
Il 6 Aprile 2020 è venuto a mancare Al Kaline, una vita passata nei Detroit Tigers e Frankie Russo che di Tigers se ne intende lo definisce così: il Gianni Rivera, Francesco Totti, Derek Jeter dei Tigers. Qui un suo articolo pubblicato il 20 novembre 2014
Traduzione dall'articolo su joeposnanski.com dal titolo: Al Kaline
Cominciamo dalla fine. Al Kaline non ha mai battuto 30 fuori campo in una stagione. Solo tre volte ha battuto a casa più di 100 punti e solo due volte ha segnato 100 punti. Non ha mai rubato più di 20 basi in una stagione, non è mai stato in testa alla classifica come migliore battitore o per più valide realizzate dopo l’età di 21 anni, non ha avuto una media battuta in carriera superiore a 300 e non ha battuto 400 fuori campo.
Ma che significato vogliamo veramente dare ai numeri?
Da ragazzino, ciò che ammiravo più di ogni altra cosa era il talento, credo perché era il talento che io desideravo più di ogni altra cosa.
Immaginavo i giocatori di baseball come quegli studenti che riescono ad ottenere il massimo dei voti con il minimo sforzo.
Sognavo il braccio potente di Ellis Valentine, l’inimitabile corta sventolata di Bob Horner, la velocità sfolgorante di Willie Wilson, la palla veloce di J.R. Rischardson, la magnifica sventolata di Darryl Strawberry. Nulla al mondo sembrava essere meglio del talento puro ed infinito, nulla sembrava essere più importante.
Crescendo, la mia ammirazione fu attratta dall’abilità, credo perché cominciai a capire che raramente il talento si trasformava in successo.
La prima spiegazione era che il talento andasse sprecato … ma come spesso accade, le cose sono un po’ più complesse.

A volte il talento è veramente sprecato, a volte il talento non è vero talento. In passato i Royals avevano un giocatore di nome Alexis Gomez che sembrava incredibilmente talentuoso. Era veloce, un braccio potente, grande coordinazione occhio-mani, sventolata aggressiva, e batteva tanti fuori campo … in allenamento. Oltre a questo, aveva una buona attitudine, lavorava duro e aveva una voglia disperata di migliorare.
Sapete come è finita? E’ rimasto a giocare nelle minors per 15 anni giocando solo 89 partite nelle majors, e non per il semplice fatto che avesse sprecato il suo talento. Era perché, nonostante tutte le sue abilità, non aveva IL TALENTO. Non aveva l’abilità di battere con costanza, e nemmeno questo era colpa sua; spesso ciò che crediamo essere talento è semplicemente il limite della nostra visione e immaginazione.
Molti possono saltare in alto, ma non significa che possono giocare a pallacanestro. Molti possono correre veloci, ma non significa che sono dei buoni rubatori di basi.
Abilità è la capacità di fare qualcosa bene, ed è ciò che veramente conta. La maestria nel lanciare di Maddux, la concentrazione di Pujols, il modo naturale con cui Andrew Jones giocava all’esterno, erano le chiavi del loro successo

E adesso? Ora che mi avvicino ai cinquanta, sono attratto da qualcos’altro.
Persistenza, credo che la persistenza sia la chiave di tutto.
E persistenza, ancor più del suo grande talento, ancor più delle sua abilità, è stata alla base del successo di Al Kaline.
Nicholas Kaline voleva che suo figlio diventasse un giocatore di baseball, quanti genitori non lo desiderano? Al Kaline è nato a Baltimore nel periodo della Grande Depressione. Nicholas era un commerciante di scope, ma lo faceva con la mentalità di uno sportivo. Iniziò ad insegnare la palla curva al figlio quando aveva ancora 8 anni, il ragazzo imparava subito. Era il primo segno del destino.
Quando arrivò al liceo, avendo a disposizione un numero abbondante di lanciatori, il coach spostò Al all’esterno centro. Il giovane cominciò subito a battere, ma ancor di più, CAPIVA la battuta.
Prima della partita il coach gli insegnò in che modo battere la palla come gli veniva lanciata, e fu impressionante come Kaline, al suo primo turno in battuta, su un lancio esterno, mandò la palla profondo a destra. Era il secondo segno del destino.

Come il suo coetaneo Sandy Koufax, Kaline non spese un singolo giorno nelle minors.
Kaline era un bambino prodigio. All’epoca esisteva una vergognosa regola che obbligava qualsiasi giocatore che avesse firmato un contratto per oltre 6.000$ di rimanere nel roster delle majors per due anni. Potete immaginare una cosa più devastante per un giovane prospetto?
Kaline firmò il suo primo contratto per 15.000$. Spese la maggior parte del primo anno come pinch-runner, era veloce, all’inizio lo chiamavano “Il Levriero di Baltimore”.
(NDR: quando Kaline si presentò per la prima volta ai cancelli del mitico Tiger Stadium a seguito della sua prima convocazione, gli uscieri non volevano farlo entrare pensando che fosse un ragazzino che voleva entrare senza pagare!).
Ma Kaline, a differenza di molti bambini prodigio, divenne titolare l’anno successivo. Aveva 19 anni. Finì terzo nelle votazioni per Rookie dell’anno dietro a Bob Grim e un terza base di nome Jim Finigan (quell’anno Grim vinse 20 partite per gli Yankees e un totale di 41 in tutta la carriera; Finigan batté 302 quell’anno e terminò la carriera a 247). Ma tutti parlavano del talento del giovane Kaline.
Nel 1954, a 20 anni, Kaline giocò la sua migliore stagione … e che probabilmente è stata la migliore stagione di un ventenne prima della venuta di Alex Rodriguez e Mike Trout. Kaline realizzò 340/421/546, si classificò primo in MB, valide e totale basi conquistate. Segnò 121 punti e ne portò a casa 102. Il suo modo di giocare all’esterno destro lasciava gli avversari stupefatti.

“Ha fatto delle prese che non riesco ancora a credere” fu il complimento del grande Casey Stengal manager degli Yankees.
“E’ straordinario” ebbe a dire il suo compagno di squadra Ned Garvin. “Nessuno si aspetterebbe da un giovane appena uscito dal liceo giocare a questi livelli.”
“Il ragazzo non mancherà al grande appuntamento” sostenne Joe DiMaggio.
“E’ il migliore battitore destro della lega,” affermò Ted Williams.
(NDR: nella prima trasferta dei Tigers a cui Kaline fece parte, un coach chiese a Ted Williams di dare un’occhiata alla giovane promessa. Williams portò Kaline nella gabbia e dopo aver visto una dozzina di sventolate lo congedò. Più tardi parlò con il coach: “Il ragazzo farà carriera!” fu il responso).
E’ vero, all’inizio fu il talento a metterlo in evidenza. Poi fu l’abilità. Come battitore, Ted Williams ebbe un grande impatto sul giovane Kaline, una breve conversazione con Williams gli insegnò una lezione che lo avrebbe accompagnato per tutta la carriera.
“Aspetta il tuo lancio e poi gira forte,” rispondeva Kaline a tutti i ragazzi che gli chiedevano consigli. Poteva sembrare quasi un insulto per i giovani al solo scopo di mostrare la sua spavalderia, ma era questa semplicità che aveva reso Kaline (e Williams) grandi battitori.
Se riesci ad evitare di sventolare i lanci che non ti piacciono, e invece riesci a fare buon contatto sui lanci che ti piacciono, è veramente tutto quello che basta. Spesso si cade nella tentazione di complicare le cose. Solo i battitori con grandi abilità riescono a superare le difficoltà.

Kaline era abile in tutto, col passare degli anni aveva perso velocità, ma rimase sempre un buon corridore di basi. Non aveva molta potenza, ma riusciva sempre a battere dai 15 ai 25 fuori campo anche quando le regole favorivano i lanciatori.
Quando furono introdotti i riconoscimenti per i Guanti d’Oro, sembrava che fossero esclusivamente per Kaline e Willie Mays. Kaline vinse 10 delle prime 11 assegnazioni, Mays vinse le prime dodici. Kaline non fu mai eletto come MVP, ma per nove volte si qualificò tra i primi 10, e due volte si classificò al secondo posto. Fu probabilmente il giocatore più ammirato dell’American League per il comportamento in campo, per la sua gentilezza e per come trattava le persone al di fuori del campo.
“I tifosi non chiedono molto”, disse una volta. “ Un sorriso, un “ciao”, una stretta di mano. E’ sufficiente per farli contenti.”
Questi sono i motivi per cui ho sempre ammirato Al Kaline, il suo talento, la sua abilità, per aver battuto più di 3.000 valide, quasi 5.000 basi conquistate e per essere stato una persona tanto gentile.

Andando avanti negli anni, cominciai a vedere dell’altro che fece la differenza nella carriera di Kaline. Attraversò momenti di dolore e di delusione, ma seppe sempre trovare il modo di migliorarsi, diventare più saggio e rimanere in sintonia con ciò che conta davvero. Persistenza.
Il suo temperamento era aggressivo, a differenza di quello di Stan Musial, al quale spesso veniva paragonato. Si arrabbiava dopo un brutto turno alla battuta (Pensavo che non dovessi mai essere eliminato). Mal sopportò lo stress che seguì la sua straordinaria stagione da giovane ventenne. Era diventato particolarmente sgarbato con i giornalisti, non era piacevole stargli vicino.
Persistenza. Alla fine della carriera, nessun giocatore più di lui era maggiormente rispettato o amato dai giornalisti.
Un aneddoto: Dopo la sua 2.000ma valida, Kaline scacciò in malo modo i giornalisti, non riteneva fosse una storia tanto importante da raccontare. Subito dopo si rese conto che anche se LUI non lo riteneva importante, i giornalisti comunque ne dovevano parlare. Si avvicinò a un reporter dei Tigers e disse nell’orecchio: “Avrei dovuto capire il loro lavoro, potresti gentilmente chiedere scusa da parte mia?”

Un’altra storia che non molti sanno. Kaline era al quanto arrogante da giovane e pensava di meritare un contratto migliore dopo le eccellenti prestazioni degli anni 1955 e 1956. Guadagnava 15.000$ e credeva di meritare di più. Legittimo da parte sua. Per esempio, in quel periodo Mickey Mantle aveva un contratto da 60.000$ circa. Ma il contratto di Kaline era sotto controllo della società e fu rispedito al mittente senza firma.
L’allora Presidente Spike Briggs rese pubblico l’episodio.
“Al pensa di essere bravo quanto Mickey Mantle e vuole più soldi di Mantle” sentenziò Briggs a una cerimonia. “ Io non sono d’accordo e non gli darò l’aumento. Prima delle festività natalizie, ho inviato il contratto a Kaline con un premio di 3.000$ per le sue prestazioni dell’anno scorso. Il contratto mi è tornato senza firma. Non ho ricevuto né un grazie per il premio, né gli auguri per le festività.”
Kaline era oltraggiato. “Non ho chiesto più soldi di Mantle” riferì sommessamente a un giornalista. In effetti era vero, ma un aumento se lo aspettava. Già allora, come ora, i tifosi non amavano prendere le difese dei giocatori quando si trattava di soldi. Kaline era stato colpito duro. Era sempre stato timido, ma dopo questo episodio s’isolò ancor di più.
Persistenza. Quindici anni dopo Kaline fece ancora notizia riguardo il suo contratto. Questa vota la società offrì, per la prima volta nella loro lunga storia, un contratto da 100.000$. Lui non accettò. Disse che non l’aveva meritato dopo una deludente MB di 278 dell’anno precedente. “Non merito questo stipendio”, affermò. “Non ho giocato bene l’anno scorso.”
Persistenza. Nel 1960, a 25 anni, Kaline fu espulso per aver contestato una chiamata arbitrale. Tornando verso il dugout si rese conto di aver sbagliato e dopo la partita si recò dall’arbitro per scusarsi. Negli anni successivi gli arbitri avrebbero sempre lodato la sua classe e compostezza.

Persistenza. Kaline ha avuto sempre un dolore al piede sinistro che lo ha accompagnato per tutta la carriera. Inoltre, è stato anche sfortunato. S’infortunò una volta correndo contro il muro, si è fratturato la clavicola tuffandosi per fare una presa, ha sofferto a lungo per un dolore al ginocchio, e si è fratturato una mano sbattendo la mazza dopo un kappa. Ha saltato circa 600 partite in tutta la carriera, ma ha pur sempre giocato 2.834 partite … più per esempio, di Derek Jeter.
Non è stato sempre divertente. In verità, il più delle volte non lo era stato. Dolori, crisi, discussioni per lo stipendio, e lo stress, quello stress soffocante era dappertutto. Tutti si aspettavano che Kaline ripetesse lo straordinario anno come quando aveva 20 anni. Ci è andato vicino, ma non è riuscito mai ad eguagliarlo, e lo stress aleggiava nell’aria.
No, non è stato sempre piacevole. Non ci furono ripensamenti quando decise di ritirarsi per spendere più tempo con il figlio che iniziava l’università. Aveva dato tutto al baseball, non c’erano rimpianti, era tempo di stare con la famiglia. “Il 4 Luglio preferisco stare al lago anziché allo stadio” ebbe a dire in seguito.

Pochi si sono sacrificati come lui e questo, credo, ha fatto di lui una persona speciale, questo lo ha fatto diventare Mr. Tiger, questo lo ha reso così amato in Detroit. In 18 diverse stagioni Kaline ha avuto una media WAR di 2,5, solo Bonds, Cobb, Aaron, Mays e Speacker hanno fatto di meglio. Alcune sono state grandi stagioni, altre sono state buone stagioni, altre ancora sono state mediocri, Kaline ha dato tutto. Questo è un altro punto, ha dato sempre il massimo.
Curioso come giocano i numeri, a volte vanno contro le gesta dei giocatori, a volte magnificano e ne amplificano la memoria. Quando i numeri vanno contro, le conseguenze possono essere imprevedibili . I numeri in carriera di Jim Price non hanno reso merito al suo valore come battitore che tanto faceva soffrire i lanciatori avversari. Al contrario i numeri di Lou Whitaker lo hanno lodato più del dovuto. Seguendo l’indicazione dei numeri, rispetto a Tony Perez, Dwight Evans aveva 30 punti in più come MAB, una MBB più alta, e ha vinto 8 Guanti d’Oro. Ma è Perez che ha trovato un posto nella Hall of Fame.
Cosa stanno a significare i numeri nel baseball? Ognuno li legge come fa comodo. I numeri di Kaline non sono un’eccezione. All’inizio ho elencato i numeri di Kaline in modo più cinico possibile. Adesso posso muovermi in senso contrario, Kaline è 17° in classifica per partite giocate, 24° in basi conquistate, 27° in valide battute e 39° in punti battuti a casa. Solo Mays e Roberto Clemente hanno vinto più Guanti d’Oro, l’unico esterno destro a rendere di più in difesa è stato il grande Clemente.
Ecco com'è andata la lunga, varia, tormentata e bella carriera di Kaline. Apprezziamo i numeri perché ci aiutano a raccontare una storia. Odiamo i numeri perché hanno la capacità anche di rovinare una storia. Guardando dietro e pensando alla sua carriera Kaline ebbe solamente a dire: “Onestamente posso dire che ho sempre dato il massimo!”.
Come risulta dalla tabella, Kaline ha battuto un totale di 399 fuori campo, ma anche qui c’è una storia. All’epoca di Kaline non esisteva il DH, quindi i lanciatori dovevano battere e con i pochi soldi che guadagnavano, certamente non si comperavano le mazze personali, ma usufruivano di quella dei compagni.
Durante le World Series del 1968, il lanciatore Mickey Lolich, in seguito eletto MVP per aver lanciato tre gare complete e averle vinte tutte e tre, record ancora imbattuto, si fece prestare la mazza da Kaline. Ironia della sorte volle che Lolich batté un fuori campo. Da allora a Lolich, ma anche a Kaline, piace raccontare la storia che la mazza era tarata per 400 fuori campo, peccato il 400° era stato battuto da lui.
Frankie Russo
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N.d.r. Frankie Russo come molti sanno è un grande tifoso dei Detroit Tigers.
Sapete qual'è il suo Favorite Player di sempre? Al Kaline!
Ecco le prove della sua grande passione per questo giocatore: Il numero 6 della sua Casacca che indossa al Fantasy Baseball Camp dei Tigers (lo stesso di Al Kaline) e l'autografo sulla foto che tiene nella sua casa come una reliquia.
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Enrico Camporese (mercoledì, 08 aprile 2020 12:29)
Bella storia, come quasi tutte le storie di questo bellissimo sport
franco ludovisi (mercoledì, 08 aprile 2020 16:53)
Nel primo periodo del Baseball in Italia arrivavano poche notizie dal Baseball Usa.
Si conoscevano soprattutto i giocatori oriundi come Di Maggio, Rizzuto, Berra, ma gli altri no.
Al Kaline invece lo conoscevamo perchè usavamo quasi tutti le mazze con sopra scritto il suo nome. Belle mazze con il manico però molto sottile rispetto ad altre che circolavano allora.
Mauro Paglioli (lunedì, 13 aprile 2020 16:39)
Complimenti Mr. Russo. Un caro saluto a Franco.
Esatto, non conoscevo così bene la storia dl Al Kaline, ma ricordo che la sua era una delle mazze preferite, proprio per il manico sottile.
Parlo della fine anni '60, inizio '70.
Frankie (mercoledì, 15 aprile 2020 07:32)
Grazie a voi cari lettori, continuate a seguirci, la vostra passione è la nostra forza.