Kansas City Royals: Fu vera gloria?

di Frankie Russo

Articolo tratto da 

sportsonearth.com

 

Che i Royals si siano meritati il titolo di Campioni non ci sono dubbi, che abbiano giocato alla perfezione in tutti i reparti è un altro dato di fatto, e che siano riusciti ad avvantaggiarsi dei chart dei loro scout è un altro insindacabile elemento a loro favore. Ma siamo sicuri che gli avversari non abbiano commesso delle imperfezioni o che non siano riusciti a sfruttare a pieno le loro potenzialità? Noi abbiamo trovato un articolo dove sono state messe sotto il radar più le debolezze mostrate dagli avversari che le virtù dei Royals. Come in ogni opinione, si può essere d’accordo o meno, in toto o in parte, ma abbiamo ritenuto interessante portare alla luce queste osservazioni.

 

Ed inizieremo da Gara 5, proprio dalla decisione che rimarrà per lungo tempo nelle discussioni delle World Series :

  1. Matt Harvey è stato stupendo per otto inning;
  2. Sotto i 100 lanci gli avversari battono 206 contro Harvey;
  3. Oltre i 100 lanci gli avversari battono 373 contro Harvey;
  4. Harvey aveva più di 100 lanci a fine dell’ottavo inning;
  5. Nel 2013, prima del Tommy John surgery, Harvey è ritornato sul monte sei volte con 99 o più lanci. Cinque volte è stato sostituito nel corso dell’inning e una volta ha concesso un punto. 
Nella foto Matt Harvey (Jim McIsaac/Getty Images)
Nella foto Matt Harvey (Jim McIsaac/Getty Images)

Avendo a disposizione tutte queste informazioni, era veramente il caso che Harvey ritornasse a lanciare nel nono inning in una gara di così estrema importanza? Per lo più Harvey è intoccabile quando ancora vigoroso, ma quando comincia ad accusare la fatica, sembra che tutti gli avversari diventino campioni. E per fatica non s’intende solo il numero dei lanci, anche se, come vedremo, per Harvey rappresenta un chiaro indicatore.


Oltre a un BA di 373, gli avversari hanno un OBP di 440 e SLG di 448 quando Harvey supera i 100 lanci. Da considerare anche che era la prima stagione di rientro dopo l’intervento al gomito e che aveva lanciato più di 200 riprese nel corso del campionato. 

Era sicuramente una decisione difficile, specialmente dopo le insistenze di Harvey di restare, ma Collins sa di aver ragionato con il cuore e non con la testa, e questo è ingiustificabile.


In qualità di manager era suo compito prendere una decisione razionale utilizzando tutte le informazioni a sua disposizione.


Era suo compito ignorare l’esaltazione del suo giovane lanciatore e prendere la decisione che era meglio per la squadra. Affermare che aveva piena fiducia in Harvey non è sufficiente per giustificare la decisione.


Un episodio simile era già capitato nell’ALCS del 2003 con Pedro Martinez sul monte per i Red Sox. Lasciare Martinez dentro costò il posto a Grady Little e l’accesso alla World Series dei Red Sox.

Sia Harvey che Martinez sono professionisti, sono guerrieri e ovviamente in quelle situazioni vogliono essere loro a portare a termine la gara, ma è compito del manager sapere cosa è meglio per la squadra.


Mettiamo da parte per un momento questa difficile decisione del nono inning che, ad ogni modo, è conseguenza di quanto si era verificato in precedenza.


Nel settimo inning Harvey era entrato nel box di battuta con due eliminati, e fin qui tutto bene. Aveva 92 lanci a carico e aveva chiuso l’inning con sufficiente tranquillità. Mandarlo sul monte per ottenere altre tre eliminazioni nell’ottavo anche faceva senso considerato che Jeurys Familia aveva lanciato nei due giorni consecutivi.


Questa, invece, è stata un’altra ingiustificata decisione: Perché Collins aveva fatto lanciare il suo migliore rilievo in Gara 3 in vantaggio per 9-3? Questa è stata una gestione di risorse molto discutibile considerato che c’erano da disputare tre partite in tre giorni consecutivi, e quasi sicuramente ha influito sulla tempistica di Collins nell’utilizzo di Familia in Gare 4 e 5, gare in cui i Royals hanno rimontato entrambe le volte.

Nella foto Jeurys Familia (Brad Penner, USA TODAY Sports)
Nella foto Jeurys Familia (Brad Penner, USA TODAY Sports)

Altre decisioni discutibili:

 

1.       Familia aveva un PGL di 1,85 durante la regular season, nono migliore delle majors con almeno 60 riprese lanciate;

2.       Familia era in una fase crescente avendo realizzato un PGL di 1,30 con 36 strike out in 27 riprese lanciate nei mesi di agosto e settembre.

 

I fatti dicono che Collins ha utilizzato Familia in Gara 3 con un vantaggio di 6 punti in Gara 3, ma non lo ha utilizzato con un vantaggio di due punti in Gara 5. Per motivi solo a lui noti, anche durante la regular season Collins ha utilizzato Harvey più del necessario, a volte per il solo fatto che lo ritenesse l’asso della rotazione, ma questo ha avuto come conseguenza che spesso ha lanciato in situazioni inutili.  Come per esempio quando  in vantaggio 8-2 sugli Yankees, Collins ha fatto lanciare Harvey per l’intera partita. Considerato che Harvey era reduce da intervento chirurgico, questa fu una decisione contro gli obiettivi a lungo tempo, sia del giocatore che della squadra.


Ora, non vogliamo diminuire i meriti dei Mets evidenziati in questa stupenda stagione 2015. La leadership di Collins è stata fondamentale mettendo subito i Nationals in difficoltà conseguendo un record iniziale di 16-8. La squadra era unita e dinamica, e Collins ha saputo  intuire la situazione ed è riuscito ad ottenere il massimo rendimento dai suoi giocatori. Ma proprio in considerazione di questi meriti, riteniamo che le World Series siano finite troppo presto ed alcune decisioni ne sono le principali cause. 

Nella foto Jacob deGrom (Brad Penner-USA TODAY Sports)
Nella foto Jacob deGrom (Brad Penner-USA TODAY Sports)

Altre valutazioni:

Gara 1: Giocando in uno stadio con uno dei campi esterni più spaziosi come quello di Kansas City, probabilmente i Mets non hanno schierato la migliore squadra in difesa. Il loro migliore esterno centro, Juan Lagares, era seduto in panchina mentre Cespedes non riusciva ad effettuare una presa che si è trasformata in un “inside-the-park-home run” del primo battitore nella parte bassa del primo inning. I Mets hanno perso per un punto, e la spiegazione potrebbe essere la scelta di aver tenuto Lagares in panchina schierando Kelly Johnson nel ruolo di DH?  Collins ha ricorso ai ripari in Gara 2, ma ormai il primo incontro era stato perso.


Gara 2: Probabilmente deGrom è rimasto sul monte troppo a lungo. Già nel sesto inning stava per affrontare per la terza volta il lineup dei Royals che ormai lo stavano colpendo duramente e stavano per mandare nel box di battuta il gruppo di battitori mancini. Tre valide più tardi, il risultato da 1-1 si era trasformato in 4-1 e per i Mets era finita. I dati relativi a lanciatori che affrontano il lineup per la terza volta parlano chiaro. Anche se deGrom è un “ace” e merita la massima fiducia, anche lui può accusare la stanchezza, e deGrom lo aveva mostrato. Sono state due gare combattute, ma i Royals conducevano la serie 2-0.


Gara 3: In vantaggio di sei punti, e la quasi certezza della vittoria, Collins ha mandato sul monte il closer Familia nel nono inning. E’ opinione comune che i rilievi non devono restare troppo tempo senza lanciare, e su questa teoria possiamo essere d’accordo, ma nelle World Series, con tre gare da disputare in tre giorni, forse l’utilizzo di Familia era un lusso che i Mets non si potevano permettere.


Gara 4: Tyler Clippard, che aveva un PGL intorno a 7,00 sin dall’inizio di settembre, è salito sul monte per lanciare l’ottavo. Ha eliminato il primo battitore per poi concedere due basi su ball. Subito dopo, con Familia sul monte,  Daniel Murphy commette un errore, ma il fatto che Clippard aveva iniziato la ripresa e che nella stessa situazione Ned Yost era stato in grado di utilizzare il suo closer per due inning, fa intendere che forse Collins  voleva evitare che Familia lanciasse due riprese.


Gara 5: Harvey è rimasto sul monte per iniziare il nono con 102 lanci a carico, e sicuramente l’ambiente ha avuto un ruolo importante nelle emozioni del momento.  Ma se il passato ci è da insegnamento, ignorare i dati significa esporsi a un grande rischio. Come era successo con Pedro Martinez, uno dei più grandi di sempre, a un certo punto il tuo “ace” è tale solo in teoria, in pratica ne è semplicemente una brutta copia.

 

Con questo non si vuole assolutamente togliere i tanti meriti dei Royals, e la corsa a casa base di Eric Hosmer è stato un raro colpo di genio, una esemplare conoscenza dei propri mezzi ed eccellente scelta del coach. Non è possibile avere il pieno controllo su tutto ciò che si verifica in una gara, ed è per questo che è vitale prendere le più importanti decisioni basate sull’evidenza, e non sulle emozioni.


Frankie Russo


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Commenti: 1
  • #1

    alex (domenica, 15 novembre 2015 15:04)

    Molto interessante, grazie!!!