
Libera traduzione dal sito: ESPN.GO.COM
L’assunzione di Barry Bonds come hitting coach dei Miami Marlins non ha occupato le prime pagine come si poteva immaginare, in gran parte perché queste si sono dedicate a quanto avveniva in casa dei Chicago White Sox dove il GM ha ritirato il permesso al figlio di Adam LaRoche di continuare a frequentare lo spogliatoio e che ha causato il ritiro del giocatore. Si sono occupate anche dei problemi di forma di Pablo Sandoval con i Red Sox e successivo posizionamento sulla lista DL. Oppure dei tanti infortuni che hanno caratterizzato la rotazione dei Los Angeles Dodgers.
Ma tutto ciò non ha evitato che nell’ambiente fossero in molti a chiedersi fino a che punto Bonds, dotato di un talento più unico che raro, sarebbe stato in grado di trasmettere la sua saggezza in battuta a giocatori meno abili? E fino a che punto si sarebbe sacrificato e quanto tempo avrebbe impiegato per portare i suoi giocatori al successo? E quale sarebbe stata la sua strategia d’insegnamento per migliorare i suoi battitori?
Il messaggio che Bonds sta trasmettendo ai suoi, almeno da quanto si è potuto rilevare in questo breve scorcio di campionato è che: E’ tutta una questione di tenere i risultati personali in secondo piano rispetto a quelli prioritari della squadra.
Bonds sta dedicando il maggior tempo a studiare, ad osservare e a costruire un giusto rapporto con i suoi giocatori anziché emettere sentenze. Cercare di avere più turni alla battuta è un fattore primario; essere sempre al massimo della concentrazione; capire che non bisogna fare tutto da soli; il baseball è un gioco di squadra e non individuale.

Tutti aspetti che sono ben riusciti a Dale Sveum, hitting coach dei World Champions Kansas City Royals.
‘Keep the line moving’ è il loro motto. Ogni battitore deve conoscere il suo ruolo, reagire secondo le situazioni e avere fiducia nel battitore successivo. Tutte le difficoltà si possono accettare e superare se si gioca uno per tutti e tutti per uno.
I Marlins hanno potenzialità a cominciare dal forte Giancarlo Stanton, il giro fluido di Christian Yelich, il veterano Martin Prado e il talentuoso Marcell Ozuna. Ciononostante lo scorso anno i Marlins sono finiti al penultimo posto con 613 punti segnati e 26° con un OPS di 694.
Ora le speranze di una nuova era sono riposte nelle mani del nuovo manager Don Mattingly e hitting coach Barry Bonds. Bonds non si è dedicato molto alle pubbliche relazioni fino ad ora, perché spende la maggior parte del suo tempo lavorando con i giocatori.

D’altronde è una professione in continua evoluzione e ormai tutte le società hanno compreso che è più una necessità che un lusso affiancare l’hitting coach con un istruttore/assistente, Frank Menechino nel caso dei Marlins.
Oltre a tutte le informazioni che pervengono dagli scout, dai video e dal l’universo di internet, molti istruttori di battuta spendono il loro tempo nella gabbia con coloro ancora alla ricerca di una migliore forma.
Ma anche qui non è tutto oro ciò che luccica. Molti giovani enfatizzano sulla quantità di sventolate invece che curare la qualità. Il momento di interrompere è quando ci si sente confortevoli si è trovato il giusto ritmo. Eccedere significa stancarsi e si finisce per acquisire movimenti sbagliati.
Il duo Bonds-Menechino forma una coppia perfetta. Bonds era un giocatore altamente talentuoso che ha avuto inoltre il grande vantaggio di imparare dal famoso padre Bobby, e ancora di più dal suo padrino Willie Mays. Bonds detiene il record di fuoricampo con 762 e di basi su ball con 2.558, ma resta in bilico la sua elezione nella Hall of Fame per il dubbio sull’utilizzo di sostanze proibite.

Menechino è il giusto complemento di Bonds. In sette stagioni spese nelle majors con gli Athletics e Blue Jays ha battuto 36 fuoricampo con una media battuta di 240.
Con un fisico tozzo e muscoloso e un carattere schietto, incarna alla perfezione colui che ha lavorato duro trovando la sua giusta collocazione nel regno dei coach.
Nel 2008 Menechino giocò due mesi in Italia con la Danesi Nettuno (dovette interrompere per un'ernia al disco n.d.r.).
Intanto, sia Mattingly che Menechino sono rimasti particolarmente impressi dalla semplicità con cui Bonds insegna, limitando tutto alla semplicità e all’essenziale rendendo i concetti comprensibili a tutti. Ai tempi in cui giocava non era facile immaginare che prestasse tanta attenzione ad alcuni fattori fondamentali come l’equilibrio, rapidità e giro corto.

Sebbene restino dei seri dubbi relativamente ai numeri realizzati in carriera, anche i più critici hanno dovuto ammettere che il successo è stato maggiormente frutto del suo talento che l’uso di farmaci.
Tutti i grandi battitori hanno lavorato duro e continuano a lavorare duro. E' questo l’unico modo per avere successo. Giocatori bravi lavorano fino ad eseguire bene una volta, i migliori lavorano fino a quando non sbagliano mai.
Bonds è molto meticoloso nel suo lavoro, addirittura arriva a controllare che lo schermo del lanciatore sia posizionato correttamente prima di fare BP. I giocatori apprezzano i suoi insegnamenti che non si limitano alle sole sue personali esperienze, ma è un attento osservatore e riserva il giusto consiglio per ogni singolo giocatore.
La coppia Bonds-Menechino ha un compito arduo: resistere fino alla prossima primavera. Negli ultimi anni sono stati molti gli hitting copach che si sono fermati per breve tempo in Miami, molti dei quali avevano avuto tanto successo quando giocavano nelle majors. Potrà la legenda di Bonds portare stabilità e cambiare la mentalità dei suoi giocatori?
Preparare se stessi per battere fuoricampo e battere 330 può essere relativamente facile, ma la sfida adesso è di tirare fuori il meglio da ogni giocatore che hanno a disposizione.
Il segreto è nella semplicità: Una valida, una base su ball, un turno produttivo in battuta. Un passo alla volta.
Frankie Russo
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