
Traduzione dall'articolo su Hubie Magic dal titolo: Padres Tony Gwynn – King of Hitting
Un omaggio a Tony Gwynn, il re della battuta negli anni 80 e 90.
La sua recente scomparsa ricorda a tutti noi che grande giocatore fosse. Tony Gwynn è uno dei più grandi che abbia mai battuto per la media. Uno dei pochi giocatori che è stato paragonato a Ted Williams.
Anche se Gwynn non ha battuto 400 come Williams, gli è andato vicino. Nel 1994, anno dello sciopero e quando il campionato fu sospeso a metà agosto, Gwynn stava battendo 394. E comunque la sua media in carriera di 338 è una delle migliori di sempre.
La statura non è importante.
Tony Gwynn è da esempio perché non aveva una grossa statura e aveva mani piccole. Usava una mazza da 33 inch, 30 once e possedeva una sconcertante abilità di piazzare la palla in tutti gli spazi vuoti del campo. A volte anticipava l’apertura dei fianchi e indirizzava la palla nel punto preciso doveva voleva. Ted Williams aveva tanto rispetto per Gwynn che molto spesso si soffermava a parlare della battuta con lui. Naturalmente era Williams che dominava la conversazione e Gwynn scuoteva la testa in segno di rispetto e di approvazione.

Il fatto che Williams si fermasse così spesso a conversare con Gwynn da solo lascia intendere quanta stima aveva per Tony e per i risultati ottenuti in carriera.
Questo lascerebbe intuire che Gwynn fosse tra i primi 20 migliori battitori della lista compilata da Williams, ma i numeri di Gwynn non rientravano nella formula di Ted Williams per essere nell’elenco dei suoi “Top 20”.
La formula di Williams era basata sopratutto sulla potenza prima che sulla media, e Tony non era un battitore di potenza. Era un grande battitore di contatto e uno dei più riveriti di sempre.

Coach Gwynn
Tony è stato anche piuttosto bravo come capo allenatore all’Università dello Stato di San Diego. Le sue squadre erano buone, ma sorprendentemente le statistiche in battuta erano appena sufficienti. Se ce n’era ancora bisogno, questa è la prova che un grande battitore come Tony Gwynn “non sempre riesce a trasmettere le sue tecniche ai propri giocatori”. Per uno come Gwynn, battere era facile, non è stato altrettanto facile spiegare ai suoi ragazzi, dove invece è importante avere l’abilità di insegnare.
“L’ho detto già migliaia di volte, la cosa più difficile nello sport è battere una palla da baseball” (Ted Williams) e il fatto che le squadre del college di Gwynn non battessero meglio degli altri ne è la conferma. Resta da chiedersi se Tony Gwynn fosse risentito per il fatto che le sue squadre non battessero, forse perché era troppo una brava persona, una persona sempre disponibile. E’ stato un grande nel box di battuta, ma è stato grande anche nell’apprendere che insegnare in modo efficace è un altro mestiere dove necessita conoscere l’arte della comunicazione, l’arte dell’insegnamento.
Williams è stato l’ultimo a battere 400 (406 nel 1941), Gwynn ci è andato vicino nel 1994 (394), l’anno in cui il campionato fu sospeso a causa dello sciopero dei giocatori. Ma Gwynn è stato uno dei pochi ad aver battuto più di 3.000 valide ed è stato uno dei più onorati nella Hall of Fame perché aveva più qualità come essere umano di quanto ne avesse nel box di battuta. Una vera rarità per coloro che sono stati grandi come lui.
NDR: In quest’articolo ci siamo soffermati diverse volte a parlare di Ted Williams, definito il più grande battitore di tutti i tempi. Ma era scontroso ed era anche molto permaloso. A tal proposito vorrei raccontare un aneddoto:
Un giorno i Detroit Tigers giocavano al Fenway Park.
Ad un certo momento della partita va sul monte un giovane lanciatore al suo debutto. Sorprendentemente mette kappa il grande Ted e si fa consegnare la pallina. A fine gara si fa accompagnare, si, proprio accompagnare, perché Williams non avrebbe mai accettato al suo cospetto uno sconosciuto debuttante! Il giovane lanciatore, ignaro della personalità di Williams, gli chiede l’autografo per immortalare un momento forse unico della sua carriera. Immaginate con quanta rabbia Williams gli firmò la pallina!
Dopo circa 10 giorni i Red Sox giocano al Tiger Stadium.
Si ripresenta la sfida tra Big Ted e il giovanotto dei Tigers. Questa volta Williams ha la meglio e colpisce duro, profondo, spedendo la pallina al secondo livello all’esterno destro per un fuori campo. Nel girare le basi, e non dimentico dell’affronto subìto in precedenza, Williams si rivolge al malcapitato lanciatore e grida:
“Hey giovanotto, adesso vai prendere quella cazzo di pallina perché voglio il tuo autografo!”
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