________________________________ Frank Blessed, l'umpire miliardario

di Giovanni Delneri

Era nato a New York da un amore clandestino tra un grande magnate dell’industria petrolifera americana  e la sua governante di colore. Il fatto, che se reso noto  sarebbe stato uno scandalo gravissimo per l’immagine del famoso industriale, venne risolto affidando il neonato Frank a un College di alta classe, con una copertura a vita per il neonato di svariati milioni di dollari.

Frank non seppe mai chi fosse suo padre ne sua madre, ma giunto a diciotto anni gli spiegarono che era orfano di genitori sconosciuti, ma con un lascito di una enorme fortuna per tutta la sua vita.

Frank frequentò le migliori Università degli Stati Uniti laureandosi in Legge. La sua passione sportiva  vissuta negli anni del College era il baseball  pur sapendo di non eccellere molto. Non interessandosi di una eventuale carriera politica o forense, ma attratto dal mondo del baseball, pensò di diventare un Umpire. 

Il suo sogno si realizzò a tal punto da diventare negli anni 50 il numero uno degli Umpire Americani. Per le sue prestazioni la cifra che la Federazione gli elargiva era molto cospicua, ma sapendo di avere un vitalizio miliardario, Frank devolveva tutto ai poveri del quartiere del Bronks e agli asili dell’infanzia abbandonata. Anche per questo era molto amato e apprezzato da tutti .

 

Un giorno durante un'importante gara per la qualificazione alle World Series il diavolo ci mise la coda. Era l’ultimo uomo in battuta (ultimo inning, con la squadra di casa che perdeva e con  3 ball e 2 strike a carico) quando arrivò una fastball  che il battitore sprizzò con la mazza e che finì direttamente nel guanto del  ricevitore, senza un minimo sforzo di quest'ultimo per intercettarla.

 

FRANK con una chiamata che salì al cielo tuonò: “foul tip, strike three  out!" togliendo ogni speranza di rimonta ai padroni di casa. Solito caos al piatto, coach espulso e termine della partita. Ma il Global  Sport-Time,  il giorno dopo, si congratulò con l’arbitro per la sua chiamata perfetta, chiedendo pubbliche scuse per l’intemperanza dei giocatori e del pubblico che non capirono il senso della chiamata.

 

Uno scossone violento mi fece svegliare e così il sogno fu interrotto dalla mia compagna, che con tono molto eccitato, con quella parlata molto Newyorkese dei ceti medio bassi, mi rimproverò per essermi ancora sbronzato . "Vergognati! siamo alle solite! Devi smettere di bere come una nutria agitandoti poi nel sonno come un capitone gravido!"

Evidentemente questo linguaggio, pur essendo un rimprovero, mi fece pensare che la bottiglia di JACK DANIEL’S  ebbe anche un secondo cliente.

 

TERZABASE

 

P.S. ma  Frank per chiamare “foul-tip” cosa aveva  visto?

 

Ora cari amici se non lo sapete dovete cercare nella BIBBIA DEL BASEBALL.

Vi faccio presente che è un caso che si verifica raramente, ma in una delle prime gare che io arbitrai successe la stessa cosa. Però non ci fu il Global Sport Time a difendermi, ma un interminabile coro di vaffa…………..che mi accompagnò sino al casello dell’Autostrada Torino-Milano (avevo arbitrato in una ridente località del Piemonte).

 

Molti anni dopo incontrai per puro caso ii coach che avevo espulso, mi riconobbe e mi disse “Arbitro, aveva ragione Lei e mi scuso per il malinteso, c’è sempre qualcosa da  imparare".

 

E’ vero cari ragazzi del baseball non si conosce mai abbastanza.

 

TERZABASE

 

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Commenti: 2
  • #1

    Roberto B. (martedì, 25 novembre 2014 14:58)

    E' la stessa cosa nella vita non si finisce mai di imparare!!!
    Ottimo

  • #2

    giorgio (venerdì, 26 dicembre 2014 11:27)

    Sei un grande !!! il racconto l'hai scritto molto bene ci sono alcune
    cose tecniche che mi dovrai spiegare quando ci vediamo.
    Comunque complimenti !
    Auguri di Buon anno.
    Giorgio