
Traduzione dall'articolo su Thebaseballdigest dal titolo: Minor-league lawsuit claims MLB fails to pay minimum wage to minor-leaguers
2^ Parte - Leggi la 1^ Parte
Matt Daly è uno degli ex giocatori delle minors che ha aderito al gruppo dei facenti causa. Ha giocato per cinque anni nell’organizzazione dei Blue Jays dal 2008 al 2012, guadagnando meno di 40.000$ e ricorda come rimase deluso di come funzionava. “Da fuori tutto sembra perfetto, ma poi ho potuto notare che c’è una grossa differenza.” Una volta terminato il campionato Daly, che viveva in un modesto appartamento, doveva lavorare per far tornare i conti. Dopo la nascita del primogenito nel 2010, i suoceri dovettero contribuire per permettere di vivere in un appartamento più confacente alla famiglia. “Da soli non ce l’avremmo potuto permettere.” Daly fu poi rilasciato dai Jays nel 2013 dopo aver partecipato allo Spring Training senza essere pagato.
Oggi ha 28 anni, lavora per un’impresa di costruzioni nel Colorado, e dice di comprendere la ragione per cui molte persone lo ritengono fortunato per essere stato pagato per giocare a baseball. Ma crede anche che queste persone debbano sapere che la lega è una società da bilioni di dollari, e quando rapporti la paga in base al lavoro svolto, bisogna rendersi conto che non vale la pena.
“Comprendo che ogni giocatore che ha praticato questo sport deve essere riconoscente per aver avuto l’opportunità. Ma verosimilmente potresti guadagnare di più con un altro lavoro da 20 ore la settimana e con paga minima per tutto l’anno, da un punto di vista prettamente finanziario. Spero che questo concetto sia chiaro e rispettato dalla popolazione.”

VIVENDO UN SOGNO
La prima cosa che noti a Clinton è il cattivo odore. O i cattivi odori. Il più forte, un’ aspra e stantia puzza di birra, viene dalla fabbrica dell’Archer Danilels Midland, un vasto complesso che domina il lungomare a sud della città. La fabbrica offre lavoro a gran parte degli abitanti di Clinton e rappresenta un punto di riferimento non solo per le sue dimensioni, ma anche nella psiche della città. I lavoratori della fabbrica sono privi di ogni forma di previdenza sin dal 1979 quando il precedente proprietario dell’allora Clinton Mais, sconfisse il sindacato locale dopo uno sciopero durato un anno. La popolazione si è ridotta dall’allora massimo di 35.000 all’attuale 26.473 unità.
Non è da meno la puzza del cibo per cani che si diffonde dalla fabbrica “Purina”. In piena estate, quando soffia un po’ di vento, la puzza diventa veramente insopportabile.
“Non è un posto ideale dove viverci durante l’estate, “sostiene l’esterno centro dei LumberKings Aaron Barbosa. “ Ma nello stesso tempo non guadagniamo tanto ed è più economico stare in un posto così abbietto.”
Appartamenti da uno o due stanze da letto, le più economiche che si riescono a trovare, sono comunemente occupati da 4 o 5, a volte 6 giocatori in modo da poter condividere le spese e risparmiare sulla paga bisettimanale di 625$. “Cerchiamo di metterci più persone possibili per risparmiare” conclude Barbosa.
In genere i veterani usufruiscono della stanza da letto mentre gli altri dormono su materassini o sul divano. “E’ solo un posto per chiudere un po’ gli occhi,” si lamenta il 22enne ricevitore Luke Guarnaccia, il qual divide il suo appartamento con due stanze da letto con altri quattro giocatori.
I giocatori spendono circa 10 ore il giorno sul campo, esclusi il viaggio o doppi incontri, di cui i LumberKings ne hanno giocati 11 quest’anno. Per una gara che inizia alle 18;30, arrivano al campo 1 o 2 ore prima, approfittano per mangiare i panini al burro di arachide e marmellata prima di iniziare la preparazione pre partita. A volte arrivano prima quando hanno bisogno del trainer.
“Sapevo che non sarebbe stato facile”, ammette Blake Holovach 23enne lanciatore mancino da Kansas City. “ Mai avrei pensato, però, di stare sul campo tutto il giorno.”
L’impegnativo calendario e il regime di pratica quotidiano richiede molto tempo sul campo. “Ma se hai un lavoro di tale durata, certamente meriti una paga più adeguata,” sostiene Broshuis. Se lavori a McDonald’s per 60 ore settimanali, almeno 20 di esse devono essere considerate straordinari. Se McDonald’s ha trovato un modo per mettersi in regola con le leggi, non vedo perché non possa fare altrettanto la Major League Baseball.

UN RITO DI PASSAGGIO
I LumberKings al momento sono al centro di una striscia di 20 gare senza giorni di riposo, e le speranze di conquistare i playoff sono scarse. Il viaggio in pullman non è dei peggiori, solo due ore. Niente da paragonare a quelle di otto ore verso il Kentucky o l’Ohio.
Il manager Scott Steimann ha giocato tre stagioni nelle minors prima di diventare coach nel 2003. Lui sostiene che le condizioni attuali sono molto migliorate rispetto a quelle di una volta, e ricorda quando giocava nella lega sud e si viaggiava su vecchi pullman senza aria condizionata. A volte bisognava spogliarsi dei panni intimi rendendo la puzza dei 30 uomini sudati occupanti il pullman insopportabile.
“Giocare nelle minors è un passaggio obbligatorio,” aggiunge Steinmann, “ Ci giochi, lo sopporti fino alla speranza di diventare un giocatore della major league. Tutti coloro che sono arrivati al massimo livello hanno giocato su campi come questi e in piccole città come Clinton. I ricordi rimarranno per sempre e anche loro un giorno potranno dire che hanno sofferto tanto, ma oggi sono persone migliori proprio per aver superato tante difficoltà.”
I LumberKings hanno perso le tre partite contro i Kane Conty Cougars che, con ogni probabilità, saranno i vincitori della loro divisione, e tornano a Clinton dove arriveranno all’una di mattina di domenica. Tra poco più di nove ore saranno di nuovo in campo per disputare una gara pomeridiana.
Barbosa, il leadoff dei LumberKings ha battuto sei valide nelle ultime tre gare portando la sua media a 310. Il 23enne di Boston sta avendo una buona stagione e ha delle ottime possibilità di essere promosso in Class A Avanzata il prossimo anno. Dovrebbe laurearsi in ingegneria durante la sosta invernale e afferma che è da stupidi non avere un progetto alternativo al baseball. Barbosa non si lamenta apertamente per la sua bassa paga, ma ammette che non è giusto. Però da una parte vale la pena, d’altronde sono in tanti a tentare la fortuna.
Le minor leagues sono molto sviluppate. La maggior parte delle società delle majors hanno circa otto squadre affiliate, a cominciare dalla stagione corta Dominicana e della Gulf Coast per i rookies fino al Triplo A, che è l’anticamera delle majors (esempio: Class A Rookie, 76 partite; Classe A Istrutional, 140 partite; Class A Avanzata, 140 partite; Class AA, 142 partite, Class AAA, 144 partite, ndr). Alcune società delle minori sono gestite da un raggruppamento cittadino, ma la maggior parte opera per conto delle società della Major League, le quali provvedono al pagamento dei salari sia dei giocatori che dei coach e segue lo sviluppo dei giocatori, lasciando ai dirigenti la gestione quotidiana.
I LumberKings, squadra della Classe A più bassa del baseball professionistico e quattro categorie sotto la lega maggiore, è una delle poche società rimaste a essere posseduta dalla comunità locale e la gestione risale sin dal 1937. E’ una società pro profit, ma gli utili non sono distribuiti agli oltre 1.000 soci, bensì reinvestiti per la squadra o per gli impianti sportivi.
Fine della seconda parte
Scrivi commento