________________________________ Prossime innovazioni in MLB?

Il 29 Agosto al Petco Park di San Diego al 12° inning nella partita Dodgers Vs Padres con Abraham Almonte in battuta, questa era la difesa Dodgers
Il 29 Agosto al Petco Park di San Diego al 12° inning nella partita Dodgers Vs Padres con Abraham Almonte in battuta, questa era la difesa Dodgers

di Frankie Russo

Con l’avvento di Rob Manfred al posto di Bud Selig, il nuovo Commissario sembra intenzionato a lasciare una sua  impronta nel gioco del baseball.

Manfred ha già dichiarato che è disponibile a trattare sull’eliminazione degli shift difensivi ed è convinto che limitare il tempo tra un lancio e l’altro è ormai inevitabile. Vediamo i 6 cambiamenti che onorevoli scrittori sportivi ritengono dovrebbero essere in testa alla lista del neo-eletto Commissario:

Dan Toman: Introduzione del battitore designato nella National League

Se esiste una regola che sicuramente sfiderebbe le tradizioni, ma nello stesso tempo migliorerebbe l’attacco, varrebbe forse la pena di applicarla? Se Manfred vuole veramente modernizzare il gioco senza cambiamenti radicali, allora dovrebbe prendere seriamente in considerazione l’introduzione del battitore designato anche nella National League.  La regola è già in vigore per metà delle squadre e nella NL non è che i lanciatori migliorano in battuta.

Il pitcher Bartolo Colon con il suo pessimo swing
Il pitcher Bartolo Colon con il suo pessimo swing

I proponenti del DH evidenziano lo scarso rendimento dei lanciatori in battuta e a ragione ed inoltre la presenza dei lanciatori nel box di battuta riduce le loro prestazioni sul monte. Permettete a Clayton Kershaw di concentrasi sull’eliminazione degli avversari, concedete ai battitori della NL una posizione su cui possono perfezionarsi eliminando di conseguenza inutili cambi sul monte. Comporterebbe una riduzione di strategie difensive? Però offrirebbe l’opportunità di sfruttare al meglio il talento di molti giocatori.

Jonah Birenbaum: Introduzione di arbitri automatizzati

“L’errore umano fa parte del gioco” è un ritornello sostenuto da coloro che si oppongono all’idea di  arbitri robot. La segregazione razziale e la rotazione a tre erano anch’esse parte del gioco, finché un giorno, non lo furono più.

L’implementazione dell’instant replay nel 2014, è stato un grosso passo in avanti per Major League Baseball poiché ha ridotto notevolmente le chiamate sbagliate, ma questo sistema riguarda solo i sintomi, piuttosto che il problema di fondo che resta l’errore umano dell’arbitro.

Arbitri automatizzati non solo effettuerebbero chiamate con più coerenza,  ma la sostituzione dell’uomo con i robot eliminerebbe la possibilità dei manager di saltare fuori dal dugout per contestazioni, oltre a  velocizzare il gioco che sembra essere un’altra delle priorità del nuovo commissario.

Brandon Wile: Che ogni squadra visiti tutti gli stadi almeno una volta

Per un calendario che prevede 162 partite, il fatto che tutte le squadre non si affrontano almeno una volta rappresenta un altro dilemma. 

Ora che le gare di Interleague non rappresentano un problema da quando le due leghe sono formate ciascuna da 15 squadre, consentendo squadre dell’AL di affrontare squadre della NL in qualsiasi momento della stagione, non dovrebbero presentarsi impedimenti affinché ogni squadra possa giocare una mini serie di due partite in casa e fuori contro ognuno delle altre 29 squadre. Per la realizzazione è sufficiente diminuire il numero di gare tra squadre della stessa divisione.

Ciò permetterebbe anche a tutti gli appassionati di avere l’opportunità di vedere i grandi campioni quali Mike Trout, Robinson Cano, Andrew McUtchen, ecc. almeno una volta all’anno.

Chris Toman: Portare la spareggio della wild card a 3 gare

Cambiare la formula dello spareggio della wild card portandola al meglio di tre gare. Darebbe più una sensazione della postseason e darebbe più opportunità a squadre di estendere la loro stagione dopo un anno stressante di 162 partite. 

Una breve serie sarebbe ancora divertente e lucroso pur non avendo il fascino del “vincere o vai a casa”.

Manfred potrebbe anche prendere in considerazione l’idea di cambiare le Division Series al meglio di sette. Le prime gare di campionato potrebbero aver luogo nelle regioni più calde e si potrebbero sfruttare gli stadi coperti per evitare condizioni meteorologiche avverse. L’estensione dei playoff non significa necessariamente giocare di più a novembre, significa più partite, più emozioni, più danaro.

Greg Warren: Facilitare l’ingresso dei giocatori cubani nelle majors

Il miglioramento delle relazioni diplomatiche tra Stati Uniti e Cuba dovrebbe tradursi anche in pratica.  Talenti cubani, quali Jose Abreu, Yoenis Cespedese Yasiel Puig, per nominare solo alcuni, stanno onorando il campionato della MLB. 

Tuttavia, molti di questi disertori devono affrontare molte lungaggini  rischiando persino la vita (in sostanza, trattasi di traffico di esseri umani) al solo scopo di avere la possibilità di giocare nelle majors.

Un giocatore cubano che fissa la residenza in una terza Nazione, quali Haiti o Messico, può firmare in qualità di free agent, come dettato dal regolamento. Ma un giocatore che si rifugia negli Stati Uniti e si dichiara disponibile per le majors, è soggetto alle regole delle selezioni amatoriali. In testa alla lista di cambiamenti, Manfred dovrebbe prevedere la riforma di queste due regole che aumenterebbe la salvaguardia dei disertori e snellirebbe la burocrazia per scritturare i giocatori cubani.  

George Halim:  Eliminare la regola delle “salvezze”.

Eliminare la regola delle salvezze. Nessuno è nato closer, ma finiscono per diventarlo. Anche il più grande di tutti, Mariano Rivera, iniziò la carriera come un partente di scarsa qualità prima di familiarizzare con il suo devastante cutter, che ha finito per salvare anche la sua carriera.

La “salvezza” deve essere eliminata perché è una statistica facilmente ottenibile con il minimo sforzo, nel vero senso della parola, e che spesso si ottiene anche con un solo lancio. Inoltre, i manager sono influenzati dalla “salvezza” perché è l’unica vera statistica che incide sulla loro strategia. Non saranno d’accordo, ma i manager generalmente utilizzano il closer esclusivamente in una situazione di salvezza o meno. La salvezza ha anche finito il suo corso perché il closer è totalmente sopravvalutato.

Perché il nono inning deve essere un compito assegnato ad un solo lanciatore? Lascia che siano i rilievi a turno a prendere cura della situazione, e se stanno lanciando bene, lasciali dentro.



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Commenti: 4
  • #1

    leo marchi (mercoledì, 04 febbraio 2015 16:32)

    A proposito dello shift.
    Manfred potrebbe radunare tutti i manager e dire loro:" Ragazzi siete diventati troppo intelligenti, da adesso fate in modo di usare solo metà della vostra intelligenza".
    Non pensate che per attenuare l'uso dello shift basterebbe insegnare (ammesso che non lo sappiano già fare) ai battitori di battere in campo opposto?
    Potrebbe essere il primo passo senza stravolgere il gioco con divieti o regole assurde.

  • #2

    Frankie (giovedì, 05 febbraio 2015 09:21)

    Sono assolutamente d'accordo con leo. Lo schift, strategia difensiva frutto dell'intelligenza e conseguenza della tecnologia, deve essere "sconfitto" con altrettanta intelligenza. Gli studiosi della sabermetrica hanno dimostrato che lo schift influisce di circa 15/20 punti in meno sulla MB, ma la ragione principale che ha determinato la dimunuzione di punti segnati per partita, è dovuta sostanzialmente all'allargamento della zona strike.

  • #3

    Michele Dodde (giovedì, 05 febbraio 2015 15:04)

    Caro Frankie,
    la mia non vuole essere una difesa d'ufficio ma sono convinto che l'opinione di Jonah Birenbaum sarà destinata a restare aria fritta. L'introduzione di arbitri automatizzati, in effetti già sperimentata con chip e laser, ha dato risultati del tutto negativi poichè gli spettatori, frastornati da quelle fredde precisioni dei giudizi e relativa applicazione nominalista delle regole, si sono molto annoiati venendo a mancare, specie durante i momenti salienti e vivaci di una gara, proprio l'imponderabile sfumatura ed attesa del giudizio arbitrale, fortemente umano. Poi la mancanza della teatralità del gesto e dei dialoghi, o manfrina, che danno invece alla gara l'intima virtuale grandezza. E poichè in una gara vengono presi in considerazione limiti e pregi di ogni giocatore, così si deve valutare, come in effetti si valuta, lo spessore di un umpire. Dunque, come già ho scritto a suo tempo, la presenza e partecipazione alla gara di un Giudice sono indispensabili e destinati a restare per il bene della disciplina come l'unica chiave del suo successo, dell'affermazione e della godibilità dello spettacolo. D'altra parte la presenza dell'umpire è e sarà sempre necessaria come necessario è il sale su una gustosa pietanza. E noi certamente non vogliamo mirare a che il baseball diventi insipido o scialbo.

  • #4

    Frankie (venerdì, 06 febbraio 2015 08:01)

    Caro Michele, non volevo essere io il primo a dire che, di tutte innovazioni proposte, l'unica che non sarà mai applicata, almeno mi auspico, è proprio quella dell'arbitro automatizzato. E' vero, gli arbitri sbagliano, ma ciò che sfugge al tifoso non attento è che l'arbitro sbaglia meno dei giocatori. Come hai giustamente evidenziato, l'instant replay ha drastcamente ridotto il numero di chiamate errate, ma ha anche eliminato quella "teatralità" tra manager e arbitro che, a mio avviso, manca a molti nostaligici. Poi la figura dell'arbitro, la sua gestualità sono unici e aggiungono "colore" al baseball che tra le tante definizioni, voglio riportare quella citata da colui che è definito il "Padre di tutti gli arbitri" e inventore dei segnali arbitrali: William Klem: Il baseball per me è più di un gioco, è una Religione.