________________________________ Carlinetto field, un esempio da copiare

Un terreno in sintetico visto da casa base
Un terreno in sintetico visto da casa base

di Paolo Castagnini

Nonostante viviamo nel Paese del Sole, l'Italia, sappiamo bene quanto le condizioni climatiche mettano in seria difficoltà la programmazione delle nostre partite. Se a questo aggiungiamo i costi di manutenzione di un prato erboso e della terra rossa, la bilancia inizia a pendere per davvero verso una soluzione in sintetico. E' anche vero che il più delle volte la manutenzione dei campi è affidata ai volontari e quindi i costi della mano d'opera per tagliare l'erba e per ripristinare la terra non vengono calcolati, ma se lo fossero......

L'Italia è un paese strano dal punto di vista climatico. La pianura padana che attualmente conta il maggior numero di squadre, è si piovosa, ma soprattutto umida. La maggior parte delle partite viene rinviata non tanto per le precipitazioni, ma per impraticabilità del campo. I Rookies di Genova hanno pensato ad una soluzione anche sull'esempio di molti baseball field americani. Seguite l'intervista con il suo Presidente Livio Caponi!

Allora Livio ci siamo lasciati parlando di Nortwest League, com'è andata quest'anno l'attività?

Ciao Paolo, direi che è andata alla grande! Il miglior anno in assoluto: 12 squadre hanno giocato un campionato tiratissimo fino all'ultimo. E con un All Star Game che ha appassionato tutti i giocatori che come sempre hanno partecipato con grande entusiasmo e voglia di rappresentare la propria squadra. Una partita ancora una volta di alto livello, combattutissima fino all'ultimo come gli altri anni e terminata con un Walk-Off a favore della West Division!


Sei in contatto con altre leghe di baseball e softball amatoriale? Sembra che ci sia un vero e proprio boom in Italia

Si, siamo in contatto e stiamo cercando di collaborare. Fa piacere che la NWL, la prima lega di baseball amatoriale in italia, sia stata presa da esempio e sia stata di stimolo per la nascita di nuove realtà. Ora cercheremo di mettere a disposizione la nostra esperienza quinquennale a chi vorrà "fare rete", per far vedere che con la formula giusta il baseball può più che triplicare nel giro di pochi anni!

Oggi parliamo di campo perché ciò che sei riuscito a fare è secondo me qualche cosa di straordinario. Partiamo però dall'inizio. Com'era fino allo scorso anno la situazione dei campi da gioco a Genova

Genova è la sesta città italiana come popolazione, ma pur avendo una storia di 60 anni di baseball non ha mai avuto un campo regolamentare. Alle Coach Convention ancora oggi incontro ex giocatori che mi raccontano divertiti di quando avevano giocato allo Stadio Carlini: un campo da Rugby con il Velodromo all'esterno destro! (manco fossimo a Houston.. ;D) La cosa buffa è che in questo momento ci hanno vietato di giocare sul campo da Rugby perchè potremmo "rovinare" il manto. In effetti i nostri giocatori, si sa, sono ben più piazzati di un giocatore medio di Rugby.. ^_^


Che dire.. da un lato abbiamo il fascino di queste cose che solo il baseball ci può dare, ma dall'altro con una situazione così precaria come si può costruire un futuro serio al baseball genovese e ligure?

Poi c'è il "Carlinetto", un campo in erba sintetica che di erba non ne aveva più da una decina d'anni, pieno di sabbia e con le recinzioni in totale stato di abbandono. E' l'unico spazio comunale garantito al baseball, per cui ci hanno sempre costretto ad accettare di allenarci nel disagio più totale con il ricatto "o così o niente". Pagando anche più di 10.000 euro all'anno per l'affitto delle sole ore di allenamento.

Il grande gruppo dei Rookies di Genova (clicca per ingrandire)
Il grande gruppo dei Rookies di Genova (clicca per ingrandire)

Quindi data la situazione come ti è venuta l'idea di costruire un nuovo campo?

 

Beh continuare a pagare quelle cifre, per avere a disposizione 6 ore di campo alla settimana voleva dire smettere di crescere. E forse chiudere, un domani. Ma visto che in soli 4 anni di vita i Rookies sono passati da 0 atleti a 80 tesserati, non ci siamo dati per vinti. Neanche davanti a certe non troppo velate minacce da parte di chi voleva che il baseball sparisse dalla nostra città.

 

Avevamo davanti un grosso ostacolo, ma a noi piace vedere gli ostacoli come opportunità e quindi ci siamo tirati su le maniche e trovato la soluzione. L'unico modo per non vedere il nostro diamante trasformato nell'ennesimo campo da calcio era fare un'offerta migliore al gestore dell'impianto. E così abbiamo fatto. Le famiglie dei giocatori si sono fatti "venture capitalist" ed hanno investito sul progetto, mettendo sul banco il 50% del finanziamento. L'altra metà l'ha anticipata Banca Prossima, una banca "sociale" del gruppo Intesa, che vedendo questa mobilitazione da parte di trenta famiglie ha deciso, dopo un primo diniego, di finanziare l'altra parte del progetto.

 

E così, ecco il campo nuovo. Il gestore ha un campo rinnovato, incassa un canone annuo rilevante, ma abbiamo finalmente un nuovo diamante tutto per noi 24 ore su 24 per i prossimi 10 anni! :D

I sacrifici sono stati, sono e saranno molti. Ma, numeri alla mano, quante altre società in italia avrebbero avuto la possibilità, il coraggio e la capacità di affrontare una cosa del genere? Purtroppo credo poche.. e io spero con questo esempio di poter essere di ispirazione per molte altre!!

Il "Carlinetto" di Genova in costruzione (clicca per ingrandire)
Il "Carlinetto" di Genova in costruzione (clicca per ingrandire)

Il tuo campo però ha una caratteristica unica in Italia. E' in sintetico e da quello che so non ci sono altri esempi nel nostro paese, contrariamente agli Stati Uniti dove sono diffusissimi.

 

Si il Carlinetto Field è un campo categoria Ragazzi completamente in sintetico. Per noi è stata una scelta obbligata per vari motivi. Primo fra tutti i costi di posa sarebbero aumentati di molto. Dover portare tonnellate di terra naturale e farla sistemare avrebbe avuto dei costi fuori dal nostro budget. Inoltre la soletta del garage sottostante non ha la portata per tutto quel peso. E poi siamo a Genova. I grossi cambiamenti sono sempre ostacolati da tutti.


Quali sono i pro e i contro di una simile soluzione secondo te? 

Il pro numero uno è la comodità. Le righe sono tutte tracciate, l'erba non va seminata nè tagliata. La terra rossa, non essendoci, non va sistemata. Premettendo che ho una visione molto manageriale di una gestione, al di là della comodità fisica è un vantaggio soprattutto economico. Il costo di una persona e del materiale per la manutenzione ordinaria di un campo in erba naturale è sicuramente più elevato.


Però i pro finiscono qua. Perchè comunque una manutenzione continua al campo va fatta, se si vuole far durare il proprio investimento. Pulire il campo e "pettinarlo" ciclicamente è molto, molto importante. Dopo due mesi di uso abbiamo già qualche zona "piatta". E poi bisogna "innaffiarlo". Si, non scherzo! D'estate se non vuoi vederti letteralmente bruciare l'erba sintetica, devi abbassare la temperatura del manto. Inoltre nei prossimi anni dovremo sicuramente fare una nuova intasatura di sabbia e presumibilmente cambiare il manto del "monte" di lancio e di casa base, che giocoforza si consumano più in fretta.

Insomma, non è proprio che lo metti giù e fine dei lavori. E poi.. manca il profumo dell'erba tagliata e la sensazione della terra rossa.. purtroppo questo piacere è ancora, si spera solo per qualche anno, precluso ai genovesi.

Nella foto Livio Caponi
Nella foto Livio Caponi

Ora facciamo finta che qualcuno che sta leggendo questo articolo sia in procinto di iniziare la costruzione di un nuovo campo e l'idea di costruirlo in sintetico lo intrighi. Riesci a grandi linee a spiegare il tuo progetto dal punto di vista dei costi e delle problematiche incontrate?

Beh già dando un'occhiata ai pro e ai contro ci si può fare un'idea. Il mio consiglio è di farsi due conti facendo un piccolo business plan a non meno di 10 anni. Purtroppo non conosco bene i costi di manutenzione di un campo in erba naturale e non avendolo tra le mie opzioni non ho approfondito troppo l'argomento. So anche che esistono delle soluzioni miste naturale/artificiale.. potrebbe essere interessante valutarle.

 

Con la sintetica i costi iniziali, soprattutto per chi deve partire da un terreno già pronto, sono decisamente più elevati e soprattutto una volta fatta la scelta non si può più tornare indietro.. se non con un nuovo investimento. E comunque bisogna mettere in conto che per come è fatto il nostro sport alcune zone si usureranno prima di altre, per cui degli interventi intermedi sarebbe bene prevederli.

 

 

Infine bisogna valutare due fattori extra gestionali: il rimbalzo della palla cambia di molto (con conseguente impatto sull'aspetto sportivo) e pare che sull'erba sintetica la probabilità degli infortuni possa aumentare (sarebbe interessante fare una bella ricerca, seria, a riguardo).

Il logo della squadra
Il logo della squadra

Hai avuto aiuti da parte di qualcuno?
Purtroppo no. Abbiamo dovuto fare tutto da soli. In ogni campo. Per il know-how ci siamo ovviamente rivolti alla Fibs, ma non ha nessun dato sul sintetico per baseball e non ci ha dato nessuna indicazione o mostrato interesse per l'argomento. Per le risorse economiche abbiamo fatto richiesta al Comitato Regionale, al Consiglio Federale, a Comune e Regione. Ma non siamo riusciti ad ottenere neanche una cifra "simbolica" per mettere almeno un marchio ufficiale. Per l'aiuto politico, tantomeno.


Il che però per me significa che ho avuto un aiuto inestimabile dall'interno della nostra società, che è composta da persone meravigliose. Dopo questa esperienza mi sono reso conto di quanto sia sbagliato pensare ad una società sportiva come un'azienda. Come ci consigliavano ai corsi per dirigenti sportivi qualche anno fa. Ora mi sono fatto un'idea chiara su quale sia una strategia vincente e soddisfacente per portare avanti progetti in ambito sportivo.. ma questa sarebbe la risposta ad un'altra domanda! :D

 

Secondo te è un'idea da copiare?
Si, ma con un *dipende* grosso così. Ci sono moltissime variabili da considerare e non essendoci in Italia esperienze sostanziali a riguardo, il rischio di sbagliare la valutazione su 10.000 mq non è un errore da poco.

 

La mia speranza è di poter avere l'opportunità di mettere a disposizione della Federazione l'esperienza e le conoscenze che ho acquisito in questi anni sia nella gestione di una società che nasce da zero, sia nel know-how sui sintetici, sia nella gestione di una lega di baseball amatoriale come la Northwest League.

 

Venendo da una zona disagiata come la Liguria, sia dal punto di vista del territorio che dal punto di vista della realtà di baseball, credo che i modelli che qui hanno funzionato possano essere replicati altrove. E soprattutto credo che potremmo "importare" altre idee intelligenti ed innovative che sicuramente in regioni più "floride" stanno funzionando e che qui, forse un po' per paura del nuovo, facciamo fatica a mettere in pratica!


Una domanda indiscreta: Costi?

Circa 60.000 Euro, tralasciando però la rimozione e lo smaltimento del vecchio che ce lo siamo fatto da soli.

 

In conclusione?

In conclusione non posso che continuare a ringraziarti per il supporto a distanza che mi hai sempre dato, sperando di poter essere a mia volta di ispirazione per tutti gli "intraprendenti" del baseball che per un motivo o per l'altro fanno fatica ad emergere.. e che abbiano foglia di fare squadra!

 

Never Give up!

 

Livio

Qui sotto una splendida immagine del Carlinetto Field di Genova a lavori terminati

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