essere diventato un grande lanciatore di knuckleball, ma anche e soprattutto per il libro “Ball four” che diede alle stampe nel 1970.
In quest’opera, che venne particolarmente apprezzata e denigrata, senza vie di mezzo, Bouton racconta la sua carriera, narrandola sotto forma di diario e raccontando aneddoti su aneddoti, della sua vita, giorno dopo giorno, passando dai difficili rapporti contrattuali con i padroni del vapore, vale a dire i proprietari delle squadre in cui ha giocato, Yankees, Seattle Pilots, Astros e Braves, al doping, senza tralasciar nulla dell’intima frustrazione nata dopo un grave infortunio, che lo colpì nel suo lancio migliore, ossia la fastball e che lo portò all’evoluzione, più che all’involuzione del suo miglior lancio, ossia la knuckleball.
Allegra Giuffredi
N.d.r. Contrariamente a quello che qualcuno pensa la knuckleball non viene lanciata sempre nella stessa maniera in quanto il solo "caso" poi farà cambiare traiettoria; Questo tipo di lancio comunque viene impugnato dagli abili lanciatori che con differenti posizioni del polso e pressione delle dita faranno fare spostamenti anche voluti. Certamente rimane una buona parte di "caso" che nessuno può prevedere pitcher e catcher compresi.
Qui sotto vediamo un filmato curioso. L'umpire della partita Toronto Blue Jays Vs Milwaukee Brewers del 20 August, 2014 chiese di poter vedere dalla sua posizione i lanci di Dickey prima della partita. L'umpire non si limitò a guardare, ma anche filmò con la telecamera.
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Luca Pavan (venerdì, 30 settembre 2016 14:30)
In italia c'era, ancora oggi negli Amatori, Cabalisti che lanciava knuckleball.