________________________________ Todo Somos Americanos!

Nella foto Jose Abreu dei Chicago White Sox con la divisa della Nazionale ubana ((Photo by Koji Watanabe/Getty Images)
Nella foto Jose Abreu dei Chicago White Sox con la divisa della Nazionale ubana ((Photo by Koji Watanabe/Getty Images)

di Frankie Russo

Traduzione dall'articolo su  Washingtonpost.com dal titolo: Normalized relations between Cuba and United States could have ‘drastic’ impact on MLB

Todo Somos Americanos!” Con questa  frase il presidente Barack Obama ha dichiarato di voler normalizzare le relazioni diplomatiche tra gli Stati Uniti e Cuba, e l’annuncio potrebbe avere una forte risonanza anche nel mondo del baseball. Il grande talento “baseballiano” già esistente nell’isola caraibica, potrebbe trasformarsi in un vero e proprio geyser, un’ondata di giocatori liberi che forzerebbe la Major League Baseball a cambiare il modo di reclutare giocatori cubani. Un disgelo politico che dovrebbe anche eliminare i pericolosi canali di fuga dall’isola. L’impatto nello sport potrebbe essere rivoluzionario, e nelle parole di un alto dirigente, “drastico”.

Nonostante la crisi diplomatica tra Cuba e Stati Uniti, giocatori nativi di Cuba hanno plasmato il gioco del baseball. Il DH dei White Sox, Jose Abreu ha vinto il Rookie of the Year nella stagione 2014. L’esterno dei Tigers Yoenis Cespedes ha vinto le ultime due edizioni del Home Run Derby. L’esterno Rusney Castillo ha firmato un contratto con i Boston Red Sox per 72 milioni di dollari. L’esterno dei Los Angeles Dodgers Yasiel Puig è stato soprannominato “Cavallo Selvaggio” dall’intramontabile telecronista dei Dodgers, Vin Scully.

Nella foto Yoenis Cespedes
Nella foto Yoenis Cespedes

Una nuova ventata di talenti, da tutte le leghe, potrebbe arrivare da Cuba ed emigrare negli Stati Uniti. Centinaia di scout s’interesserebbero a tornei con l’intento di scoprire promettenti giovani e ingaggiarli a buon mercato. Tra pochi anni, in tutta l’isola, potrebbero sorgere accademie ricoperte dei logo delle squadre della major league, come già succede nella Repubblica Dominicana dove i campi da baseball sono circondati da baracche adibite a dormitori.

 

Il giorno in cui il presidente Obama annuncia l’intenzione di porre fine all’embargo che dura ormai da 53 anni, la lega  rimane in silenzio in attesa di ulteriori sviluppi. Molti dirigenti delle società hanno declinato ogni commento in merito, sottolineando l’importanza del provvedimento. 

“La MLB monitorerà attentamente la decisione della Casa Bianca riguardante le relazioni tra Cuba e Stati Uniti”, ha dichiarato un portavoce della Lega. “ Per il momento non esistono dettagli sufficienti per un’approfondita valutazione, ma continueremo a seguire la faccenda con molto interesse, e terremo le società informate sull’evoluzione della materia in modo che potranno prendere le decisioni del caso.”

 

I cambiamenti potrebbero avvenire molto presto e il baseball deve essere pronto per quel giorno.  Un responsabile dello scouting Latino Americano, che lavora con giocatori cubani sin dal 1990, ha dichiarato che ha già dei programmi per come meglio ricercare giovani talenti e le zone migliori per impiantare le accademie. “Ho già chiaro in mente cosa dovrò fare, ho solo bisogno dell’approvazione da parte dei Capi.”

 

Il mondo dello sport è già saturo di talenti latino americani, e la possibilità per il sistema di potere apertamente acquisire talenti da Cuba sarà di sostentamento per la regione. La Repubblica Dominicana, che conta una popolazione di 10,4 milioni, contribuisce per 9,7% dei giocatori della major league secondo i calcoli della MLB. La riserva di talenti cubani non è da meno. La popolazione cubana è di circa 11,3 milioni, entro una decade il baseball potrebbe assistere ad uno spostamento demografico di talenti cubani per circa il 10%.

Nella foto Aroldis Chapman (AP Photo/Paul Sancya)
Nella foto Aroldis Chapman (AP Photo/Paul Sancya)

“Potrebbe finire per essere un grosso vantaggio per gli Stati Uniti”, ha affermato ancora il funzionario cubano. Sarebbe un’altra isola fertile, poi diventa intrigante.”

 

La MLB dovrà inoltre rivedere le regole che  disciplinano i rapporti con i giocatori cubani. Probabilmente confermeranno quelle già in vigore per le altre nazioni latino americane: giocatori oltre i 23 anni saranno considerati free agents, e gli incentivi per i più giovani sarebbero soggetti a limiti di spesa per ogni squadra.

 

Ma il Governo cubano potrebbe creare delle complicazioni come sollevato da Ben Badler di Baseball America. Cuba potrebbe concedere il diritto alle società di avanzare offerte per giocatori cubani, come già succede con le leghe giapponesi, solo che le somme andrebbero versate nelle casse dello Stato anziché in quelle della lega privata. 

Nella foto Livan Ernandez
Nella foto Livan Ernandez

Il baseball cubano ha già una lunga storia nella MLB. Dei 186 giocatori nati a Cuba e che hanno raggiunto le majors, 25 hanno partecipato al campionato lo scorso anno. Livan Hernandez ha guidato i Florida Marlins alle World Series nel 1997 e ha effettuato il primo lancio dopo che il baseball era tornato a  Washington. Aroldis Chapman dei Cincinnati Reds lancia oltre 100mph più di ogni altro lanciatore al mondo. L’esterno Jorge Soler è al centro della ricostruzione dei Chicago Cubs.

Nella foto  Yasiel Puig (USA Today Sports)
Nella foto Yasiel Puig (USA Today Sports)

Ma più i giocatori disertavano, più le storie della loro diserzione erano circondate da intrighi. Per anni i giocatori cubani sono stati oggetto di un’industria oscura, un mercato nero di se stessi, il loro talento era in pericolo perché porgeva più occasioni alla malavita organizzata. Il contrabbando e la segretezza metteva in pericolo la sicurezza dei disertori, venivano derubati e privati della loro dignità. Figure losche hanno operato intorno l’apparato del baseball; poche settimane prima del suo arrivo negli Stati Uniti, Puig ha trascorso del tempo in Messico sotto l’attento sguardo di uomini associati alla banda della droga Los Zetas. 

Nella foto con la divisa Cubana Louis Gurrel Jr
Nella foto con la divisa Cubana Louis Gurrel Jr

Nel 1999 il lanciatore Danys Baez fuggì nel corso di un torneo senza avvisare la famiglia, amici o compagni temendo le conseguenze. “Non ti puoi confidare con nessuno”, ebbe a dire in seguito.

 

Per anni la Guerra Fredda tra U.S. e Cuba ha lasciato i più grandi talenti nel dimenticatoio e soggetti allo sfruttamento. Ora esistono reali possibilità che si possano aprire le frontiere. A Lourdes Gourrel, uno dei migliori giocatori ancora a Cuba, ora si presenta l’opportunità di poter giocare nelle majors salvaguardando la propria incolumità. Il padre, anche lui con il nome Lourdes, e suo fratello maggiore Yulieski non hanno avuto mai la possibilità. Dopo le dichiarazioni di mercoledì, queste opportunità mancate potrebbero ben presto svanire.  



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