Le statistiche non misurano mentalità e passione

Nella foto l'Hall of Fame George Brett
Nella foto l'Hall of Fame George Brett

di Frankie Russo

Libera traduzione dall'articolo su espn

Le varie società addette alle proiezioni stagionali danno i Kansas Royals con non più di 76/77 vittorie per il 2016, veramente poche per una squadra campione del mondo. Ma negli ultimi anni queste ditte specializzate non sono state tenere con i Royals e, a vedere bene, non ne hanno azzeccata una. Quando interrogato nel merito, il terza base eletto nella Hall Of Fame George Brett ha risposto che il roster dei Royals è formato da un gruppo di buoni giocatori. Non saranno tutti All Star, ma sanno giocare nel modo giusto, sanno tirare, sanno difendersi e sanno correre sulle basi. Il bullpen è tra i migliori delle majors, e uno dei motivi principali del loro successo è stato il gruppo. 

Sono questi fattori intangibili  che fanno la differenza. Esistono tante statistiche oggigiorno ed è difficile anche ricordarle tutte. Ma una cosa è certa: Non sono in grado di valutare l’aspetto mentale e la passione. E questi sono la forza dei Royals che li ha portati ad avere tanto successo negli ultimi anni. 

Un motivo per cui le proiezioni non sono in favore dei Royals potrebbe essere la loro giovane età. Il nucleo della squadra è formato da giocatori giovani che non hanno raggiunto i 30 anni. Salvador Perez, 3 volte vincitore del Gold Glove Award, e Eric Hosmer hanno 26 anni, Mike Moustakas ne ha 27, l’asso della rotazione Yordano Ventura ne ha 25, ed anche i più anziani non sono così vecchi, Lorenzo Cain compierà 30 anni in aprile ed è uno dei migliori esterni centro della lega.

 

E’ un gruppo di giocatori che sa quando è il tempo di divertirsi e quando è il tempo di trovare la massima concentrazione per affrontare una gara.

 

Fiducioso del suo gruppo sembra essere anche il manager Ned Yost che, nonostante le partenze di alcuni elementi chiave, vede un gruppo di  giocatori compatto, fattore questo di non poco conto e non facile da costruire. La loro strategia, il loro modo di giocare è divenuto un esempio per le altre squadre che adesso cercano di emularli.

 

Venticinque giocatori che si sacrificano l’un per l’altro, senza egoismi, e non è solo una questione di vittorie o sconfitte, è una questione di carattere, di chi sono come uomini, quanta passione ci mettono quando sono in campo.

 

Difficile, se non impossibile, trovare una statistica che misura tali abilità.

 

Frankie Russo

 

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