
Traduzione dall'articolo su
ESPN.COM dal titolo:Mike Trout's
All-Star coronation
Minneapolis, 15 luglio 2014, All Star Game, l’ultima di Derek Jeter, la terza di Mike Trout. Hanno giocato insieme sullo stesso diamante per l’ultima volta, vestendo la stessa uniforme, vestendosi nello stesso spogliatoio, hanno giocato nella stessa squadra. Ma non fatevi trarre in inganno, è qui che le loro strade si dividono. Jeter lascia e passa il testimone a Trout. Altri nomi potrebbero far parte della lista come: Andrew McClutchen, Giancarlo Stanton, Yasiel Puig, Clayton Kershaw, ma chi veramente personifica la faccia futura del baseball è Mike Trout.
“Se dovessi paragonarlo a un grande del passato, il primo nome che mi viene in mente è Mickey Mantle, e non esiste complimento migliore per un giovane di 22 anni” ha detto il Commissario Bud Selig.
Trout ha ancora molto da dimostrare, ma vediamo dove i numeri conseguiti fino ad ora ci portano e con chi possono essere confrontati.
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E’ già al primo posto nella statistica WAR con 25,8, seguito da Ty Cobb con 25,5 e da un altro grande della storia del baseball, Ted Williams
con 23,6;
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E’ secondo in classifica con un OPS+ di 169 appena dietro Ted Williams a 182. A seguire sono Ty Cobb, Jimmie Foxx, Eddie Matthews, Rogers
Hornsy, Mickey Mantle e Mel Ott. Tutti nomi che hanno fatto grande la storia del baseball moderno.
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Le statistiche tradizionali non sono da meno: 500 valide, 300 punti segnati, 200 basi su ball e 80 fuori campo. Solo altri sei giocatori hanno
fatto lo stesso prima di compiere 23 anni: Williams, Mantle, Foxx, Al Kaline e Kennith Griffey Jr. Ma una cosa separa Trout dagli altri sei: Nessuno di loro, a questo momento della carriera,
aveva rubato 60 basi, Trout ne ha rubati già 96.
Quanto riportato non sono solo numeri. Se la storia non mente, quei numeri indicano che chiunque in passato ha conseguito gli stessi risultati, ha avuto una più che brillante carriera. I giocatori sopra menzionati sono tutti nella Hall Of Fame. Quindi nessun dubbio Trout è diretto in quella direzione anche tenendo presente che molti dei suoi coetanei stanno stagionando nelle minors.

“Ovviamente sono solo tre anni che è nelle majors, ma per quello che abbiamo visto è destinato ad essere annoverato tra i più grandi” dice il compagno di squadra David Freeze.
“Tra 20/25 anni potremmo dire che abbiamo visto uno dei più grandi atleti della nostra generazione,” continua il coach di battuta Dave Hansen. “ Diremo: Era sorprendente, sapeva battere, sapeva correre e il suo intuito era unico, riusciva a prendere tutto all’esterno. E poi guarderemo i numeri, sono già paragonabili con quelli dei più grandi di tutti i tempi.”
Quindi Trout sembra un predestinato, guardando i numeri è facile a dirsi, ma cerchiamo di andare oltre, vediamo cosa si prevede per il futuro.
Continuando con queste medie, tra 20 anni Trout potrebbe avere queste medie: 286/394/514/908, con 2.862 valide, 519 basi rubate, 468 fuori campo, 547 doppi, 165 tripli, 1.280 valide da extra basi, 1.893 punti segnati, 1.596 punti battuti a casa e un WAR di 130,4. Un solo giocatore ha mai raggiunto questi risultati, un certo Barry Bonds.
Da tenere presente che solo sette giocatori hanno avuto un WAR di 130 e oltre: Babe Ruth, Barry Bonds, Willie Mays, Ty Cobb, Hank Aaron, Tris Speaker e Honus Wagner.
Oppure: gli unici a realizzare un simile numero di valide da extra basi sono Bonds, Aaron, Ruth e Mays.
Oppure: i pochi eletti con 500 basi rubate e 500 doppi sono Cobb, Wagner, Bonds, Rickey Henderson e Paul Molitor. Abbiamo detto tutto.
Se le previsioni sono queste, possiamo asserire che Trout un giorno sarà una legenda, ma non è tutto. Esiste un 10% di possibilità che Trout potrebbe realizzare i seguenti numeri:
319/430/577/1,077/625 FC/ 3.550 V/ 632 BR/2.250 P/1.434 Xbasi/170 WAR.
E che significa tutto questo? Che semplicemente farà di Mike Trout il più grande giocatore di sempre. Se poi si vuole essere generosi con chi lo ha preceduto, gli unici che potrebbero rientrare in quella sfera sono Ruth, Bonds e forse Mays.
“Non penso mai di essere come uno di questi grandi del passato, di avere gli stessi numeri,” dice Trout. “Non è solo una questione di numeri, è giocare nei playoff, vincere le World Series. Le mie prestazioni personali sono relative.”
Cercare di prevedere troppo il futuro e dare tutto per scontato basandosi solo sui numeri potrebbe significare creare troppe aspettative e persino toglierci il gusto di guardare Trout giocare. Rimaniamo al presente e vediamo cosa dicono di lui i lanciatori avversari.

Ervin Santana: “Sa scegliere il suo lancio, conosce la sua zona dello strike e raramente si fa ingannare. Conosce se stesso e sa quando deve girare la mazza. Sventola al lancio che vuole lui, non al lancio che vogliamo noi. Ed è sorprendente perché è ancora in una fase di apprendimento!”

Ryan Dempster: “Quando sceglie il suo lancio difficilmente sbaglia. Molti pensano di battere il “loro” lancio, ma poi non sono in molti a colpire forte. Lui no, lui colpisce duro. Una volta sono riuscito a farlo sventolare a vuoto su una veloce bassa ed esterna. Dopo due lanci ci ho riprovato, l’ha buttata fuori. Si è adattato subito.”

Aaron Harang: “Battere debolmente non fa parte del suo repertorio. Non c’è nulla di peggio che un battitore che riesce a battere il tuo lancio migliore, e Trout ha questa innata abilità. Difende molto bene il piatto, manda in foul ed evita di battere debolmente i lanci che non gli piacciono, aspetta l’errore del lanciatore, aspetta il lancio a lui favorevole per colpire con autorevolezza. Non è da poco per un giocatore della sua età.”

Mike Adams: “Non ha punti deboli, è difficile ingannarlo, e sa battere i lanci bassi. Questo lo aiuta molto perché ci dicono sempre di tenere la palla bassa, ed è lì che lui ti punisce. E’ veloce e batte forte. Trout e Miguel Cabrera sono battitori che non vorresti mai affrontare.”
Sin dal debutto avvenuto nel 2010, la sua media su lanci bassi risulta essere 363 con un OPS di 1044. Non esiste giocatore con un migliore risultato in quanto la media generale per gli stessi tipi di lanci è 233/656. Viene allora naturale chiedersi perché non lanciare alto nella zona? Più facile a dire che a fare, perché Trout non gira sui lanci alti e conseguentemente sono lanci sprecati. Ora non vogliamo dire che Trout non ha punti deboli o momenti di crisi, la differenza è che le sue crisi durano qualche settimana e non mesi come succede per altri. Siamo in presenza di un atleta appartenente ad una specie rara che evita agli avversari di scoprire i suoi punti deboli. E’ possibile sia un alieno? No, è semplicemente Mike Trout.
Un altro punto di forza di Trout è la sua capacità di adattarsi. Abbiamo ascoltato i lanciatori, ora possiamo ascoltare tre diversi individui con punti di vista differenti: A)uno scout avanzato di MLB; B) un dirigente addetto allo studio dei video; C) Eddie Bane, ora con i Red Sox, e precedentemente dello scouting staff degli Angels e che lo selezionò nel 2009.
Al centro della discussione c’era la domanda che ormai si chiedono in molti: Come mai gli avversari non riescono ad individuare i suoi punti deboli come fanno per quasi tutti gli altri?
Dirigente: “Qualche accorgimento è stato preso, ma non è sufficiente. Se guardiamo come viene affrontato, vediamo che molti lanci sono nella zona alta, ma considerate le sua abilità, non si è ottenuto il risultato sperato. Il punto debole sembra essere alto in genere e alto interno in particolare. Ma è una debolezza relativa paragonata a tutte le altre attitudini. Copre bene la zona alta esterna, centro esterna, e molto bene la zona bassa interna. Quindi, non c’è molto margine per errore. Lo scouting suggerisce di lanciare interno, ma deve essere precisamente interna, altrimenti è capace di buttarla fuori. Molto spesso quando lanci internamente sono in tanti a smanicare, ma lui no, ha un approccio da veterano. Difficilmente gira a lanci fuori la zona, il che rende tutto molto difficile.”
Dello stesso avviso è lo scout che nulla sapeva degli altri giudizi. Da tenere presente che il compito degli scout avanzati è di trovare i punti deboli dei giocatori. Questo scout, invece, asserisce che Trout è vicino alla perfezione con nessuna indicazione che cambierà qualcosa in futuro.
“E’ il migliore battitore di palle basse nelle majors, non ne ho mai visto di eguali. Non ha punti deboli, forse alta interna, ma deve essere un lancio preciso perché alta al centro la palla va oltre il muro. La sua conoscenza della zona strike è già molto buona, la conoscenza dei lanciatori deve progredire e quando capirà come i lanciatori intendono affrontarlo, diventerà ancora più bravo. E’ speciale, se non sei perfetto, ti punisce. Se non subirà gravi infortuni che potrebbero compromettere la carriera, Trout è destinato ad entrare a far parte della legenda del baseball.”
Eddie Bane non poteva pensare diversamente:
“Non vedo all’orizzonte impedimenti che possano ostacolare una grande carriera per Trout. E’ potente, segna molti punti e fa segnare molti punti, ha una alta percentuale di basi rubate. Ha un corpo robusto, buon occhio e mani veloci. Per questi motivi non vedo perché un giorno il suo nome non potrà essere affiancato ai grandi di sempre.”

Col passare del tempo la velocità sicuramente diminuirà, quindi le valide all’interno del diamante si ridurranno. Ma è pure vero che andando avanti negli anni avrà più esperienza, imparerà meglio a conoscere i lanciatori avversari che porterà a battere più fuori campo. Non solo, ma già oggi riesce a battere in tutte direzioni del campo e può essere inserito nell’elenco dei pochi che riesce a battere contro le nuove strategie difensive.
Non è facile predire il futuro per nessuno, ma se pensiamo agli altri giocatori che hanno iniziato a giocare nelle majors nello stesso periodo e di cui si diceva un gran bene, nessuno ha mantenuto il ritmo di Trout.
Per concludere, possiamo analizzare il suo giro di mazza, possiamo osservare il suo approccio, possiamo valutare tutte le sua abilità. Ma se veramente potrà essere considerato l’erede di Jeter ci vorrà più del semplice talento. E’ il carattere, presenza, carisma e la capacità di gestire lo stress del successo. Per quello che si vede ora le premesse ci sono. E’ un tipo silenzioso, è umile, ha appena firmato un buon contratto e pone sempre la squadra davanti ai propri interessi, non è mai “io” ma sempre “noi”. E’ un’eccezione dei nostri giorni. E’ umile, mentre molti altre super stelle non lo sono, non è caduto nella tentazione di ricoprire il corpo di tatuaggi, gioca per la squadra, gioca con potenza ma nello stesso tempo con grazia. Difficile trovare punti deboli.
Tutti i giocatori esprimono solo parole di elogio nei suoi confronti. Il mondo del baseball ha mostrato l’apprezzamento per Trout nelle votazioni per l’All Star game essendo stato uno dei più votati, e dove ha finito per essere eletto MVP. Dopo essersi classificato per due anni consecutivi al secondo posto dietro a Miguel Cabrera, finalmente quest’anno Trout è stato eletto all’unanimità MVP dell’American League, il più giovane di sempre ad ottenere un tale onorificenza.
Per quanto si cerca di paragonarlo agli altri, per il momento sembra che Trout può essere solo Mike Trout.
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