Non capisco niente di baseball

Presentazione di Paolo Castagnini

Andrea Semplici è un giornalista e fotografo fiorentino a cui piace viaggiare.

Una vita tra Palestina, Israele, Etiopia e America Latina, Libia, Tanzania, Amazzonia. Ha lavorato per "Altro Mondo" "Il Manifesto" - "Controradio" - "La Nazione" - "Paese Sera" - "Italia Oggi" - Redattore della rivista:" Cooperazione del Ministero degli Affari Esteri italiano" e poi "Nigrizia" - "Africa Orienti" e poi tantissime collaborazioni per Airone, Linus, e tante altre ancora. Ha scritto tre guide (Eritrea - Etiopia - Libia) per Clup/De Agostini) insomma avrete capito lo spessore di Andrea Semplici (Qui trovate la sua bio completa)  Perché presento Andrea qui su Baseball On The Road

Andrea ha scritto un articolo nel suo blog al titolo "Non capisco niente di baseball" e noi che a questa frase ci siamo abituati non ce ne meravigliamo, anzi personalmente lo ringrazio per aver scritto e pubblicato questo foto/reportage sul baseball in Nicaragua e per averci dato l'autorizzazione alla pubblicazione. Quando ho contattato Andrea mi ha detto: "ho visto l'entusiasmo dei ragazzi in quelle isole e ti puoi immaginare per raggiungere quel campetto io ho camminato un paio d'ore, chi è venuto via lago, ha fatto un viaggio di alcune ore, in quel caso. E ci sono tredici squadre in quell'arcipelago..." L'articolo e le foto sono a mio avviso stupende! Buona visione e lettura. (le foto sono tutte ingrandibili)

Il campo di Macarron2
Il campo di Macarron2

Storie del Nicaragua/Non capisco niente di baseball - di Andrea Semplici

Daniel si chiama Daniel Ortega. Lo prendo in giro: ‘Presidente’. E’ simpatico, Daniel. Un gordito.

Daniel vive a Macarròn2: non ha nome il paese. Vi abitano una ventina di famiglie e vi è una chiesa protestante.

 

Macarron2 è al Nord dell’isola più grande dell’arcipelago di Solentiname. Lago Cocibolco degli indigeni. Lago Nicaragua. Nella lingua Nuathtl, Celentiname significa: ‘Il luogo degli ospiti’. Daniel va e viene dal Costarica. Là si guadagna meglio, Ha 35 anni.

 

Nella foto Daniel
Nella foto Daniel

Compra medicine in Nicaragua e va rivenderle oltre frontiere. Ha una bella pancia e due figlie, Daniel. Gioca a baseball, nella squadra de Los Bravos, gli ‘arrabbiati’. Casacca azzurro-brillante, perfino il nome del giocatore sulla maglia. C’è un torneo fra i ragazzi delle 36 isole dell’arcipelago.

 

A Macarròn2 si arriva a piedi. Due ore di cammino da Macarròn1. Oppure in lancia, aggirando il lato orientale dell’isola.

 

Non so niente del baseball. Non capisco le regole. Alla domenica, Daniel mi invita alla partita. Contro la squadra dell’isola Juaua (se ho ben capito il nome). Si gioca al suo paese, davanti a casa sua. Un’ora e mezzo di cammino da Macarròn1. E’ grande, l’isola.

Domingo
Domingo

Incontro Domingo mentre cammino verso la partita. Va a vendere fagioli al paese. Lo accompagnano due cagnetti, Zampettano al suo fianco. Non ha quasi più denti, Domingo. Cammina dentro due stivali di plastica. Ha una bella faccia.

 

Conosco già questo sentiero. Qualche casa di assi lungo il sentiero. Non c’è mai nessuno. Non è vero: qualcuno zappa attorno a un banano, una barca passa sotto costa, un uomo pulisce le foglie cadute davanti a casa e non alza la testa. 

Due tifose
Due tifose

Poi c’è una bambina, una donna, dei panni ad asciugare, dei pesci a seccare su un altro filo. E c’è Rosales, con la sua casacca azzurra e una bambina in braccio. Va a giocare la partita. Nel campo di fronte alla scuola. C’è un filo spinato a limitare il campo, un viale di alberi di mango, la squadra avversaria è già arrivata, c’è un grande albero sulla spiaggia del porto. So che Francisco si è opposto quando hanno pensato di abbatterlo perché troppo vecchio: ‘Non tagliatelo fino a quando non sarò morto’.

Il radiocronista e una cheers-girl
Il radiocronista e una cheers-girl

Le donne hanno secchi di plastica con pollo, repochete, carne de cerdo.

 

C’è la birra, due donne tifose con cappelli con i brillanti, una maestra di 19 anni che guarda dalla porta della scuola, ci sono dieci tifosi, un cronista di radio Macarròn, e donne grandi come quelle di Botero, strizzano pance e cosce dentro magliette attillate.

 

Portano la ciccia con orgoglio. Ci si veste eleganti per la partita.

Il lanciatore de los Bravos
Il lanciatore de los Bravos

Non conosco le regole del baseball. Un ragazzo insegue una palla e sbatte contro il filo spinato. Daniel si tuffa a pesce, ma arriva tardi. Daniel è ben gordo, ma ha grande agilità.

 

Le donne-Botero urlano come cheers-girls. Io mangio un repochete gustoso e bevo birra. Due musicisti non se li fila nessuno.

 

Il gioco mi appare lento. Gli arancioni arrivati da un’isola lontana ribaltano il risultato. Il lanciatore azzurro si fa il segno della croce prima di cominciare a giocare.

 

L’arbitro non perde la calma. Imparo che non esiste il pareggio nel baseball. Alla fine los Bravos perdono.

 

C’è un ragazzo matto che porta l’acqua in taniche pesantissime. Penso che in Africa questo lavoro lo farebbero le donne. Paese di machos, il Nicaragua.

Questo insediamento è conosciuto come Macarròn2. Oppure come Sector Ortega. Qui vive la famiglia Ortega.

 

Francisco, il padre di Daniel, arrivò qui sessanta anni fa. Allora, dice, era ‘puro monte’. Il nonno di Daniel venne fino a qua per tagliare alberi.

 

Francisco mi dice che la loro origine è nel Chontal, regione orientale del paese, e quindi una parentela con il presidente deve esserci. Daniel ha un microtatuaggio sghimbescio sul petto. Sua moglie è una giovane donna-Botero. Appare felice, Daniel: ‘Quando sono qui, è il paradiso’. Ha comprato dvd su Spartaco e su Re David. Mi chiede come si dice ‘isola’ in inglese. Ripete ‘Ailand’ molte volte.

Francisco mi offre chicha di cayol. Fresca. Più giorni sta ferma, più fermenta. Distillato della palma. Dolciastra. Francisco, 79 anni, ha piantato il mango sotto il quale ci proteggiamo.

 

Francisco ricorda le date di morte dei suoi parenti. Me le dice una per una. Una volta ha visto una croce azzurra nel cielo. Perché quella mattina non indossò il crocifisso. Ho letto questa storia nei diari di un ragazzo brasiliano passato di qua a insegnare fotografie.

 

L'approdo di Macerron2
L'approdo di Macerron2

Francisco me la racconta di nuovo. E una ragazza, alla isla San Fernando, mi conferma: ‘Le nuvole sono un linguaggio di Dio’.

 

Francisco mi vuole regalare un terreno in vetta alla collina. ‘Come faccio con l’acqua?’, chiedo. ‘Una pompa e un tubo abbastanza largo. Non ti costa molto. Devi costruire un tanque’.

 

Francisco recita versi di poesie e saggezze popolari: ‘Los hombre son jovens a los 16 como a los 77…’. ‘Lo ha letto in un libro tanti anni fa. Mi allontano, mi richiama. ‘Un favoricito. Se torni, portami la foto di una barca, di una bella nave’.

 

Andrea Semplici

 

Questo il link per leggere l'articolo nel blog di Andrea

 

Sotto una galleria fotografica con altre foto

 

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Commenti: 1
  • #1

    Michele (martedì, 05 aprile 2016 08:47)

    E' da invidiare Andrea per aver avuto la grande occasione di aver potuto assistere alla vera e genuina poesia di un baseball on the field. E il baseball non è necessario capirlo del tutto ma amato si per la scelta di vita che dona. Ed Andrea ha colto in modo lineare ma sublime lo spirito di chi lancia una pallina come il proprio cuore oltre la banalità del giorno, poiché in lui inizia una diversa concezione di vita vicino all'amore per la vita.
    Grazie Andrea e a te Paolo per aver scoperto lo scritto