
Durante questa sosta Natalizia, sono andato a rovistare tra i ricordi scritti sulla grande avventura del mio Baseball e ho trovato un piccolo diario la cui intestazione è: “Le avventure di Peter Pan nel mio mondo del Baseball”.
Quel “piccolo diario” racchiude aneddoti e situazioni avvenute all'inizio della mia avventura tra i più piccoli.
Fallita la mia opera di proselitismo presso le scuole elementari, a causa della scarsa collaborazione dei preposti, puntai sui pochi restanti Oratori della periferia, dove la benevolenza di qualche Parroco, mi diede un piccolo spazio rispettando l’impegno dei ragazzi con le lezioni di catechismo.
Ecco tre racconti usciti dalle pagine di quel diario
- Durante uno dei tanti Tornei Parrocchiali il giovane battitore di turno rimase impassibile dopo i quattro lanci, tutti ball. Depose la mazza a terra e si avviò verso la Prima Base. ”Buon occhio ragazzo! “gli dissi e lui soffermandosi e guardandomi con quell'ingenua espressione del suo viso mi rispose: ”Tutto merito suo signor arbitro! - ”Come merito mio"? - gli dissi a mia volta; - io ho giudicato il giusto e non vedo quale merito tu mi attribuisca". Allora il ragazzo spiegò: "Lei all'inizio dell’inning rivolgendosi al lanciatore disse “GIOCO!!! E il lanciatore iniziò i suoi lanci. Ma non si rivolse anche a me dicendomi BATTI! E così io impassibile non mi sono mosso. - Figliolo, gli dissi, cercherò di spiegarti meglio le regole del batti e corri. Ci vediamo questa sera dopo la lezione di catechismo …………………………………………"
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Durante lo svolgimento di una gara di un Torneo, la
situazione era: Basi piene, conto pieno sul battitore che, mancino, si approcciava all'ultima sua possibilità. Infatti ci riuscì, procurandosi un'eccellente valida tra la seconda e la
terza base e improvvisamente, gettata la mazza, partì come un razzo verso la terza base,(si dico terza base), mentre il suo compagno dalla terza base stava arrivando a Casa. L’impatto
fu tremendo, rottura dei setti nasali invasione da bordo campo di genitori, tate, nonne, zie e tutto il paese, in soccorso dei giovani atleti. Una signora anziana che era tra le più esagitate
si avvicinò con tono e movenze sconsiderate e mi urlò in faccia: "l’avevamo detto che questi sport americani sono violenti e non adatti ai nostri ragazzi"!!! Io allora, conservando
una compostezza come se l'anziana fosse un orso dell’Arizona, le dissi: "Cara signora se lei va contromano in autostrada può succede la stessa cosa senza
scomodare gli sport americani".
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Il parroco di una chiesetta in periferia aveva un piccolo appezzamento
di terreno che, attraverso il taglio dell’erba, ricavava una modesta somma da destinare ai poveri. Approfittando del piccolo appezzamento, appena rasata l’erba, lo invitai a lasciarci giocare
un mini torneo, nel giorno del Santo Patrono. Accettò e così fu. Durante una battuta valida molto profonda la palla si perse nella zona a confine dove l’erba era alta. Il piccolo
esterno si precipitò alla ricerca della palla per continuare l’azione e mentre usciva dall'erbaccia, gridò: "Don Mario, Don Mario, l’ho trovato!". Nelle mani anziché la palla
stringeva un enorme fungo detto volgarmente "mazza di tamburo" e scientificamente MACROLEPIOTA PROCERA.
Ci sarebbero altri aneddoti da raccontarvi, ma preferisco non proseguire. Poi venne il vero baseball, ma l’ingenuità di allora non si ripeté più e cominciò a serpeggiare la furbizia e il tentativo di mettere l’arbitro in difficoltà.
Nello stesso tempo assaporavo la sensazione che il vecchio gioco stava prendendo piede anche da noi.
TERZA BASE
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Roberto B. (lunedì, 19 gennaio 2015 11:56)
Nostalgia di un tempo che fu
Bravo conserva con amore i ricordi
alex (lunedì, 19 gennaio 2015 14:24)
Grazie per la condivisione dei tuoi ricordi.
Hai suscitato tre sorrisi...