
I miei più cari amici e amiche, vogliono che io scriva di questa nostra grande avventura ed allora ecco la descrizione di una bella giornata di baseball americano.
Stiamo viaggiando dalla Florida in direzione Nord e dopo essere passati dalle città della musica, New Orleans e Nashville, eccoci nelle città del baseball. La prima che incontriamo è Cincinnati e quindi non essendo mai stati in questo stadio decidiamo che qui sarà la nostra prima partita di MLB della stagione 2015.
Cincinnati è lo stadio dedicato alla All Star Game 2015 che si svolgerà nel mese di luglio e ad accoglierci una grande piazza davanti all’entrata principale piena di bandiere e manifesti per avvertire che qui si svolgerà la più grande manifestazione MLB 2015. Acquistiamo tre biglietti, i più economici, 14 dollari ciascuno ed entriamo. I nostri posti sono là dove non osano le aquile o per dirla in americano, nosebleed (sangue al naso) così ci racconta Federico. Prima però una tappa allo store per l’acquisto del gagliardetto dei Reds e qualche foto di rito al primo anello. La vista all’interno dello stadio è spettacolare. Sullo sfondo è simulata una nave primi novecento con annessi due camini, che durante la partita soffiano fiamme, fuochi d’artificio o coriandoli accompagnati dalle tipiche sirene navali.
Prendiamo posto a tre file dal cielo con i nostri bratwurst, una specie di salsiccia tedesca accompagnata da crauti e verdure alla griglia e salse a volontà, non adatte a chi ama mangiare con forchetta e coltello.
Inizia la partita tra i Cardinals e Reds e già il primo inning è da raccontare. Il lanciatore di casa Marquis (Cincinnati Reds) parte male e con due basi su ball e una valida incassa il primo punto. Ma al cambio Lackey, il lanciatore dei Cardinals, fa altrettanto concedendo al velocissimo lead-off Hamilton la base su ball e regalandogli poi la seconda con un incredibile balk da principiante. Ci pensa poi Votto, beniamino di casa a picchiare un linedrive in campo opposto che finisce direttamente in tribuna. Apoteosi del pubblico e fiammate dai camini della nave. Inizio promettente.
Lo stadio è rosso come il fuoco. Rosse le seggiole, rosso il sole del tramonto e rosse le maglie, sia dei tifosi dei Reds che quelle dei Cardinals. Arriva un gruppo di giovani ragazze Afro-Americane che si siedono dietro di noi iniziando un tifo assordante. La partita è piacevolissima. Scorre velocemente anche grazie alle regole sui “tempi morti” istituite dal nuovo comissioner della MLB, ma soprattutto grazie ai due lanciatori che prontamente rilanciano la palla.
Alla nostra destra un bimbo Afro-Americano di pochi mesi e dagli incredibili occhi azzurri è in braccio alla madre che con il suo seno enorme sembra gli faccia la culla. I venditori sono gli unici non vestiti di rosso; le loro urla e le maglie verdi fosforescenti richiamano l’attenzione dei tifosi. E’ una festa di musiche, colori e soprattutto di buon baseball.
Si ripresenta Votto, la sua foto sullo schermo e il suo nome mi ricorda i suoi antenati Italiani e l’orgoglio azzurro mi riempie il petto. Lackey gli lancia la palla nello stesso posto e lui ringrazia e ricambia con la fotocopia della precedente: homer in campo opposto. La folla è tutta in piedi, è tutta per lui. Votto, Votto, Votto, sono migliaia le maglie rosse dei tifosi dei Reds con la sua scritta sulla schiena.
E’ il quinto inning e arriva un gruppo di giovani donne grasse. Speriamo non siano dirette nella fila libera davanti a noi ed invece… Una delle donne è enorme e si siede proprio davanti a me. Non riesce ad entrare tra i braccioli e quindi appoggia il didietro nella parte finale del sedile. Risultato, mi copre da casa base fino all’interbase. Inizio ad agitarmi, ma per fortuna mi viene in soccorso un’altra del gruppo normalmente grassa e decidono di scambiarsi il posto. Tiro un sospiro di sollievo. Arrivano due uomini grassi. Ognuno ha in mano una dozzina di hot-dog compreso salse e bicchieri colmi di bibite varie e si vengono ad accomodare tra le donne grasse.
La partita è spettacolare. I risultati si rincorrono. I Reds sorpassano e vengono a loro volta sorpassati. Ci sono azioni difensive bellissime e altrettanti giochi d’attacco. Laggiù tutto è perfetto. Il prato è perfetto, la terra rossa perfetta, il gioco è perfetto.
Quassù la donna normalmente grassa davanti a me seguita a gridare, mangiare e sghignazzare. Non sta guardando la partita; non conosce nemmeno il risultato; ad un certo punto sente il Tac! della mazza e si alza in piedi gridando a braccia alzate, ma è una volata interna e la palla si insacca nel guanto dell’interbase. Forse sarebbe stato meglio che davanti a me fosse rimasta la donna enorme. Il gruppo intinge gli hot-dog nei bicchieri di salsa e dopo averli ingurgitati inizia ad appallottolare la carta unta tirandosela uno contro l’altra. Una delle carte unte lanciate fa canestro nel mio bicchiere della birra, per fortuna l’avevo finita; il gruppo delle grasse continua a sghignazzare mentre i loro grassi compagni le ammirano con fierezza. Per fortuna non tutti ammirano le stesse qualità nelle persone.
La partita si volge alla fine. E’ l’ottavo attacco di casa. Hamilton, il velocista dei Reds, è sulla terza base con il risultato di 4-4 e con una volata all’esterno destro dopo il “pesta e corri” arriva a punto. E’ il 5-4 del vantaggio Cincinnati. Il pubblico è impazzito, perché sa che con questo punteggio al nono inning salirà sul monte il più grande closer della MLB: Arold Chapman, il lanciatore dalla palla di fuoco.
Le donne grasse iniziano a farsi le foto ricordo. Si alzano, si avvicinano, si fanno i selfie. Noi ci spostiamo dalla loro zona obiettivo per non risultare parte del gruppo. Nel bel mentre un battitore sta per iniziare lo swing due braccia si alzano per scattare la foto ricordo il tutto accompagnato da grasse risate. La donna enorme è tornata davanti a me. Sta seduta sulla punta della seggiola. Ride come una matta. Non sa assolutamente cosa sta succedendo in campo.
Inizia l’ultimo inning ed un boato della folla accoglie Arold Chapman. Il primo lancio è uno slider da 89 miglia e gli altri due sono fastball da 98 e il battitore è strike-out. Carpenter batte una valida al primo lancio di Chapman, ma è l’ultimo tentativo dei Cardinals. Il pitcher Cubano aumenta a 102 miglia e non ce n'è più per nessuno. E’ l’apoteosi degli oltre 30.000.
I camini della nave laggiù in fondo sparano le loro fiammate. Questa è anche la serata dei fuochi d’artificio e tra i mille colori e centinaia di botti lasciamo la città con il ricordo di una delle più vivaci serate di baseball trascorse in America.
Clicca sulla foto sotto per vedere il condensato della partita Cardinals Vs Reds del 10 Aprile 2015
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franco ludovisi (mercoledì, 15 aprile 2015 08:57)
Le tette che fanno da culla hanno piacevolmente colpito mia moglie Laura.