A.S.I. Vs NON A.S.I. - N° 2

Nella foto il lanciatore Mattew Zielinski della Fortitudo (foto da FIBS - Bellocchio)
Nella foto il lanciatore Mattew Zielinski della Fortitudo (foto da FIBS - Bellocchio)

di Paolo Castagnini

 

L'ultimo articolo di Franco Ludovisi Lanciatori A.S.I. Vs NON A.S.I. mi stimola ad affrontare un argomento piuttosto complesso o forse meglio dire intricato.

Navigare all'interno della regolamentazione di ASI non ASI, stranieri extracomunitari, stranieri comunitari, stranieri con visto per lavoro subordinato sport e stranieri con visto di studio o lavoro e il tutto naturalmente condito con le variabili di dove gioca in che categoria, ecc. è un'impresa molto ardua specie per chi non è addetto ai lavori. Iniziamo perciò a capire la normativa.

Atleta Italiano ASI

  • E' l'atleta Italiano nato e cresciuto e tesserato per la prima volta in Italia - Nessuna limitazione
  • E' l'atleta Italiano nato all'estero che ha giocato per 6 anni (non ha importanza quanto) nei campionati italiani - Nessuna limitazione

 

Atleta Italiano Non ASI

  • E' l'atleta Italiano non nato in Italia, o che pur essendo nato in Italia ha iniziato a giocare all'estero e viene tesserato per la prima volta in Italia dopo la categoria Cadetti. - Pur essendo atleta Italiano non può giocare come ASI.

 

Atleta Straniero ASI

  • E' l'atleta straniero che ha iniziato a giocare in Italia dalla categoria Cadetti/Cadette o precedente - Sono equiparati agli atleti ASI Italiani, ma con le limitazioni decise dal CF

 

Atleta Straniero con Visto per lavoro o studio

  • E' l'atleta straniero che può entrare in Italia con un visto di studio o di lavoro (il visto turistico è escluso) - Può giocare nella quota stranieri come deciso dal CF

 

Atleta Straniero Comunitario

  • E' l'atleta con qualsiasi passaporto della Comunità Europea (quindi anche Americani, Latinoamericani, ecc purché con doppio passaporto) e che quindi può entrare e soggiornare in Italia. Può giocare nella quota stranieri come deciso dal CF

 

Atleta Straniero

  • E' l'atleta che per giocare in Italia ha bisogno del visto per lavoro subordinato sport. Può giocare solo nella quota stranieri come deciso dal CF

 

Atleta straniero che non fa parte delle categorie sopra descritte

  • Non può giocare nei campionati italiani

 

Detto questo ecco una tabella riassuntiva sulle delibere del CF in merito alle limitazioni che riguardano unicamente il baseball (Clicca sulla tabella per ingrandire)

La domanda che sorge spontanea a questo punto è: La normativa ASI, NON ASI e Stranieri ha salvaguardato gli Atleti Italiani?

Che cosa si intende per salvaguardare gli Atleti Italiani?

 

Proviamo a fare due ipotesi estreme:

 

Se non ci fosse nessuna regolamentazione cosa succederebbe? Ci sarebbe la corsa a stranieri e a Italiani residenti all'estero? Possiamo anche eliminare lo straniero non residente in quanto il suo numero viene definito dal CONI, ma per quanto riguarda gli stranieri residenti in Italia e gli Italiani residenti all'estero non ci sarebbero limitazioni.

Ai nostri ragazzi sarebbe precluso il baseball di IBL, A, B? La risposta mi sembra abbastanza ovvia, direi di si o per lo meno si ridurrebbero i posti disponibili.

 

Facciamo l'ipotesi contraria: Un regolamento che vieta agli stranieri e agli Italiani residenti all'estero di giocare nei campionati italiani. Ipotizziamo che solamente i nati e cresciuti in Italia potrebbero giocare. Cosa succederebbe? Risposta altrettanto ovvia. Molti più atleti Italiani giocherebbero in tutte le serie.

 

Ma tra gli obiettivi di una Federazione e soprattutto del CONI oltre all'incremento dello sport nella popolazione italiana, c'è anche la competizione internazionale. I nostri atleti sarebbero in grado di gareggiare con gli atleti delle altre nazioni? Per fare un esempio molto spicciolo se un battitore vede palle che mediamente viaggiano a 80/85 miglia sarà in grado di battere palle da 90/95 miglia quando competerà contro altre nazioni maggiormente evolute?

 

Vogliamo veramente che i nostri atleti giochino perché noi costruiamo loro attorno un mondo fittizio lontano dalla realtà internazionale?

Io credo di no. Ogni nostro atleta vuole giocare, ma vuole competere non con i peggiori, ma con i migliori.

 

Quindi rimanere con la stessa normativa? Personalmente credo di no. Non è questa normativa che negli ultimi 10 o più anni ha salvaguardato il talento italiano.

 

Quale potrebbe essere allora la soluzione? Penso che il problema sia un altro. Credo che dovremmo costruire un ambiente in cui i nostri atleti possano giocare di più e competere con atleti più forti. Dobbiamo ripensare alle formule dei campionati. Dobbiamo ripensare alle attività in favore di  Atleti che crescono nei nostri vivai, ma senza la paura di farli incontrare con chi è già bravo. Dobbiamo renderci conto che finché i nostri giovani dai 17 ai 23 anni giocano 12 partite all'anno o ancor peggio lanciato 12 riprese in un anno o si presentano alla battuta 12 volte in un anno non saranno mai in grado di competere con chiunque gioca nei paesi evoluti sia esso uno straniero o un Italiano residente all'estero.

 

Paolo Castagnini

 

n.d.r. Essendo la normativa molto complessa mi scuso per eventuali errori e ringrazio chi me li voglia correggere

 

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