
Martedì 8 settembre 2015. L’ultima gara di campionato che ha sancito la vittoria del Rimini, ma amabilmente conosciuti come i Pirati, ha evidenziato molti momenti di studio e soprattutto come il baseball possa essere passione e tradizione specie nei topici momenti che, guarda il caso, si evidenziano sempre in quel tragico, fantasioso e peccaminoso settimo inning. Due “balk” sono stati diligentemente chiamati durante la gara ed il secondo, il più emblematico per la sua incongruenza e leggerezza, proprio in questo inning, hanno configurato in pieno l’ottima qualità di giudizio della quaterna dei direttori di gara che hanno sempre operato, durante le lunghe tre ore di gioco, con distacco ed al di sopra delle righe.
Certo entrambe le evoluzioni di questi due “balk” dovranno essere opportunamente inserite al rallentatore in una serie cineteca didattica inerente lo studio della postura del lanciatore anche perché verificatesi in quella che in sintesi era la gara più importante dell’intera stagione.
Ma poiché nessuno in futuro parlerà mai più della pregevole direzione di gara, ai colleghi tutti, così voglio dire, e gli anni me lo permettono, che ho voluto concretizzare quelli che a mio parere intimamente sono stati i loro giusti pensieri, ovvero:
se riuscissimo ad estraniarci dalla gara, ma riuscissimo a sentirla sempre viva intorno a noi,
se riuscissimo ad allontanarci migliaia di chilometri dai colleghi, ma poi capaci di sentirli sempre vicini al nostro fianco,
se potessimo scrutarci dall'alto, riuscendo a rimanere ancorati alla dinamica dei nostri movimenti,
se riuscissimo ad ascoltare quelle parole non dette con la bocca, ma sussurrate con il gesto ed i sentimenti,
se riuscissimo a vedere delle azioni mai viste, o meglio con occhi diversi,
se riuscissimo a percepire le giuste sfumature sperimentando nuovi atteggiamenti,
se alla conoscenza del regolamento ci rendessimo sempre capaci di scegliere la giusta interpretazione dell’atto illecito,
se riuscissimo ad intravedere sempre la vera bellezza del gioco, la sua credibilità, la sua essenziale filosofia,
se potessimo simbolicamente essere sempre indispensabili più che necessari,
se al termine della gara noi siamo riusciti a passare come uomini invisibili,
allora se in tutto questo siamo riusciti, probabilmente oggi, sotto la doccia, potremmo dire di essere diventati dei buoni umpire.
E questo è vero: i nomi da riportare non servono. Ci conosciamo tutti.
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pino (giovedì, 24 settembre 2015 17:51)
Se.....