
Come sappiamo, la parola strike è assai importante nel baseball, perché suggella le eliminazioni dei giocatori alla battuta, che appunto dopo tre eliminazioni, magari al piatto, escono dal campo, tornandosene mestamente nel dugout e suggellando così la bravura del lanciatore, ma strike vuol anche dire “sciopero” e nel 1994, nel baseball, si svolse uno degli scioperi sportivi più importanti, lunghi e dolorosi di sempre.
Ancora oggi, quando si narra di quel che accadde, compare qualche luccicone sul viso di qualcuno che ricorda quell’anno, il 1994, come l’anno dello sciopero.
Fra giocatori e padroni delle squadre, negli Stati Uniti, per anni vi fu un rapporto fondato solo e soltanto sui soldi, come del resto, in gran parte, lo è ancora oggi e se si parla di scioperi, di solito a monte o a valle di questi, vi è un sindacato e, perché nel baseball professionistico ci sia la prima trade union, ossia il primo sindacato, bisogna aspettare il 1966, con la MLBPA (Major League Baseball Players Association) e dal 1968, anno in cui iniziarono le contrattazioni sindacali per un accordo di lavoro collettivo, nel tempo e fino al fatidico 1994, si sono succedute ben sette battute … d’arresto del Campionato e delle WS.
I giocatori lottavano, come ogni lavoratore, ogni professionista che si rispetti per avere la pensione e quello che in Italia è conosciuto come la possibilità di svincolarsi, vale a dire il “free agency”, scegliendo per quale società giocare; i proprietari delle squadre, d’altro canto in qualche occasione, come nel 1973, s’impuntarono, lasciando letteralmente i giocatori fuori dai cancelli e talvolta, come nel 1976, fu il Commissioner ad imporne la riapertura, durante la trattativa.
Anni durissimi quelli e che videro le due parti, ossia i giocatori e i padroni delle Società, porsi uno contro l’altro “a muso duro”, sul tema dello “svincolo”, come accadde nei primissimi anni Ottanta ed anche nel 1990, quando furono proprio i proprietari a chiudere i giocatori fuori dagli spogliatoi per 32 giorni durante lo Spring Training e facendo così saltare ben 78 gare, che poi però vennero recuperate.
Fino ad arrivare alla Stagione del 1994, che iniziò comunque, pur senza un contratto di lavoro per i giocatori, ma che ad agosto e precisamente il 12 di quel mese terminò con l’inizio (mi si perdoni il calembour) di uno sciopero che portò addirittura a cancellare le World Series.
Riportano le cronache, alle quali mi sono documentata che: “Non accadeva dal 1904 e lo sciopero riuscì là dove avevano addirittura “fallito” 2 Guerre Mondiali. E la discussione tra le parti non verteva su nessuna questione di principio, bensì solo sui soldi. I proprietari, insoddisfatti di aver concesso l'arbitrato di salario per chi aveva dai 3 ai 6 anni di servizio, avrebbero voluto cancellarlo o limitarlo in maniera significativa. L'altro argomento di discussione riguardava il tetto salariale.”.
Lo sciopero avvenne quando nella fase finale della Stagione, i proprietari dei 28 club della "Major League", insistettero affinché vi fosse un tetto salariale che facesse da calmiere per gli ingaggi miliardari, e quando si scontrarono col fronte dei giocatori, decisi a tutto pur di mantenere il loro status di "free-agent", bucarono il pallone, per così dire, votando per la soppressione del torneo e delle conseguenti World Series.

Lo stesso Presidente USA del tempo, Bill Clinton (1946) e l’allora Governatore dello Stato di New York, Mario Cuomo (1932 - 2015), assai costernati, cercarono di mediare, ma non ci fu modo, anche, perché per arrivare alla fine della storia di questo strike, bisognò aspettare la Stagione seguente e addirittura la decisione di un Giudice, la Signora Sonia Sotomayor (1954) per tornare alla normalità .
Sonia Sotomayor, attualmente Giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti, su nomina di Barack Obama (1961), di origine portoricana, cresciuta nel Bronx, a New York, non lontano dallo Yankee Stadium e tifosissima degli Yankees, nel 1995 con una sua sentenza mise la parola fine allo sciopero della Major League Baseball, che minacciava anche la nuova Stagione.
All'inizio del 1995, infatti, i proprietari avevano ritirato la proposta di tetto salariale, trattando la questione salari direttamente con l'ufficio del Commissioner, ma venendo così meno ad un accordo che proibiva questa pratica e fomentando l'istanza presentata al giudice Sotomayor.
Il 29 marzo l'Associazione dei giocatori annunciò che avrebbe ripreso l’attività se la sentenza fosse stata favorevole e anche se: "La sua sentenza non produsse direttamente un accordo – come ricorda Donald Fehr (1948), direttore esecutivo dell'associazione giocatori - … diede alle due parti tempo per tornare al tavolo delle trattative e produrre un accordo. Se non avesse deciso quello che ha deciso, lo sciopero sarebbe andato avanti e la situazione sarebbe peggiorata sempre di più".
E fu così che, anche per il volere di una donna, ebbe a terminare la sessione di battuta virtuale più lunga della storia del baseball, durata 232 giorni, un lunghissimo ed estenuante extra inning, terminato con quel decisivo e clamoroso strike.
Go Sotomayor!
Allegra Giuffredi
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