________________________________ Monte si, monte no

Nella foto Adam Wainwright, lanciatore partente dei Cardinals e All Star Game (AP Photo/Paul Sancya)
Nella foto Adam Wainwright, lanciatore partente dei Cardinals e All Star Game (AP Photo/Paul Sancya)

di Frankie Russo

Traduzione dall'articolo su  Insidepitching dal titolo: Flat Ground vs. Mound Work

N.d.r. Se un lanciatore debba tirare sempre dal monte oppure no è un tema assai dibattuto anche negli Stati Uniti.

Ecco il parere di Rob Smith pitching coach della Creighton University.

E’ sempre oggetto di discussione se un lanciatore, durante la sua formazione, debba tirare di più dal monte o in piano. Ogni giorno i pitching coach si avvalgono di molti e vari esercizi nell’intento di migliorare la meccanica e i lanci dei loro lanciatori. Un grosso punto interrogativo è rappresentato dal fatto se il lavoro va svolto dal monte o in piano. Alcuni sostengono che lanciando troppo dal monte può causare più stress al braccio. La tesi non è sbagliata qualora il lanciatore tirasse al massimo ogni volta che sale sul monte. La verità è che un lavoro di qualità dal monte può essere svolto anche ad una intensità inferiore al 100%. Quando un lanciatore lavora in piano, generalmente l’intensità è  al 75%, quindi, perché non fare lo stesso dal monte? 

Ripeto, il lavoro dal monte può comportare più stress sul braccio del lanciatore solo nel caso in cui si raggiunga un certo livello di intensità e questo livello si raggiunge, io credo, quando un lanciatore lavora al 90% ed oltre del suo sforzo.


Il beneficio che si ottiene nel tirare il più possibile dal monte è che si crea una reale percezione della meccanica del lanciatore, aiutandolo a meglio comprendere la locazione dei suoi lanci, in relazione alla pendenza del monte stesso. La meccanica deve aver un preciso tempismo, deve essere lineare e con movimento rotativo. E per renderlo più impegnativo, essi lo devono svolgere usufruendo della pendenza. Ed è qui che iniziano i molti comuni problemi che spesso affliggono tanti lanciatori.

Indipendentemente dalla personale filosofia di lancio di ognuno, credo che nessun pitching coach voglia vedere i propri lanciatori aprirsi troppo, trascinare il braccio, rimanere troppo alti, appiattirsi o tirare senza dare una angolazione o un effetto discendente alla palla. Se un lanciatore ha di questi problemi, è probabile che manchi di una corretta tempistica della meccanica.


Detto questo, è fondamentale che per correggere tali difetti, il lanciatore debba lavorare in una condizione il più reale possibile. Curare la locazione in piano va bene, ma senza la pendenza, il lanciatore non ha la vera sensazione del tempismo necessario per una corretta meccanica, oltre a tutti gli altri fattori correlati.


Lavorare in piano ha i suoi lati positivi e può essere utilizzato su alcuni aspetti della strategia del lanciatore. Inoltre, esistono impianti che non hanno il monte nel bullpen, o nelle palestre, pertanto si è costretti a lavorare con quello che si ha a disposizione. Ma quando possibile, e specialmente quando si lavora sulla locazione, è necessario che il lanciatore tiri dal monte.

Molti coach sono categorici e ritengono che tutti gli esercizi debbano essere eseguiti dal monte. Io sono tra quelli, se hai le possibilità, usali!


La più grossa preoccupazione per un pitching coach nel far lavorare troppo dal monte può essere il dubbio se stanno sottoponendo il braccio a troppo stress. E’ qui che bisogna monitorare il livello d’intensità del loro lavoro. Se un giorno è dedicato a un lavoro leggero, non bisogna farli sforzare troppo anche se dicono di sentirsi bene. Gli atleti si comportano  come si sentono al momento, senza pensare al domani. Come pitching coach, è uno dei vostri doveri primari ricordare loro sempre il ciclo e far conoscere loro le conseguenze che può avere in partita o nel lavoro di bullpen.

 

Una volta che si è abituato e comprenderà che tirando dal monte migliorerà costantemente il suo controllo, noterete una grande differenza nella sua prestazione e la qualità di allenamento alla quale si sottoporrà.



L'articolo è del 5 Maggio 2012 al tempo in cui Rob Smith era pitching coach della Creighton University.

Attualmente è Head Coach della Ohio University 

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Commenti: 1
  • #1

    Giuseppe (lunedì, 26 gennaio 2015 16:42)

    Condivido in pieno sull'uso del monte. Il baseball è anche ripetizione del gesto tecnico. Quest'argomento è stato oggetto di trattazione anche all'ultimo corso per pitching coach tenuto da Bill Holmberg.