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Play Baseball The Ripken Way - 2^ parte

Nella foto Cal Ripken Jr durante un Camp
Nella foto Cal Ripken Jr durante un Camp

di Frankie Russo

Traduzione della prima parte del libro Play Baseball The Ripken Way

 Il nostro metodo d’insegnamento si basa su quattro punti basilari:

SEMPLIFICARE

E’ imperativo impartire lezioni semplici per permettere al giovane di costruire delle basi solide. L’utilizzo di tecniche ed esercizi troppo impegnativi possono scoraggiare e confondere il giovane giocatore. I fondamentali sono le basi per giocare a baseball a qualsiasi livello. Se a un giovane non sono stati insegnati buoni fondamentali, e non ha avuto l’opportunità di ripeterli migliaia di volte, egli è destinato al fallimento una volta che arriva alle categorie superiori, come per esempio l’esecuzione di un doppio gioco. Inevitabilmente il giocatore sarà in difficoltà e si scoraggerà. A volte è possibile prevedere chi vincerà la partita semplicemente osservando una squadra palleggiare prima della gara. La squadra che palleggia meglio, spesso è quella che vince. Può sembrare un concetto esageratamente semplicistico, ma sostanzialmente non molto lontano dalla realtà.  

Il verbo giocare è importante. Non si fa il baseball, si gioca a baseball, e per giocare a baseball devi sapere tirare la palla, prendere la palla, battere la palla e correre. Più si gioca, più si migliora, e giocare, per definizione significa divertimento. A volte i giovani sono troppo desiderosi di apprendere, ma sotto una guida controllata e con l’enfatizzazione dei fondamentali, essi continueranno a migliorarsi mentre giocano. Il risultato sarà che i ragazzi vorranno eseguire esercizi più impegnativi e il successo svilupperà ancora di più il loro innato desiderio di apprendere e farà in modo che non si allontanino dai campi.

 

Comunque non è sufficiente solo giocare. Senza eseguire correttamente i fondamentali, giocare può diventare di per sé frustrante. Per avere successo sul campo non è necessario eseguire una giocata straordinaria. Se raccogliete una rimbalzante ed eseguite un tiro forte e preciso ed eliminate l’avversario, allora avete fatto il vostro dovere, avete fatto una giocata di routine sembrare di routine. Forse non riceverete una standing ovation, ma avete fatto le cose nel modo giusto. Insegnare ad eseguire in modo semplice facilita l’apprendimento, e quando si comprende ciò che si fa, è più facile eseguire nel modo giusto.

 

A nostro padre piaceva analizzare il baseball, era un grande osservatore e fortunatamente ha trasmesso a noi quella sua capacità. Lui non analizzava il baseball nella sua complessità, ma la sua mentalità era di selezionarlo nelle singole gesta tecniche. Il suo stile d’insegnamento era di ridurre le difficoltà dell’esercizio e articolarlo punto per punto. Semplificare l’insegnamento rende l’apprendimento più facile sia per un giocatore di otto anni quanto per uno di ventisette. 

Nella foto Cal Ripken Jr durante un Camp
Nella foto Cal Ripken Jr durante un Camp

SPIEGARE

Chiunque può dire come fare una cosa, ma solo i veri insegnanti possono spiegare perché è importante eseguire un gesto in un determinato modo. Se riuscite a spiegare a un giovane giocatore il perché di cosa si nasconde dietro a un determinato concetto, allora  sarete più credibili come istruttori. In generale, i giovani hanno un innato desiderio di capire il perché. Quando un genitore, un coach o un insegnante riesce a trasmettere questo messaggio con efficacia, allora il giovane sarà più soddisfatto e più propenso a mettere in pratica gli insegnamenti.

 

Ogni ora, probabilmente ogni minuto del giorno, ci sarà un genitore che dice al proprio figlio cosa fare e cosa non fare. E nove volte su 10 il figlio chiederà: Perché? Le semplici parole: “Perché lo dico io!”  non è una risposta, tantomeno è un insegnamento. Questo scenario era quotidiano in casa mia quando ero piccolo, e scommetto che lo è stato anche per voi come bambini e magari oggi come genitori. E’ un modo conciso e semplicistico per uscirne senza dare una spiegazione.

 

In qualità di genitori siamo l’estremo degli insegnanti perché siamo responsabili nell’educare i nostri figli circa tutto ciò che riguarda la loro esistenza. Essere genitore, amico, insegnante e fungere da esempio tutto racchiuso in uno, è probabilmente il mestiere più difficile del mondo. Quindi, è comprensibile che occasionalmente quel “Perché lo dico io” può sfuggire, ma non deve essere una regola. Noi primi, come genitori, dobbiamo essere convinti che l’insegnamento è efficace solo quando chi ascolta riesce a  comprendere.

 

Un esempio pratico può essere quello di guardare il baseball in TV, che a volte può essere di sostegno. Potrete vedere un giocatore eseguire una grande giocata, e forse cercherete di imitarlo, ma non capire perché ha eseguito in quella determinata maniera lascerà il livello di apprendimento incompleto.  Non capire il perché di un’azione lascerà sempre spazio alla vostra immaginazione per imitare invece di pensare come reagire in una simile situazione.

 

I giovani chiedono sempre perché, conseguenza della loro sete di apprendere, e il loro desiderio di conoscere deve essere appagato. E’ nostro compito sempre sapere il perché del nostro insegnamento, altrimenti forse abbiamo noi stessi bisogno di una fase di apprendimento.  Dobbiamo essere in grado di analizzare la lezione e spiegare perché va eseguito in una determinata maniera. Perché si consiglia di raccogliere una rimbalzante a gambe larghe con il sedere giù? Perché aiuta a tenere le mani in avanti e ci mette nella migliore posizione per raccogliere la palla. Se non sai spiegare il perché, si è poi costretti a rivolgersi ad altri istruttori alla ricerca di una spiegazione. Se non sai spiegare il perché, e non cerchi di capire il perché per trasmetterlo ai tuoi giocatori, allora non stai insegnando, perdi di credibilità e difficilmente la lezione sarà recepita. Tutto ciò che deve sapere un giovane giocatore è che c’è sempre una spiegazione del perché si compie un determinato gesto tecnico.  Solo allora l’insegnamento avrà il suo effetto e il giovane sarà in grado di mettere in atto quanto comunicato.

Un battitore durante le Cal Ripken World Series
Un battitore durante le Cal Ripken World Series

RISPETTARE L’INDIVIDUALITA’

Nessun giocatore è uguale all’altro. Essi possono differire tra loro per statura, forza, velocità, rapidità, livello di apprendimento, ecc. Ogni giocatore giovane cresce con un certo stile con cui si sente a proprio agio. E’ nostra responsabilità in qualità di genitori, coach o istruttori usare il giusto metodo per accrescere le loro abilità.

 

Ogni individuo è diverso dall’altro, in ognuno è nascosto un talento naturale. Alcuni sono più forti , alcuni meno. Alcuni sono dotati di un naturale coordinamento occhio/mani, altri dovranno esercitarsi per ottenerlo. Alcuni sono dotati di naturale velocità, altri meno. E’ importante per il coach non perdere di vista queste innate differenze fisiche durante la fase d’insegnamento. Spiegare gli esercizi dei fondamentali e lo scopo per cui si eseguono è importante, ma di uguale importanza è permettere al giovane giocatore di esercitarsi sentendosi a proprio agio. Non si può forzare un giocatore ad essere uguale ad un altro. Molti istruttori erroneamente agiscono in tal modo, evitando di cercare un diverso metodo d’insegnamento che potrebbe aiutare un giocatore a beneficiare delle sue naturali capacità ed avere più successo. L’insegnamento della battuta è un classico esempio.

 

Ogni giocatore ha la sua posizione confortevole nel box di battuta. Ci sono alcuni aspetti fondamentali che devono essere comuni a tutti, e ci sono altri invece che possono variare da individuo a individuo. Un giovane giocatore deve sentirsi comodo nel box di battuta, non lo si può forzare ad assumere una posizione innaturale. Se un battitore colpisce costantemente la palla forte, direi che c’è ben poco su cui intervenire. Non cercate di aggiustare un giocattolo che non è rotto. Il momento di intervenire è quando un giocatore non colpisce duro con consistenza.

 

Uno dei grandi aspetti dell’umanità è che ognuno è diverso in tante disparate maniere. E’ una realtà, è un concetto che va rispettato e non dovrebbe essere sottovalutato nel mondo dello sport. Questo è quello che noi definiamo “rispettare l’individuo”, altrimenti detto “rispettare l’individuo per le sue capacità”. Il giovane giocatore sarà più propenso all’apprendimento se avrà più flessibilità e più libertà, e avrà anche più soddisfazioni se dimostra di avere successo usando le sue tecniche.

 

Nessuno specialmente nei giovani batterà allo stesso modo o raccoglierà la palla alla stessa maniera, e questo è positivo.  Ognuno ha la sua opinione basata sui propri punti di vista ed esperienze personali. Non esiste una scienza esatta nel baseball. Ciò che fa grande il baseball è che esistono una quantità illimitata di opinioni e concetti che potranno essere discussi all’infinito. E’ nostro dovere come coach saper individuare ed apprezzare le capacità naturali di ognuno e sfidare noi stessi fino ad essere in grado di adattare i nostri insegnamenti alle capacità dei giovani giocatori  facendoli sentire a loro agio.

 

DIVERTIRE

Il baseball diventa serio molto in fretta. Una lamentela che si sente spesso dai ragazzi che smettono è che si annoiano. Per i coach è un impegno rendere il gioco divertente, anche durante gli allenamenti. Ovviamente è da tenere sempre in mente che sono le competizioni quali gare e contese che più esaltano i ragazzi.

 

Spesso si sente dire che il baseball è un gioco semplice, basta tirare la palla, colpire la palla, e prendere la palla. Tuttavia, il baseball può diventare anche alquanto complicato. Con i giovani è importante dedicare il giusto tempo per l’insegnamento dei fondamentali, ma i coach devono anche conoscere  la capacità di apprendimento dei propri ragazzi. L’apprendimento diventa più facile quando è divertimento. Gli esercizi dovrebbero essere strutturati in modo da essere divertenti. Le contese possono essere utilizzate per enfatizzare i fondamentali e aiutarci a comprendere su cosa focalizzare il nostro insegnamento. I ragazzi devono imparare quasi senza accorgersene, ripetendo gli esercizi che li aiuteranno a migliorare i fondamentali. Ma attenzione, l’eccesso di ripetizioni e allenamenti sono due elementi che possono anche annoiare e far sembrare il tutto come un lavoro. E’ quindi importante trovare il giusto equilibrio, e se i ragazzi si divertono, rimangono. Missione compiuta.

 

Il nostro obiettivo è di dimostrare che il baseball è divertimento, specialmente per i bambini fino a 8 anni. E’ altrettanto importante mantenere le sedute divertenti man mano che crescono e il gioco diventa più serio. I più piccoli si stanno introducendosi in un mondo nuovo e il loro scopo è quello di divertirsi, pertanto, a questo livello non andrebbe introdotto un programma tradizionale d’istruzione di baseball.

 

Qualsiasi gioco che li fa ridere correre e gridare è ben accetto. I giochi attraggono sempre i bambini e possono contenere riferimenti alla battuta, al tiro o alla coordinazione occhio/mano. La competizione è quanto amano di più e li esalta la sfida contro gli altri e contro se stessi. E’ responsabilità del coach creare un’atmosfera gioiosa e adeguarsi alle capacità di ogni individuo. Se chiediamo ai ragazzi di fare cinque sventolate sono in pochi a non riuscirci, ma se la gran parte di loro non riuscirà a colpire la palla, certamente non sarà divertente. Forse lo sarà per coloro che riescono a colpire la palla, ma per gli altri sarà noioso.  Avvicinatevi, tirate più piano, leggete lo swing e cercate di tirare nella zona dove sventolano la mazza per facilitare il contatto. Dovete agire affinché tutti si divertano alla stessa maniera.

 

Quando eseguono bene un esercizio, congratulatevi con loro, un “high-five” è gradito, insomma ritornate ad essere bambino assieme a loro. Piccoli successi e reazioni positive faranno in modo che i ragazzi tornino, e se torneranno miglioreranno, e se miglioreranno sarà più facile avere successo, e quando avranno successo si divertiranno.

 

Il nostro maggior impegno come coach è di continuare a trasmettere interesse nei ragazzi  man mano che  crescono, e gli esercizi, seppure rivolti di più verso il gioco vero e proprio, non dovranno mai perdere  le caratteristiche del divertimento e della creatività. Formate piccoli gruppi di giocatori, create delle stazioni e cambiate ogni 15/20 minuti. Inserire sempre le competizioni prestando più attenzione all’applicazione dei fondamentali. La cosa peggiore che si possa fare è avere un giocatore che batte e gli altri in campo a raccogliere le palle. Tenere sempre presente che a tutti piace battere e a tutti piace giocare a baseball. Creare situazioni di gioco darà la sensazione ai ragazzi che stanno giocando una partita permettendo ai coach di fare delle più attente valutazioni e su cosa lavorare maggiormente. E’ più facile insegnare quando i giocatori si divertono.

 

Frankie Russo

 

 Segue

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