_________________________________ Il lavoro del pitching coach

Nella foto il pitching coach Jeff Jones (Photo by Duane Burleson/Getty Images)
Nella foto il pitching coach Jeff Jones (Photo by Duane Burleson/Getty Images)

di Frankie Russo

Traduzione dall'articolo su  Detroit Free Press dal titolo: Windsor: Jones helps Tigers pitchers by talking first

A settembre BOTR ha pubblicato unintervista a Greg Walker, all’epoca Hitting Coach degli Atlanta Braves. Walker spiegava a 360° i vari compiti ai quali deve adempiere in campo e in particolare fuori dal campo, come far diventare consistente ciò che non è consistente.

Oggi, invece, vogliamo riportare un articolo in cui Jeff Jones, pitching coach dei Detroit Tigers, spiega come organizza il programma con i suoi lanciatori, principalmente nella preseason e poi durante la stagione, e come interagisce con i nuovi arrivati. Da rimarcare che Jones, o Jonesy come lo chiamano affettuosamente i suoi giocatori, ha potuto disporre forse della migliore rotazione per gli ultimi anni, compresi i vincitori degli ultimi tre Cy Young Awards, Verlander, Scherzer e Price.

Interessante sottolineare come Jonesy comunica e si confronta con i suoi giocatori, mettendo da parte il suo EGO, come più volte rimarcato anche da Ron Washington nella ultima Coach Convention tenutasi a Bologna.

JONES AIUTA I LANCIATORI DEI TIGERS PARLANDO PER PRIMO

By Shawn Windsor

 

Lo Spring Training per i Tigers inizierà tra qualche settimana, ma a dire il vero la stagione è già iniziata due settimane fa, nel pullman, mentre la squadra era in giro per la presentazione con i tifosi. Jones parlava con i nuovi lanciatori Alfredo Simon e Shane Greene.

Quelle conversazioni sono fondamentali per il successo della squadra. Per quanto potente sia il lineup, molto dipenderà sempre dal monte, e la fase di ottimizzare le prestazioni dal monte è iniziata già da un mese. 

Prima qualche piccola chiacchierata, poi si è passata alla sostanza.

Il neo acquisto dei Tigers Alfredo Simon con la casacca dei Reds (Photo: Associated Press)
Il neo acquisto dei Tigers Alfredo Simon con la casacca dei Reds (Photo: Associated Press)

Qual è la tua routine tra le partite? Quanti lanci fai nel bullpen? Quali sono i tuoi lanci preferiti? E quali usi di meno? Quali sono i lanci che non ti fanno sentire a tuo agio con corridore in terza?

 

Prima che Jones possa aiutare Simon a confermare le sue prestazioni dello scorso anno, e prima che possa sostenere Greene nella fase di miglioramento, è necessario che li conosca, che li capisca.


La cosa più importante, come ha detto Jones, “è guadagnare la loro fiducia”, fargli sapere che hai a cuore il loro coinvolgimento. Ovviamente, questa è la chiave di tutto, anche nella vita, e il baseball è una lezione di vita. Capire i suoi lanciatori è qualcosa che Jones riesce a fare forse meglio di tutti.

 

“Devi conoscere qual è il loro punto di forza”, sostiene JJ.

Nella foto David Price (AP Photo/Kathy Willens) ASSOCIATED PRESS
Nella foto David Price (AP Photo/Kathy Willens) ASSOCIATED PRESS

Certamente questo è un compito arduo da affrontare a luglio quando sei in corsa per vincere la tua divisione e arriva un lanciatore da una squadra tra le peggiori della lega. Basti pensare come è stato difficile per Anibal Sanchez e David Price.

I due tardarono ad adeguarsi, e questo è normale per comuni mortali in queste situazioni. Doug Fister, invece, non ebbe problemi, cominciò a produrre appena arrivò da Seattle. Ma quella fu un’eccezione.

 

Jones apprezza il fatto che i nuovi, Simon e Greene, siano presenti per il giro di presentazione della squadra e per lo Spring Training.


C’è tempo sufficiente per imparare, tempo per capire, tempo per conoscere cosa sanno fare meglio. Questo vale più di quanto si pensi.  Troppo spesso dimentichiamo che nel baseball l’allenatore esiste, tanto quanto esiste nella pallacanestro, football americano o hockey sul ghiaccio. Forse sarà a causa della sua definizione: Manager (ndr, dirigente). Forse perché riteniamo che lanciatori e battitori siano essenzialmente lasciati al loro destino.

Nella foto Shane Greene neo acquisto dei Tigers con la casacca Yankees (Photo: Bill Kostroun, Associated Press)
Nella foto Shane Greene neo acquisto dei Tigers con la casacca Yankees (Photo: Bill Kostroun, Associated Press)

In campo sì, è il giocatore, la sua abilità e la sua conoscenza del gioco a fare la partita.


E mentre una visita sul monte può essere di sostegno, in definitiva la responsabilità è tutto sulle spalle del lanciatore. A differenza di altri sport dove il tecnico esercita un controllo durante le fasi di gioco, nel baseball il manager e i coach esercitano molto del loro lavoro tra gli inning. O sul pullman, o sull’aereo, o al telefono.

 

Verso la fine dell’inverno, Jones ha cominciato a raccogliere maggiori informazioni al riguardo di Simon e Greene, avvalendosi anche della collaborazione dei loro ex coach. Li ha guardati al video, è tornato indietro con la memoria per ricordare le loro prestazioni quando hanno giocato contro.

 

Jones ha notato che Simon è sembrato un po’ stanco verso la fine della scorsa stagione in Cincinnati. Pertanto, mentre viaggiavano sul pullman, gli ha chiesto quale fosse il suo programma di lancio tra una partita e l’altra, e quale il lavoro che faceva nel bullpen. Forse si potrebbe trovare una soluzione per risparmiare energia.

 

Per Greene, invece, ha insistito affinché usasse di più il cambio, un lancio che lui crede possa essere di grande aiuto nell’affrontare gli avversari. Quindi, durante il viaggio in pullman, è iniziata la discussione riguardante la strategia dei suoi lanci.

 

Adesso c’è solo da aspettarsi che il confronto continui durante la primavera e l’estate man mano che coach e giocatori imparano a conoscersi meglio costruendo una base che possa migliorare le loro prestazioni.

 

“Non ho mai pensato di avere la risposta per tutte le domande,” dice Jones. “Non voglio essere uno che esercita il totale controllo sui miei giocatori, è chiaro che sono bravi di per sé e vogliamo cercare di arrivare al massimo delle prestazioni lavorando insieme. 

Ecco dove subentra la comunicazione”.

 

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