
Ultima puntata di questa lunga serie di interviste. Oggi iniziamo con Daniele Del Bianco del Rimini.
Prima
domanda: com'è andata la tua ultima stagione come lanciatore. Sei soddisfatto?
sono contento di com'è andata la stagione scorsa, anche se ho qualche rammarico per non aver portato a casa il campionato. Personalmente quando sono soddisfatto non è per una media, per un particolare risultato personale, ma quando la mia squadra vince.
Quale ritieni sia il tuo miglior pregio?
Il mio pregio è la costanza.
E il peggior difetto?
Essere troppo preciso.
Mi puoi
elencare i tuoi tipi di lancio?
I miei lanci sono dritta, cambio, slider.
Qual'è
secondo te il tuo lancio migliore?
Non ho migliori lanci. Ogni volta che salgo in pedana cerco di usare al meglio quello che in quel momento va bene. La chiave è rompere lo schema mentale del battitore.. a volte il cambio
quando rompe bene mi diverte tirarlo!
Qual'è secondo te il più grande
problema in Italia per i lanciatori?
Secondo me in Italia i lanciatori non tirano a sufficienza, cioè hanno poche occasioni vere per maturare. Un giovane promettente generalmente ha bisogno di giocare, giocare e giocare. I pitching coach sono importanti, devono aiutare i giovani a fare un salto di qualità fisico, ma anche mentale; I pitching coach devono anche capire il modo di lavorare distintamente su ciascun atleta tirandogli fuori tutto quello che possiede...e non è sempre facile. Non serve solo fama o esperienza ma anche istinto e cuore.
Il cuore credo che sia la cosa più importante in questo sport
Chi è stato il pitching coach che ti ha maggiormente formato?
Ho avuto diversi pitching coach bravi e da ognuno ho cercato prendere e fare miei i consigli e le cose su cui si lavorava. Un pitching coach che per un lanciatore potrebbe essere bravo
per un'altro al contrario potrebbe essere pessimo. Personalmente preferisco non fare nomi. A volte un semplice coach che mi ha detto: "ho fiducia in te, vai su e rompigli il c...!" mi ha
trasformato in un guerriero.
Le tue speranze future anche nascoste?
La mia speranza è che questo sport possa continuare a donarci nuovi momenti e nuove sfide e possa interessare sempre più persone.
Qualche cosa da aggiungere?
La passione e l'amore di chi sta sulla terra rossa vada oltre i soldi e sia sempre prima di tutto un divertimento.
Michele Meschini

Michele Meschini del Padova ha l'onore di chiudere le nostre interviste.
Com'è andata la tua ultima stagione come lanciatore. Sei soddisfatto?
Essendo io un realista e quindi fondamentalmente pessimista, ti dirò che un giocatore non può mai essere soddisfatto finché non ha una PGL di 0.00 o una media battuta di 1.000, per cui di strada
bisogna farne ancora molta. Tuttavia essermi ripreso dall'infortunio è stato un fattore molto positivo e di questo devo ringraziare anche il Padova che ha creduto fortemente in me (a livello di
squadra lasciami aggiungere che abbiamo giocato alla pari con San Marino, Bologna e Rimini, partendo da underdog!)
Quale ritieni sia il tuo miglior pregio?
Il mio miglior pregio?! Beh credo sia la costanza che è necessaria sopratutto in uno sport come il baseball; dopo tutto noi non giochiamo molte partite, l’unico modo per rimanere ad alti livelli è quello di fare sempre qualcosa, di voler sempre migliorare, gradino dopo gradino.
E il peggior difetto?
Sicuramente le basi ball!
Mi puoi elencare i tuoi tipi di lancio?
Dritta, sinker, curva, slider, cambio
Qual'è secondo te il tuo lancio migliore?
Penso che sia difficile da dire, ma credo che una buona dritta al momento giusto e nella giusta location sia sempre efficace
Qual'è secondo te il più grande problema in Italia per i lanciatori?
Sicuramente come ho già detto un problema sono le poche partite, ma per un lanciatore non credo cambi molto giocare 2 o 3 partite ravvicinate, in quanto il recupero necessita del suo tempo,
piuttosto credo che si debba puntare ad un maggior numero di squadre partecipanti, così da ottenere un campionato più lungo o comunque che dia la possibilità ai pitchers di poter lanciare
concretamente più inning, senza essere sottoposti ad un forte stress che potrebbe portare ad infortunio. Proprio da quest’ultimo punto voglio ricollegarmi ad un altro problema: il vivaio da
cui attingere in Italia non è grande come quello di altri paesi; noi non ci possiamo permettere molti infortunati; proprio per questo la federazione dovrebbe mirare alla formazione di un maggior
numero di tecnici di qualità, sopratutto a partire da quelli per le giovanili. Con questo non voglio dire che in Italia non vi siano allenatori bravi, anzi! ma è sempre una questione di
nicchia. In ultimo certamente la mancanza di un vero mercato limita il tempo che qualsiasi giocatore può dedicare a questo sport; il baseball italiano non permette, almeno per il momento, di
poter vivere di questo.

Come vivi il problema dei lanciatori stranieri o degli Italiani residenti all'estero un'opportunità per imparare o un ostacolo per crescere?
Questo aspetto è sicuramente una lama a doppio taglio, un po’ entrambi gli aspetti sono veri, tuttavia io considero gli stranieri un giusto stimolo sia per imparare che per competere, in fin dei conti gente di una certa esperienza permette al nostro baseball di rimanere ad alti livelli.
Chi è stato il pitching coach che ti ha maggiormente formato?
Certamente Sampaolo a Macerata mi ha formato per l’aspetto mentale, una delle prime partite che disputai in prima squadra mi chiamò a rilevare in una situazione di basi piene e 1
out, per fortuna ne uscii indenne!

Poi sicuramente il lavoro che ho fatto con Aluffi a Torino è stato di grande aiuto: è riuscito a darmi il valore aggiunto che mi ha permesso di competere a grandi livelli. Mi piacerebbe aggiungere anche il grande Dave Robb, nonostante non sia un pitching coach ha influenzato molto il mio approccio al baseball
Le tue speranze future anche nascoste?
Il vero sogno nel cassetto è che il baseball ritorni alle olimpiadi e naturalmente di potervi partecipare!
N.d.r.
Concludiamo con questo auspicio di Michele le nostre interviste ad un gruppo di lanciatori dell'IBL 2014.
La speranza veramente è quella di rientrare negli Sport Olimpici e nello stesso tempo dare a questi giovani lanciatori di scuola italiana maggiori opportunità di crescita come la totalità di loro si è espressa in queste interviste. Difficile? Sicuramente si, ma non impossibile. Chi lo può fare si metta attorno ad un tavolo ed inizi a studiare una soluzione.
Colgo l'occasione per ringraziare di cuore i 26 Lanciatori che hanno collaborato in questo lungo lavoro.
Grazie da parte di Baseball On The Road e in bocca al lupo per la prossima stagione
Paolo Castagnini
Vai alle altre interviste.
N° 8: Milvio Andreozzi - Yomel Rivera - Pietro Cadoni
N° 7: Andrea Pizziconi - Giovanni Faccini - Lorenzo Gradali
N° 6: Matteo Tonellato - Alessandro Casalini - Simone Bazzarini
N° 5: Luca Panerati - Roberto Rodo - Nicolas Giovanelli
N° 4: Alessandro Ercolani - Matteo Galeotti - Tommaso Cherubini
N° 3: Niccolò Loardi - Alessandro Ciarla - Filippo Crepaldi
N° 2: Roberto Corradini - Enrico Crepaldi - Federico Cozzolino
N° 1: Riccardo De Santis - Simone Valerio - Alex Bassani
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franco ludovisi (domenica, 14 dicembre 2014 21:54)
Riprese lanciate
nel 2014
BAZZARINI SIMONE 6.0
TONELLATO MATTEO 6.0
CIARLA ALESSANDRO 7.2
ERCOLANI ALESSANDRO 9.1
MESCHINI MICHELE 10.1
RODO ROBERTO 11.2
COZZOLINO FEDERICO 12.0
CADONI PIETRO PAOLO 13.2
FACCINI GIOVANNI 14.0
CASALINI ALESSANDRO 15.0
ANDREOZZI MILVIO 17.1
BASSANI ALEX 17.1
CREPALDI FILIPPO 18.0
CHERUBINI TOMMASO 24.0
CREPALDI ENRICO 25.0
LOARDI NICOLO’ 28.2
DEL BIANCO DANIELE 29.2
PIZZICONI ANDREA 35.0
GALEOTTI MATTEO 37.0
CORRADINI ROBERTO 38.1
GIOVANELLI NICOLAS 47.2
DE SANTIS RICCARDO 66.2
YOMEL RIVERA 68.2
PANERATI LUCA 76.0
SIMONE VALERIO 77.0