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Allenare il baseball giovanile - 5^ parte

di Frankie Russo

Libera traduzione dal libro

Coaching Youth Baseball the Ripken Way

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RICONOSCERE I LIMITI

Ormai il baseball giovanile sembra non avere mai soste, tanti ragazzi dai 7 ai 9 anni non si concedono pause. Senza dubbio è molto incoraggiante vedere ragazzi così appassionati, ma nello stesso tempo dobbiamo chiederci se il gioco sta diventando troppo serio troppo presto, e trovare la risposta a quanto è troppo.

Dal punto di vista del miglioramento tecnico è opinione comune che più si gioca, più si ottimizza. E’ una sacrosanta verità, ma quando si tratta di bambini, subentrano altri fattori da tenere in considerazione. Prima di tutto non tutti crescono alla stessa maniera, c’è chi cresce di più in altezza e più forte ed è bravo indipendentemente dal tempo che trascorre sul campo.  Poi succede che anche questi giocatori rientrano nei ranghi una volta che gli altri crescono fisicamente e raggiungono il loro standard. 

Poi ci sono i genitori che vedono i figli come il futuro Joe DiMaggio obbligandoli a praticare fino all'esasperazione. Sono convinti che se il figlio studia a casa due ore al giorno, può spendere altrettanto tempo sul campo, poi magari si scopre che il baseball non gli piace e lo fa solo perché costretto.

 

Ovviamente è una situazione di cui preoccuparsi e ben distinguere invece quando è il ragazzo che vuole essere sempre presente sul campo. Anche in questo caso però, bisogna prestare attenzione a quanto stress sono sottoposti i ragazzi giocando campionati in-door e tornei tutto l’anno.

 

Giocare è senz'altro divertimento, ma c’è sempre il pericolo, specialmente quando non tutto gira per il verso giusto, che il baseball possa diventare più un lavoro che un gioco. Il baseball è uno sport con tanti lati positivi e negativi, è una continua sfida di emozioni e sforzo mentale, specie quando si chiede sempre il massimo dell’impegno. Questo potrebbe causare stanchezza e indurre all’abbandono, il contrario di quello che vogliamo.

Un altro problema che sorge quando si gioca troppo è che si abbandona l’insegnamento dei fondamentali. Troppo tempo speso in gare riduce il tempo di praticare. I ragazzi si adattano naturalmente alle dimensioni del campo e alla velocità del gioco.

 

Con l’esperienza e la pratica, i ragazzi imparano a muoversi lateralmente per raccogliere una rotolante senza la tecnica del guanto rovesciato ed essere ancora in grado di eliminare il corridore.

 

Salendo di categoria e giocando su campi di dimensioni superiori, la stessa tecnica e con l’aggiunta del saltello, potrebbe non essere sufficiente a eliminare il corridore che ormai è diventato più veloce, salvo che non si esegua la presa a guanto rovesciato. Quindi, questa tecnica va insegnata e praticata sin dagli inizi per poterla eseguire correttamente in seguito.

I fondamentali non s’imparano in gara.

 

 

Anche quando i ragazzi giocano molte partite, non bisogna mai dimenticare che sono in una fase di sviluppo, e la pratica è indispensabile per l’insegnamento. Durante le gare i ragazzi sono nervosi e allo stesso tempo eccitati e non è il momento giusto per l’insegnamento. E’ consigliabile non più di un breve suggerimento tra inning, e tuttavia l’indice di apprendimento è ancora scarso. Il giocatore è distratto pensando all'errore, o al prossimo turno in battuta o starà riflettendo cosa pensano i genitori per l’errore commesso. 

La concentrazione in gara esclude la possibilità di insegnare con efficacia

Da qui l’importanza di praticare sempre anche quando si sale di categoria. Oltre ai fondamentali, l’allenamento serve per spiegare le tante strategie e sottigliezze di gara.

 

Il baseball è lo sport che richiede il maggior impegno mentale (o come riporta un aforisma di Yogi Berra: Il baseball al 90% è mentale, l’altra metà è fisica). Le strategie di gioco e le responsabilità individuali possono cambiare dopo ogni lancio, e devono essere insegnate e imparate in situazioni di massima tranquillità.

 

 

Di positivo giocando tante partite è che esistono maggiori possibilità di far giocare i ragazzi in diversi ruoli rendendoli più versatili, accrescere le loro esperienze e aumentare il divertimento.

La mentalità di vincere ad ogni costo deve essere assolutamente ripudiata, non escludendo però la massima attenzione da parte del coach nell'intercettare eventuali segnali di stanchezza sia mentale che fisica. In definitiva, è possibile trarre molti benefici dal giocare tante partite, ma carica anche un grosso fardello di responsabilità sulle spalle del coach.

PRATICANDO ALTRI SPORT

Un altro importante aspetto è che devono essere i ragazzi a scegliere e bisogna assolutamente evitare la specializzazione in età troppo giovane.

 

Quando i bambini praticano altri sport nel corso dell’anno, è più facile non cedere all'abbandono e si sviluppa maggiormente l’atletismo che li aiuterà a essere un migliore giocatore di baseball.

 

Giocare al calcio sviluppa maggiormente l’equilibrio e agilità perché si gioca prettamente con la parte inferiore del corpo. I movimenti nella pallacanestro sono più esplosivi e aiutano a sviluppare potenza, sveltezza e mobilità laterale.

 

Praticare altri sport permette di riposare i muscoli maggiormente impegnati nel baseball e nel frattempo sviluppare gli altri muscoli del corpo.

 

Staccare la spina durante l’inverno crea più stimolo man mano che ci si avvicina alla primavera. Questo non significa che bisogna abbandonare completamente il guanto e la mazza. Praticare saltuariamente, sia palleggiando sia girando la mazza, favorirà il condizionamento dei muscoli impegnati nel baseball.

E’ importante però che sia il ragazzo a scegliere.

 

La grande incombenza del coach è di tenere viva nei ragazzi la passione per il baseball e farli divertire. Se  non si divertono, i ragazzi non praticano con impegno e saranno pigri in campo. Se un giocatore chiede di assentarsi per un certo periodo, non è il caso di insistere affinché egli rimanga, magari lontano dal campo ritornerà la passione, o potrebbe anche trovare lo sport più confacente alle sue abilità.

In ogni caso, i ragazzi vincono sempre, ed è questa  la cosa più importante.

 

Frankie Russo

 

Segue

 

Articolo pubblicato il 24 febbraio 2016

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Commenti: 3
  • #1

    Lucio Taschin (mercoledì, 24 febbraio 2016 10:56)

    Bello davvero! Completo ed esaustivo. Servirebbe un colpo d'ala in Italia per far si che la CULTURA dello sport sia almeno paragonabile ad esempio ad italiano, matematica, scienze. Ma forse un colpo d'ala è troppo poco!

  • #2

    dm (mercoledì, 08 settembre 2021 20:54)

    Non è il caso di fare polemica e mi sforzerò di non farla.
    si rileva che da alcuni anni i ns ragazzi, a livello europeo, vincono sempre e poi nelle categorie superiori trovano molte difficoltà a ripetere i successi avuti.
    Si può anche rilevare che molti dei ragazzi che hanno lanciato in questa categoria spesso spariscono.
    Perché: troppa pressione, cambiano ruolo (quando và bene), si fanno male (spesso).
    Ogni risposta dovrebbe e potrebbe essere analizzata e approfondita: manager che vogliono vincere (sempre), motivi auxologici, troppi lanci, palla troppo grande.

    Ma sono i soliti discorsi triti e ritriti che non sò neanche perché ne scrivo ancora.

    Ma forse dico forse OCCORRE RIPENSARE ALL’INTERA ORGANIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ GIOVANILE .

    Ma chi lo dice alle società, ai tecnici, al CNT e ai ns dirigenti federali

    pensieri di una serata di fine estate

  • #3

    Frankie (giovedì, 09 settembre 2021 09:29)

    Grazie dm per l'interessamento, e se sei un assiduo lettore di BOTR sai che ci siamo soffermati diverse volte sugli argomenti da te elencati. Volendo limitarci solo al presente articolo, si rilevano dei principi essenziali per il baseball giovanile: I fondamentali non s’imparano in gara; La concentrazione in gara esclude la possibilità di insegnare con efficacia; La mentalità di vincere ad ogni costo deve essere assolutamente ripudiata. E aggiungerei un altro aneddoto: L'allenatore delle giovanili che insegna solo a vincere non lavora per la crescita dei ragazzi, ma per il suo ego. Se non passano questi principi, se non s'insegna a giocare "the right way" è logico che quando si raggiungono i livelli più alti mancherà quel qualcosa che serve per vincere.