
Libera traduzione dal sito
Qual è il gioco preferito di ogni appassionato di baseball? Naturalmente sostituire il manager e contestare le sue scelte, o come lo definiscono gli americani “to 2nd guess the manager” (nel football americano si chiama “l’allenatore del giorno dopo”). Troppo spesso succede di pensare che il manager sta facendo una sostituzione o strategia sbagliata o meglio, a noi non comprensibile. Ma dietro quelle scelte ci sono tante considerazioni. Noi a casa abbiamo forse sotto mano tutte le statistiche ed i matchup che hanno loro? Certamente no. Noi a casa, conosciamo forse a fondo il carattere o lo stato d’animo di ogni giocatore in una determinata situazione? Certamente no. Ovviamente questo non significa che le strategie scelte portino sempre al successo, ma alla fine di tutto credo che chi fa del baseball la fonte di vita possiede un'esperienza anni luce lontana dalla nostra comoda poltrona a casa.
Poi c’è la mia personale opinione che è sempre il giocatore che fa sembrare il manager un genio o un idiota. Se il sostituto lanciatore esce dai pasticci allora il manager è un genio, altrimenti è un idiota. Lo stesso si può dire per l’attacco. Compito del tecnico è di mettere la squadra e i giocatori in grado di avere successo, in campo poi ci vanno i giocatori.
A distanza di anni - meno male che il tempo cancella tutto - ricordo con grande risata quando fui insultato e aggredito da un paio di giocatori della mia squadra dopo aver perso una gara per un punto e per non aver effettuato il cambio sul monte che avrebbero voluto loro. A tal proposito mi chiedo come fanno alcuni giocatori che hanno ancora tanto da imparare a trovare il tempo di fare anche i tecnici.
Ad ogni buon conto nell’articolo che segue viene spiegato dal giocatore stesso, Francisco Rodriguez e dal manager Brad Ausmus, come è stata elaborata la strategia per ottenere un'importante e determinante salvezza.

La situazione in effetti era l’essenza di ciò che rende il baseball uno sport unico, un affascinante duello di uno contro uno con in gioco il risultato finale della gara.
Era la parte alta del nono inning di un giovedì pomeriggio. I Tigers avevano appena segnato tre punti portandosi in vantaggio per 4-3. I Red Sox avevano corridori in seconda e terza con due eliminati con il closer di Detroit Francisco Rodriguez sul monte. C’era da fare una scelta. Affrontare uno dei migliori battitori del momento, Mookie Belts, legittimo candidato per l’MVP Award dell’AL e che al momento aveva una MB di 488 e un OPS di 1,554 con questa situazione - due eliminati e corridori in posizione punto - o affrontare il battitore successivo Hanley Ramirez molto più esperto, ma lontano dalla forma e dalle medie di Belts?
Con la prima libera, Rodriguez avrebbe potuto tranquillamente mettere in base il temibilissimo Belts, ma Rodriguez ha preferito affrontarlo inducendolo a battere una linea nel guanto del seconda base Ian Kinsler per l’ultima eliminazione.

Saranno stati in tanti a pensare che la strategia giusta sarebbe stata di mettere Belts in base considerata la strepitosa stagione che sta avendo, ma Rodriguez aveva in mente la SUA strategia, e tutto dipendeva dal primo lancio.
Rodriguez ha iniziato con una veloce che Belts ha lasciato passare. Quello era l’unico lancio buono che Rodriguez aveva intenzione di offrire a Belts. Adesso in vantaggio nel conteggio aveva la possibilità di lavorare sugli angoli.
Il secondo lancio è stato un cambio alto che ha portato il conteggio sull’1-1, ma K-Rod aveva notato l’ansia che aveva Belts di voler battere ottenendo così la risposta che si attendeva.
Con il lancio successivo, Rodriguez voleva tirare poco fuori all’esterno tanto da indurre Belts a girare un cattivo lancio, ma ha sbagliato locazione. Il lancio ha preso troppo piatto permettendo a Belts di colpire una forte linea che per fortuna è finita nel guanto di Kinsler.
L’approccio di Rodriguez ci offre un’occasione per analizzare come ci si prepara per affrontare diversi battitori in situazioni critiche.
Rodriguez doveva scegliere tra un in formissima giovane Mookie Belts e un più esperto veterano come Hanley Ramirez. Perché ha scelto Belts? Il motivo è l’esperienza. Ramirez ha più esperienza di Belts e con il risultato molto stretto, Ramirez è in grado di cambiare il suo approccio. Difficilmente girerà la mazza su lanci fuori dalla zona, ed è uno dei motivi per cui non ha voluto concedere la base a Belts.
Tale strategia avrebbe significato affrontare Ramirez con le basi piene e avrebbe diminuito le possibilità di lanciare al limite della zona favorendo, in tal modo il battitore. Ed è anche un’altra ragione per cui Ausmus non ha ordinato a Rodriguez di concedere la base intenzionale. Fosse andato indietro nel conteggio, 2-0 o 3-1, si sarebbe creato uno scenario diverso.
Fosse capitata la stessa situazione negli anni in cui la velocità di Rodriguez era intorno alle 95/96mph, affrontare Ramirez sarebbe stata la scelta migliore. Rodriguez afferma che ogni piccolo accorgimento può fare la differenza. Un giovane lanciatore che tira a 98/100 avrebbe forse sfidato Belts sulla velocità, e probabilmente Belts, ottimo battitore di palle veloci, lo avrebbe punito.
Quindi, l’esperienza è un altro fattore fondamentale. Forse è stato anche fortunato che la battuta non si è innalzata di qualche centimetro fuori la portata di Kinsler, ma in definitiva l’effetto è stato che K-Rod ha portato Belts al punto che lui voleva. E il tutto è finito con la vittoria dei Tigers e Rodiguez che si è guadagnato la salvezza numero 34.
Frankie Russo
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aliante (lunedì, 29 agosto 2016 18:39)
Che complimenti che ha fatto ai TECNICI italiani paragonandoli a questi nomi americani!
Chi l' ha detto che qualche giocatore non sia più competente di qualche allenatore o pseudo allenatore?
aliante (lunedì, 29 agosto 2016 18:40)
Allenatori part-time...
aliante (lunedì, 29 agosto 2016 18:42)
E comunque da giocatori diventano subito allenatori, il passo è breve