
Traduzione dall'articolo su joeposnanski.com dal titolo:
Al Kaline (Seconda e ultima parte)
Kaline era abile in tutto, col passare degli anni aveva perso velocità, ma rimase sempre un buon corridore di basi. Non aveva molta potenza, ma riusciva sempre a battere dai 15 ai 25 fuori campo
anche quando le regole favorivano i lanciatori. Quando furono introdotti i riconoscimenti per i Guanti d’Oro, sembrava che fossero esclusivamente per Kaline e Willie Mays. Kaline vinse 10 delle
prime 11 assegnazioni, Mays vinse le prime dodici. Kaline non fu mai eletto come MVP, ma per nove volte si qualificò tra i primi 10, e due volte si classificò al secondo posto. Fu
probabilmente il giocatore più ammirato dell’American League per il comportamento in campo, per la sua gentilezza e per come trattava le persone al di fuori del campo.
“I tifosi non chiedono molto”, disse una volta. “ Un sorriso, un “ciao”, una stretta di mano. E’ sufficiente per farli contenti.”
Questi sono i motivi per cui ho sempre ammirato Al Kaline, il suo talento, la sua abilità, per aver battuto più di 3.000 valide, quasi 5.000 basi conquistate e per essere stato una persona tanto gentile.

Andando avanti negli anni, cominciai a vedere dell’altro che fece la differenza nella carriera di Kaline. Attraversò momenti di dolore e di delusione, ma seppe sempre trovare il modo di migliorarsi, diventare più saggio e rimanere in sintonia con ciò che conta davvero. Persistenza.
Il suo temperamento era aggressivo, a differenza di quello di Stan Musial, al quale spesso veniva paragonato. Si arrabbiava dopo un brutto turno alla battuta (Pensavo che non dovessi mai essere eliminato). Mal sopportò lo stress che seguì la sua straordinaria stagione da giovane ventenne. Era diventato particolarmente sgarbato con i giornalisti, non era piacevole stargli vicino.
Persistenza. Alla fine della carriera, nessun giocatore più di lui era maggiormente rispettato o amato dai giornalisti.
Un aneddoto: Dopo la sua 2.000ma valida, Kaline scacciò in malo modo i giornalisti, non riteneva fosse una storia tanto importante da raccontare. Subito dopo si rese conto che anche se LUI non lo riteneva importante, i giornalisti comunque ne dovevano parlare. Si avvicinò a un reporter dei Tigers e disse nell’orecchio: “Avrei dovuto capire il loro lavoro, potresti gentilmente chiedere scusa da parte mia?”

Un’altra storia che non molti sanno. Kaline era al quanto arrogante da giovane e pensava di meritare un contratto migliore dopo le eccellenti prestazioni degli anni 1955 e 1956. Guadagnava 15.000$ e credeva di meritare di più. Legittimo da parte sua. Per esempio, in quel periodo Mickey Mantle aveva un contratto da 60.000$ circa. Ma il contratto di Kaline era sotto controllo della società e fu rispedito al mittente senza firma.
L’allora Presidente Spike Briggs rese pubblico l’episodio.
“Al pensa di essere bravo quanto Mickey Mantle e vuole più soldi di Mantle” sentenziò Briggs a una cerimonia. “ Io non sono d’accordo e non gli darò l’aumento. Prima delle festività natalizie, ho
inviato il contratto a Kaline con un premio di 3.000$ per le sue prestazioni dell’anno scorso. Il contratto mi è tornato senza firma. Non ho ricevuto né un grazie per il premio, né gli
auguri per le festività.”
Kaline era oltraggiato. “Non ho chiesto più soldi di Mantle” riferì sommessamente a un giornalista. In effetti era vero, ma un aumento se lo aspettava. Già allora, come ora, i tifosi non amavano prendere le difese dei giocatori quando si trattava di soldi. Kaline era stato colpito duro. Era sempre stato timido, ma dopo questo episodio s’isolò ancor di più.
Persistenza. Quindici anni dopo Kaline fece ancora notizia riguardo il suo contratto. Questa vota la società offrì, per la prima volta nella loro lunga storia, un contratto da 100.000$. Lui non accettò. Disse che non l’aveva meritato dopo una deludente MB di 278 dell’anno precedente. “Non merito questo stipendio”, affermò. “Non ho giocato bene l’anno scorso.”
Persistenza. Nel 1960, a 25 anni, Kaline fu espulso per aver contestato una chiamata arbitrale. Tornando verso il dugout si rese conto di aver sbagliato e dopo la partita si recò dall’arbitro per scusarsi. Negli anni successivi gli arbitri avrebbero sempre lodato la sua classe e compostezza.

Persistenza. Kaline ha avuto sempre un dolore al piede sinistro che lo ha accompagnato per tutta la carriera. Inoltre, è stato anche sfortunato. S’infortunò una volta correndo contro il muro, si è fratturato la clavicola tuffandosi per fare una presa, ha sofferto a lungo per un dolore al ginocchio, e si è fratturato una mano sbattendo la mazza dopo un kappa. Ha saltato circa 600 partite in tutta la carriera, ma ha pur sempre giocato 2.834 partite … più per esempio, di Derek Jeter.
Non è stato sempre divertente. In verità, il più delle volte non lo era stato. Dolori, crisi, discussioni per lo stipendio, e lo stress, quello stress soffocante era dappertutto. Tutti si aspettavano che Kaline ripetesse lo straordinario anno come quando aveva 20 anni. Ci è andato vicino, ma non è riuscito mai ad eguagliarlo, e lo stress aleggiava nell’aria.
No, non è stato sempre piacevole. Non ci furono ripensamenti quando decise di ritirarsi per spendere più tempo con il figlio che iniziava l’università. Aveva dato tutto al baseball, non c’erano rimpianti, era tempo di stare con la famiglia. “Il 4 Luglio preferisco stare al lago anziché allo stadio” ebbe a dire in seguito.

Pochi si sono sacrificati come lui e questo, credo, ha fatto di lui una persona speciale, questo lo ha fatto diventare Mr. Tiger, questo lo ha reso così amato in Detroit. In 18 diverse stagioni Kaline ha avuto una media WAR di 2,5, solo Bonds, Cobb, Aaron, Mays e Speacker hanno fatto di meglio. Alcune sono state grandi stagioni, altre sono state buone stagioni, altre ancora sono state mediocri, Kaline ha dato tutto. Questo è un altro punto, ha dato sempre il massimo.
Curioso come giocano i numeri, a volte vanno contro le gesta dei giocatori, a volte magnificano e ne amplificano la memoria. Quando i numeri vanno contro, le conseguenze possono essere imprevedibili . I numeri in carriera di Jim Price non hanno reso merito al suo valore come battitore che tanto faceva soffrire i lanciatori avversari. Al contrario i numeri di Lou Whitaker lo hanno lodato più del dovuto. Seguendo l’indicazione dei numeri, rispetto a Tony Perez, Dwight Evans aveva 30 punti in più come MAB, una MBB più alta, e ha vinto 8 Guanti d’Oro. Ma è Perez che ha trovato un posto nella Hall of Fame.
Cosa stanno a significare i numeri nel baseball? Ognuno li legge come fa comodo. I numeri di Kaline non sono un’eccezione. All’inizio ho elencato i numeri di Kaline in modo più cinico possibile. Adesso posso muovermi in senso contrario, Kaline è 17° in classifica per partite giocate, 24° in basi conquistate, 27° in valide battute e 39° in punti battuti a casa. Solo Mays e Roberto Clemente hanno vinto più Guanti d’Oro, l’unico esterno destro a rendere di più in difesa è stato il grande Clemente.
Ecco com'è andata la lunga, varia, tormentata e bella carriera di Kaline. Apprezziamo i numeri perché ci aiutano a raccontare una storia. Odiamo i numeri perché hanno la capacità anche di rovinare una storia. Guardando dietro e pensando alla sua carriera Kaline ebbe solamente a dire:
“Onestamente posso dire che ho sempre dato il massimo!”.
Come risulta dalla tabella, Kaline ha battuto un totale di 399 fuori campo, ma anche qui c’è una storia. All’epoca di Kaline non esisteva il DH, quindi i lanciatori dovevano battere e con i pochi soldi che guadagnavano, certamente non si comperavano le mazze personali, ma usufruivano di quella dei compagni.
Durante le World Series del 1968, il lanciatore Mickey Lolich, in seguito eletto MVP per aver lanciato tre gare complete e averle vinte tutte e tre, record ancora imbattuto, si fece prestare la mazza da Kaline. Ironia della sorte volle che Lolich batté un fuori campo. Da allora a Lolich, ma anche a Kaline, piace raccontare la storia che la mazza era tarata per 400 fuori campo, peccato il 400° era stato battuto da lui.
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N.d.r. Frankie Russo come molti sanno è un grande tifoso dei Detroit Tigers.
Sapete qual'è il suo Favorite Player di sempre? Al Kaline!
Ecco le prove della sua grande passione per questo giocatore: Il numero 6 della sua Casacca che indossa al Fantasy Baseball Camp dei Tigers (lo stesso di Al Kaline) e l'autografo sulla foto che tiene nella sua casa come una reliquia.
Grazie Frankie per il grande lavoro che stai facendo con Baseball On The Road
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Frankie (giovedì, 27 novembre 2014 10:01)
Grazie a te Paolo per avermi dato l'opprtunità!